Villa Poma, 25 Agosto 1968 – Festa di S. Luigi Gonzaga
Carissimi il nostro incontro non avviene nella nebbia come nell’altra occasione e solo con i giovani, ma nel chiarore di questa domenica, al suono festoso, solenne e inconfondibile del vostro concerto di campane, con la presenza dei vostri ragazzi, i bambini e i giovani, dinnanzi all’immagine di San Luigi Gonzaga che insieme vogliamo onorare, in particolare quest’anno in cui ricorre il quarto centenario della nascita. Onoriamo San Luigi con la celebrazione della Santa Messa e quindi prima con la celebrazione della Parola di Dio e poi con la celebrazione del sacrificio eucaristico di nostro Signore Gesù Cristo.
Perché San Luigi entra in questa nostra celebrazione della Parola e del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo?
Onoriamo Luigi Gonzaga perché é santo ed é santo perché nella sua vita ha celebrato la Parola del Signore ed ha vissuto la Parola del Signore. E’ santo perché non solo ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa ma ha vissuto del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo, -possiamo dire – nella propria persona.
Luigi Gonzaga era un ragazzo della nostra terra mantovana, ed abitava in Castiglione quattro secoli fa. Dobbiamo andare indietro di quattrocento anni per immaginare il suo ambiente! Le persone più anziane dicono che i ragazzi d’oggi sono diversi. I ragazzi di 400 anni fa erano come i ragazzi d’oggi. I ragazzi di tutti i tempi sono sempre i medesimi, anche se nelle manifestazioni della loro vita, nel comportamento si adeguano ai propri tempi, la mente e il cuore sono sempre uguali.
Pensate che san Luigi sia stato un ragazzo santo di quattrocento anni fa perché stava fermo, zitto, non ne combinava mai qualcuna, perché non aveva spirito d’iniziativa e non aveva coraggio, perché non diceva “no” a suo padre che era un principe e a sua madre che era una nobildonna? San Luigi era un ragazzo e un giovane come tutti i giovani di tutti i tempi. Si racconta che era anche un ragazzino irrequieto e che andava a prendere la polvere da sparo ai soldati di suo padre col rischio di farsi male, ed era così vivace e simpatico da imporsi all’attenzione dei cortigiani che gli volevano bene. Poi, per devozione di San Luigi ne hanno fatto un “collo torto”. Non era un “collo torto”.
San Luigi ad un certo punto é stato anche un giovane contestatore capace di protestare. Ha detto “no” a suo padre e a sua madre e a tutto il parentado. Ha detto un “no” deciso perché non voleva fare l’erede di suo padre e di sua madre e non voleva fare il principe di Mantova. Ci voleva del coraggio se si pensa che la nostra terra mantovana era tutta proprietà dei Gonzaga, principi, conti, marchesi, duchi prepotenti e tutti si erano messi contro di lui. San Luigi, ha affrontato tutti, ha affermato il suo rifiuto alle loro ricchezze, ai loro onori, al loro prestigio, alle loro corti. Perché?
Ecco il segreto. Aveva scoperto che la vita vale molto più dei soldi, molto più dei piaceri del mondo, molto più della bella figura, degli onori, del prestigio che si può avere davanti agli uomini. Aveva scoperto che la vita vale più di tutte le ricchezze e le grandezze umane. Non solo, aveva capito che la vita,che vale più di tutte le ricchezze e le grandezze umane,ha bisogno di più e d’altro.
Oggi gli anziani con espressione amara dicono: “Ai miei tempi, non avevamo quattro soldi in tasca ed eravamo contenti. Adesso i giovani hanno i biglietti da mille eppure sono insoddisfatti, cercano sempre cose nuove. Che cosa vuole dire?” I giovani forse non lo capiscono, ma vuole dire che i soldi in tasca non rendono felici, che la libertà di andare dove e come si vuole non può soddisfare e avvertono, dopo essersi presi tutte le soddisfazioni, che rimane in loro ancora il “vuoto”.
I nostri giovani forse non capiscono ciò che, invece, San Luigi ha scoperto con molta chiarezza e ci ricorda che non c’é niente al mondo che ci può fare pienamente contenti se non é accompagnato dall’amore. Non semplicemente l’amore che ci viene da un papà e da una mamma, da un fratello, da una sorella, da uno sposo o sposa, ma un amore infinito. I nostri giovani forse non capiscono che hanno bisogno di conoscere l’amore che Dio ha per loro. San Luigi ha scoperto: che c’é Uno che é più grande degli uomini grandi di questo mondo, che c’é Uno infinitamente più buono, più amabile, più tenero di tutte le persone care che ci possono volere bene su questa terra, che questo Uno é il nostro Dio che si manifesta nel Figlio suo Gesù Cristo.
Direte: ma l’amore di Dio com’é? L’amore di Dio é tutto il bene. L’amore di Dio sono tutti i beni veri che abbiamo nella nostra esistenza su questa terra e sono tutti i beni che ci sono garantiti per l’eternità. L’amore di Dio per noi é il bene che ci vuole Iddio in questa vita e nella vita eterna. Mi accorgo che il discorso é un po’ complesso. Mi spiego con un esempio.
Il bene che a te vuole la mamma é un “segno” del bene che ti vuole Dio, é un “segno” attraverso il quale Dio ti dice che questo bene durerà sempre. Quando la tua mamma andrà in paradiso ti vorrà ancora bene e quando tu, fra tanti anni, andrai in paradiso troverai ancora la tua mamma che ti vuole bene.
Genitori, il bene che vi vogliono e che vi vorranno sempre i vostri figliuoli, é un’espressione dell’amore di Dio per noi. Anche il bene della pace della coscienza, il bene della serenità dello spirito, il bene della soddisfazione per quello che fate secondo la legge di Dio e nella sua grazia, é un segno dell’amore di Dio per noi. Anche i beni della esistenza come quelli del nutrimento, della casa, e del vestito sono i beni che il Padre nostro che sta nei cieli vuole per tutti i sui figli, semmai, sono gli uomini “cattivi” che depredano i fratelli di questi beni con il loro egoismo. Questi beni però sono un esempio, sono dei segni di un amore infinito.
San Luigi, normalmente lo raffigurano col crocifisso in mano. Non dobbiamo pensare subito al bene che Luigi voleva a questo crocifisso. No. Dobbiamo pensare al bene che Gesù crocifisso ha voluto a San Luigi e dobbiamo pensare che é questo bene che lo ha fatto santo.
Miei cari,
Noi veniamo in chiesa la domenica e in qualche altra circostanza. Noi preghiamo, compiamo degli atti religiosi nella nostra giornata, ma questi atti, come il dire le preghiere, il ricevere i sacramenti, sono accompagnati dal pensiero, Gesù Cristo mi vuole bene? Gesù mi vuole bene anche quando non sono buono? Gesù Cristo mi vuole tanto bene che é morto per me? Gesù Cristo mi vuole tanto bene che é disposto a morire tante volte per me perché io sia figlio di Dio, perché io abbia la dignità, la grandezza di figlio di Dio? Perché io abbia l’eredità dei figli di Dio? Ci crediamo che Gesù Cristo ci vuole bene? E’ per la fede in questo amore che Luigi Gonzaga é diventato santo.
All’inizio abbiamo detto che stiamo celebrando la festa di San Luigi mentre celebriamo la Messa, quindi con la celebrazione della Parola e con la celebrazione dell’eucaristia.
San Luigi nella celebrazione della Parola, attraverso la predicazione e quindi per la conoscenza della Parola di Dio ha scoperto l’amore di Dio per lui. San Luigi attraverso l’intelligenza della Parola ha scoperto che l’amore di Gesù Cristo per lui era la cosa più ricca, più grande, più bella che potesse avere nella sua vita. San Luigi, dalla frequenza al mistero eucaristico – a dieci anni ha fatto la prima comunione per le mani di san Carlo Borromeo suo parente -, ha capito che l’eucaristia era un segno dell’amore di Dio per lui, di un amore tanto grande da rimanere in mezzo a noi nell’eucaristia e di dare tutto se stesso ad ognuno di noi nella Messa e nella comunione.
Noi che celebriamo il mistero eucaristico nella Messa, sentiamo Gesù Cristo in mezzo a noi con la forza dell’amore che lo ha portato a morire in croce? Pensiamo che la comunione è il dono che Gesù Cristo fa di se stesso ad ognuno di noi? Vediamo nell’eucaristia il suo amore infinito per ciascuno? San Luigi ci insegna a capire il vangelo, a capire nostro Signore Gesù Cristo.
Voi tutti, ma in particolare voi giovani che capite i film, le canzonette e tutti i generi di divertimento, voi che conoscete i divi e le dive e i personaggi di questo mondo, conoscete il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo?
Voi oggi siete più istruiti e sapete molte più cose, ma sapete qualche cosa di nostro Signore Gesù Cristo?
Voi che oggi più facilmente potete leggete giornali, riviste e libri, leggete il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo?
Che cosa importa venire in chiesa, fare la comunione, dire le preghiere se non siamo illuminati dal vangelo di nostro Signore Gesù Cristo? Venire in chiesa, dire le preghiere,fare la comunione sono atti compiuti dalle nostre mani, dalla nostra bocca, ma il nostro spirito, la nostra persona, la nostra intelligenza, il nostro cuore non vi prendono parte, perché non sono illuminati e sostenuti dalla luce del vangelo.
San Luigi che oggi festeggiamo ci deve far capire che era un giovane intelligente e coraggioso, che ha scoperto il tesoro del Vangelo, e nel Vangelo l’amore di nostro Signore Gesù Cristo. San Luigi, sempre rappresentato col crocifisso in mano, ci deve dire quanto egli era consapevole di essere ben voluto da nostro Signore Gesù Cristo e per questo é stato capace di protestare contro il mondo di allora, per questo é stato capace di dedicare tutto se stesso. San Luigi nella parola di Dio ha scoperto Gesù Cristo e il suo amore per lui.
Piccoli o grandi noi abbiamo un cuore che ha bisogno d’amare. L’amore che ci viene dalle creature é qualche cosa, ma abbiamo bisogno da un amore più grande che ci viene da nostro Signore Gesù Cristo. L’amore di nostro Signore Gesù Cristo non è rivolto alle suore e ai preti ma a tutte le creature umane. L’amore di nostro Signore Gesù Cristo è per tutti i figli di Dio che siamo noi. Se questo fatto non lo sappiamo, se questo fatto non lo meditiamo, noi non lo crediamo. Se noi non lo crediamo come possiamo essere cristiani?
Cristiani sono coloro che vogliono bene a nostro Signore Gesù Cristo e, per volere bene ad una persona bisogna sapere che quella persona ci vuole bene e quanto bene ci vuole. Noi, ai nostri giorni, con le nostre possibilità, dobbiamo capire ciò che ha scoperto San Luigi: le ricchezze del vangelo, l’amore di nostro Signore Gesù Cristo per ciascuno d noi, perché il Vangelo illumini tutti i giorni della nostra vita, perché l’amore di Gesù ci renda capaci di volere bene – come dice il vangelo d’oggi – al Signore con tutto il cuore e ai nostri fratelli come Gesù Cristo li amò, Lui che ha dato tutto se stesso per noi.
Voler bene é dare qualche cosa, non prendere. Abituiamoci ad essere le persone che danno a tutti: comprensione, bontà, rispetto e amore.
OM 135 Villapoma 68 – Villa Poma, ore 9, 25 Agosto – Festa di S. Luigi Gonzaga