Il Signore faccia risplendere il suo volto sopra di te
E ti dia la pace
Carissimi, buon anno!
Abbiamo udito dalla lettura dei testi della Sacra Scrittura che la liturgia ci propone in quale senso può essere buono questo anno. E’ buono se ci riferiamo alla Parola di Dio, é buono se crediamo e abbiamo fiducia in questa Parola.
“Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio”
La pienezza del tempo é il nostro tempo. Il Padre, ormai, ha mandato il suo Figlio nel mondo perché fosse il nostro salvatore, il Padre manda lo Spirito Santo nel mondo perché sia il segno, la caparra, la garanzia, la sicurezza di ciò che egli fa per noi. Pensiamoci.
Questa mattina abbiamo potuto concepire un sentimento di riconoscenza, perché siamo ancora in vita e sappiamo che un nuovo anno ci viene incontro, ma non é il tempo che ci viene incontro. E’ qualcuno che ci viene incontro. E’ il Padre nostro che ci viene incontro per mezzo del Figlio.
Il nuovo anno deve essere un tempo vissuto in pieno, un tempo che non sciupiamo, un tempo che non perdiamo. Gesù ci viene incontro quest’anno con tutto l’amore che Egli porta al Padre per noi, che ci ha dimostrato sacrificando se stesso, per offrirci il dono dello Spirito di Dio, il dono dell’amore di Dio per cui noi non siamo più degli estranei per Dio ma dei figli. Quest’anno noi lo vivremo in pienezza se lo vivremo da figli di Dio, sull’esempio di vita di nostro Signore Gesù Cristo, animati dallo Spirito Santo, il quale ci dà la certezza che su ogni passo della nostra vita di quest’anno troveremo sempre la benedizione di Dio.
Abbiamo ascoltato qual é la benedizione che Dio in persona ha affidato a Mosè, perché in lui fossero benedette tutte le genti e quindi fossimo benedetti anche noi. Dobbiamo sentire questa benedizione rivolta a ciascuno di noi: “Il signore ti benedica” cioè, ti ricolmi di ogni bene, ti custodisca perché sei una creatura grande anche se fragile e debole, soggetta a tanti pericoli e a tante insidie.
“Il signore faccia risplendere il suo volto sopra di te”. Il volto di una persona amica, il volto di una persona che vuole bene, il volto del Padre nostro che sta nei cieli risplenda, su di noi e ci sia propizio di perdono, ci compatisca, ci cerchi, ci accompagni. Ecco la propiziazione del Padre nostro che sta nei cieli.
“Il signore volga verso di te il suo volto”: perché il suo volto risplenda su di noi. Dio ci assicura che non volterà la faccia da un’altra parte, anche se noi lo dimentichiamo, anche se noi lo offendiamo egli non volta la faccia altrove. Il suo volto é sopra di noi.
“E ti dia la pace”. Ecco come termina la benedizione di Dio. La pienezza della benedizione di Dio é la pace. Il frutto della benedizione di Dio é la pace.
Miei cari, voi sapete che oggi, aderendo alle intenzioni del sommo pontefice, tutto il mondo celebra la giornata della pace: la pace che gli angeli hanno annunziato agli uomini quando é venuto il Salvatore, la pace che é il dono della benedizione di Dio, la pace che é Cristo stesso in persona.
Perché Gesù Cristo é la nostra pace? Perché gesù Cristo é capace di portarci il dono della pace? Perché egli ci ha riconciliato con il Padre e tra di noi con il suo amore.
Credo che non sia necessario tracciare un quadro della situazione del mondo, oggi. Noi sperimentiamo, e non semplicemente lo sentiamo dire, che nel mondo non c’é la pace. Perché il nostro é un mondo senza pace? Tutto il mondo, anche il nostro mondo é senza pace perché é senza amore, é senza pace perché nel mondo non trionfa il dono di Cristo che é morto in croce perché noi fossimo riconciliati tra di noi come fratelli dal momento che siamo figli di Dio.
Il mondo é senza pace, perché non accoglie il dono dello Spirito Santo che vuole diffondere l’amore nei nostri cuori.
Il mondo é senza pace perché a tutti i livelli, da quello personale a quello di gruppo, in quello di nazioni e di gruppi di nazioni, trionfa l’egoismo, la sete del potere, non il potere di fare qualche cosa, bensì il potere di asservire gli altri, di servirsi degli altri, di sfruttare gli altri.
Questo potere é nato proprio dall’asservimento e dallo sfruttamento degli altri.
Basta guardare il mondo. Si vedono alcune nazioni che dominano perché hanno sfruttato le risorse dei paesi sottosviluppati e poveri, o hanno sfruttato le persone rendendole schiave di una ideologia e di un sistema. Ma non dobbiamo guardare soltanto questi fatti così vistosi della mancanza di pace nel mondo e considerare soltanto gli episodi di guerra nel mondo.
Tutto il mondo, potenzialmente, fondamentalmente, nella sua radice guastata dall’egoismo, é in guerra perché é senza amore, perché schiaccia la dignità delle persone, perché nega la libertà delle persone. E’ una realtà di questi giorni. Ci sono dei luoghi su questa terra dove la negazione della libertà é un fatto sofferto, é un fatto tragico.
Ma, forse non ci rendiamo conto che c’é anche un’altra schiavitù nella quale le persone finiscono col trovarsi bene. E’ una “schiavitù incantata”, di tutti noi che pensiamo come pensa il giornale o come pensa il gruppo o come pensano i mezzi di comunicazione sociale. Siamo delle persone libere? Noi che non siamo neppure liberi di comprarci le scarpe che ci piacciono, perché dobbiamo comperare quelle che piacciono agli altri, quelle che vanno di moda. Siamo liberi?
E gli altri ci sfruttano perché invece di agire con amore, guardano al profitto, all’interesse. Non guardano al fondamento di una vita che si possa chiamare umana. Ignorano, imprigionano, distruggono ciò che c’é di più essenziale, di più autentico, di più indispensabile che deve essere in ogni creatura umana: la bontà, la capacità di volere bene.
Ecco, miei cari, la situazione nostra con la situazione del mondo. Abbiamo bisogno di Cristo nostro salvatore che ci porti il suo amore, dobbiamo capire, che si può essere discepoli di nostro Signore Gesù Cristo alla sola condizione di volere bene agli altri, dobbiamo guardare a nostro Signore Gesù Cristo che non ha detto soltanto delle parole ma ha compiuto dei fatti e vuole che noi vogliamo bene agli altri come Lui ha voluto bene. E Lui é andato in croce per amore degli altri.
Questo dobbiamo capire, questo dobbiamo mettere nel nostro cuore, questo dobbiamo lasciare che penetri nel nostro Spirito particolarmente quando ascoltiamo la Parola di Dio, quando partecipiamo all’azione eucaristica e in un modo del tutto unico quando riceviamo nostro Signore Gesù Cristo. Nella comunione riceviamo Uno che é morto per la nostra salvezza e per la salvezza di tutto il mondo perché ci ama infinitamente; riceviamo Uno per attingere un po’ di amore dal suo cuore e poter guardare gli altri come a dei fratelli perché, come dice il papa: “Ogni uomo é mio fratello”.
Di quante cose sono capaci gli uomini di oggi! Sono capaci di andare sulla luna e oltre, sono capaci a produrre beni a non finire, sono capaci di una scienza che non ha limiti di orizzonte e non sono capaci di amare. Questa é la grazia che dobbiamo chiedere a nostro Signore Gesù Cristo per tutti i nostri fratelli, ma ricordiamo che questa grazia si comunica dall’uno all’altro perché costituiamo una sola famiglia. Se tra tutti i membri della famiglia non c’é uno che accoglie l’amore del Padre, l’amore del Padre cade invano. Se ci fosse anche solo uno dei figli che accoglie questo amore, tutti gli altri sono nella condizione di poter ricevere qualche cosa dell’amore del Padre.
Così siamo noi che veniamo in chiesa. Dobbiamo essere come dei punti d’appoggio, delle piattaforme di lancio, dei canali perché l’amore di Dio riversandosi su di noi possa raggiungere i nostri fratelli e portare la grande benedizione, il dono del suo amore che produce la pace.
OM 358 Buon anno 71 – 1 Gennaio 1971 – Sant’Andrea, ore 11, nevica