Non siamo soli a camminare nei giorni della nostra esistenza
Gesù Cristo é risorto per tutti
Carissimi, meditiamo insieme la parola del Signore che racconta di un avvenimento stupendo del quale gli apostoli e le donne sono testimoni. Gesù é risorto. Quest’affermazione passa da una bocca all’altra. Le donne lo dicono ai discepoli, i discepoli lo riferiscono agli apostoli. Gli apostoli hanno ormai fatto l’esperienza di una presenza nuova di Gesù in mezzo a loro.
Il Signore é veramente risorto e come ci attesta il brano di vangelo che abbiamo appena ascoltato, cammina con i discepoli e spiega loro il senso della Scrittura perché abbiano ad intendere il mistero della sua presenza in mezzo al mondo, il mistero di ciò che é avvenuto nella sua stessa persona, per cui egli doveva morire per entrare nella gloria, cioè nella realtà manifestata anche eternamente della sua vita di Figlio di Dio e di salvatore degli uomini.
E noi siamo qui per celebrare questoavvenimento. Altre volte ci siamo chiesti quale significato ha celebrare un mistero della vita del Signore,quale significato ha celebrare la pasqua di nostro Signore Gesù Cristo, il suo passaggio dalla morte alla vita: la sua risurrezione. Celebrare non significa semplicemente ascoltare il racconto di questo episodio della vita del Signore, non é semplicemente un devoto e rispettoso ascolto, ma qualche cosa di più. Gesù Cristo ha vissuto per noi la sua vita di Figlio di Dio fatto uomo. Anche la sua morte ha vissuto per noi.
La morte di nostro Signore Gesù Cristo non é un evento che, pone termine alla sua missione ma è un evento nel quale afferma la sua potenza con la quale ha distrutto la morte e la radice della morte che é il peccato e tutto ciò che soggiace al peccato. Gesù ha vissuto per noi l’evento della salvezza perché noi fossimo in condizione di viverlo a nostra volta. Tutta la vita di Gesù Figlio di Dio fatto uomo ci appartiene. Tutta la vita di Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, diventa nostra. Questa vita é nostra, dal momento che il Figlio di Dio si é fatto uomo perché noi potessimo diventare figli di Dio.
Entrare nella vitalità della sua esistenza, nella forza e nel contenuto delle energie divine, è diventato il nostro patrimonio. Questo è il grande dono della nostra fede. Non si tratta semplicemente di credere che Dio esiste, che Dio é grande, che Dio ci ama. Non si tratta semplicemente di rispettare Dio, di obbedire ai suoi comandi, di fare la sua volontà. Si tratta di altro. Noi siamo radicalmente trasformati dal momento che il Figlio di Dio é diventato uno di noi. Dal momento che il Figlio di Dio é diventato uno di noi, noi siamo nella condizione di essere “altri” di quello che siamo per la nostra stessa natura. Noi, per la fede e per l’azione dei sacramenti, in particolare del battesimo, passiamo da una condizione di vita ad un’altra condizione di vita.
Si verifica una nuova nascita. Quando Gesù ha fatto questa affermazione a Nicodemo, Nicodemo con molta semplicità ha opposto una difficoltà:ma come può una persona nascere di nuovo? Forse che può una persona ritornare ancora nella condizione in cui si trovava prima di venire alla luce? Gesù non ritira la sua parola. Quelli che credono in lui nascono di nuovo, nascono da Dio ed egli é venuto per portare questa nuova vita.
Ora, nostro Signore Gesù Cristo non ha abbandonato il mondo come non ha abbandonato i discepoli. Gesù Cristo è salito in cielo ma ha garantito la sua presenza in questa terra e cammina accanto ad ognuno di noi come ha camminato con i discepoli sulla strada di Emmaus. Quelli non lo avevano riconosciuto, ma alla fine hanno dovuto ammettere che qualche cosa accadeva dentro di loro mentre Egli parlava. Dobbiamo acquistare questa coscienza della presenza di Gesù. Non siamo soli a camminare nei giorni della nostra esistenza. C’é l’amore di Dio nel quale ci muoviamo, c’é Cristo Figlio di Dio diventato uno di noi, che vuole essere il principio, il valore della nostra esistenza di nuove creature, perché Egli é il fermento che ci trasforma nell’intimo della nostra persona. La vita cristiana é questo essere nuovi.
Cercate di fare balenare dinnanzi al vostro spirito questa realtà che naturalmente non si confà al nostro abituale modo di pensare. Cerchiamo di aprirci, a quanto Dio vuole fare nella nostra persona, nella nostra vita. Forse ci pensiamo poco. Forse qualcuno non ci ha mai pensato ma la vita cristiana é questa.
Accostiamoci allora Gesù Cristo con la disponibilità di chi accetta volentieri che una Persona potente e grande entri nella nostra esistenza. Non concepiamo la nostra esistenza, anche quella religiosa, come se fossimo soli. Siamo con Cristo e con Cristo siamo con tutti i fratelli, perché Gesù Cristo é morto per noi singolarmente ed è morto per tutti, perché Gesù Cristo é risorto per noi singolarmente ed é risorto per tutti.
Questo è l’augurio che vi faccio: Cristo entri in ciascuno di voi non soltanto nel momento in cui lo ricevete sotto le specie del pane ma sia il vostro alimento in ogni istante dell’esistenza, perché Egli é venuto per essere con noi, per essere la nostra vita nuova.
OM 452 Pasqua 71
Messa vespertina del giorno di pasqua in sant’Andrea