23 giugno 1968, Santuario di san Luigi a Sasso di Ponte in Valtellina
Miei cari, questa mattina, verso le otto, transitavo da Castiglione delle Stiviere ed ho viaggiato fin qui in compagnia di san Luigi. Va bene che egli sia arrivato qua per altra via e con altri mezzi, quando era già beato in cielo e abbia voluto fare sentire la sua presenza e il significato della sua bontà in mezzo a voi come l’aveva fatta sentire e la fa sentire nella sua terra d’origine, la terra mantovana, la terra dei Gonzaga.
Mi sento tanto quanto a casa mia in mezzo a voi, anche se non sono mai arrivato fin qua prima di adesso perché ormai un legame indissolubile, ecclesiale, quindi sacramentale, mi unisce a san Luigi, che penso mi accompagni in un modo del tutto singolare dal cielo in ogni luogo della terra e perciò particolarmente qui dove la sua presenza immediatamente -si può dire- dopo la morte e attraverso i secoli si é manifestata in un modo così evidente.
Noi questa mattina ci raccogliamo dinnanzi all’immagine, che ci ricorda la sua presenza in mezzo a noi, mentre celebriamo la Parola del Signore e il sacrificio eucaristico. Una parola del Signore è detta qui nella chiesa santa di Dio, a tutti noi battezzati e raccolti intorno all’altare del Signore in un atto di fede- una parola del Signore detta a noi a proposito di questo santo.
San Luigi, ad un certo punto della sua vita ha scoperto che Dio non é il Dio del passato, ma il Dio nella storia: il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e quindi di un’autentica storia, la storia della salvezza, ma soprattutto che é il Dio dei viventi, il Dio attuale, il Dio personale infinitamente sapiente, infinitamente buono, infinitamente potente che si preoccupa degli uomini e vuole salvarli. San Luigi ha inteso questa verità fondamentale, radicale della nostra vita e della nostra esistenza.
E, di Dio, ha scoperto tutto quello che il Signore, attraverso i tempi, ha voluto rivelare di se stesso e di quello che fa per noi.
Ha scoperto: -che è Dio amore, -che Dio per amore manda il Figlio Gesù Cristo su questa terra per la nostra salvezza -che Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, muore in croce per noi; -che il Padre e il Figlio, per portare a ciascuno di noi i frutti della salvezza, mandano lo Spirito Santo nei nostri cuori
perché ci faccia comprendere che noi siamo figli di Dio;
perché faccia fiorire, in noi, questa vita di figli di Dio;
perché stabilisca, in noi, questa vita di figli di Dio.
San Luigi ha compreso di essere non soltanto il figlio di un principe della stirpe dei Gonzaga tanto gloriosa in quei tempi, ma che in lui c’era una dignità molto più grande, una nobiltà molto più alta che lo costituiva per mezzo della fede e del battesimo figlio del Re dei re, figlio del creatore del cielo e della terra, figlio di Dio e sentiva Dio come Padre e Gesù Cristo suo salvatore come fratello e lo Spirito Santo come amico.
Dopo questa scoperta, alla luce della fede che si era proiettata nella sua anima ha risposto con coerenza, con coraggio ed ha scelto d’essere figlio di Dio. Non possiamo affermare che ha rinunciato a suo padre e a sua madre perché san Luigi ha sempre voluto un gran bene ai suoi familiari e si é sempre tanto preoccupato di loro, ma non ha scelto di essere un Gonzaga, non ha scelto di essere un principe, non ha scelto le cose del mondo e tutte le ricchezze che gli venivano da una facile eredità, non ha scelto tutti i piaceri di ogni genere che gli offriva la corte nella quale poteva rimanere da padrone. Ha scelto invece di camminare come figlio di Dio seguendo gli esempi di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in se stesso i misteri della vita di nostro Signore Gesù Cristo sotto l’impulso e la grazia dello Spirito Santo.
Allora troviamo questo giovane che, ad un’età umanamente parlando non ancora matura, si mette contro la volontà di un padre potente che possiamo definire dispotico; si mette contro l’affetto fortissimo e delicatissimo della propria madre; si pone contro l’atmosfera dell’ambiente in cui era cresciuto e in cui doveva vivere e che, come abbiamo detto, gli offriva tutti quei beni che umanamente parlando sono tanto desiderati; si pone contro anche ai consiglieri saggi che pensano di illuminarlo nella scelta della sua vita proponendogli un posto dignitoso nel suo casato dove avrebbe fatto tanto bene.
Tra queste persone sollecitate dal padre perché dissuadessero Luigi dall’entrare nella compagnia di Gesù, vi sono anche dei cardinali, dei vescovi, dei religiosi, dei sacerdoti, ma egli ha capito molto bene per una grazia singolare del Signore, che non deve ascoltare tutte queste voci, anche bene intenzionate, ma non sufficientemente illuminate.
Allora possiamo dire che e il giovane Luigi si mette contro tutto il suo mondo, contro tutto il suo ambiente, che si mette contro una corrente quasi irresistibile e resiste e vince. San Luigi si pone contro tutti gli usi e i costumi che giudica fuochi fatui, insignificanti e quindi senza valore, per affermare la propria fede, per dichiarare i valori del vangelo, per sostenere i valori della grazia di nostro Signore Gesù Cristo, per vivere dell’amore verso Dio e dell’amore verso il prossimo. E’ così che egli afferma la sua santità.
Miei cari, oggi la figura di san Luigi, in un certo qual senso, è stata riabilitata dallo studio dei documenti storici e della iconografia dei ritratti di san Luigi che sono veramente rivelatori. Nella nostra Castiglione ce ne sono alcuni espressivi. Negli ultimi cento anni, specialmente. C’é stata tutta un’agiografia di san Luigi scritta per motivi edificanti. Nelle immagini date alla pietà dei fedeli San Luigi é raffigurato con il collo torto come un ragazzo malaticcio, come un debole, come un “devozionista”. No. San Luigi é un giovane vigoroso che ha il coraggio di andare contro tutto e contro tutti. L’ultimo autore che ha scritto la vita di san Luigi, dopo avere consultato i documenti del tempo, lo ha definito: il ribelle di Dio.
Se siete disposti a capirmi bene vi dico che san Luigi,oggi, sarebbe un giovane protestatario perché a suo tempo ha protestato contro suo padre, contro i costumi della corte del tempo e non ha accettato né l’ambiente, né la condotta delle persone che lo circondavano, né quel costume e neppure quella forma di vita cristiana che metteva insieme Dio e il peccato. Quindi é stato un giovane forte e vigoroso che, ha da dire una parola proprio ai tempi nostri.
Noi lo possiamo riscoprire e intendere alla luce dei tempi nostri e dei fenomeni che accadono ai tempi nostri e che ci possono preoccupare, turbare, e che nella totalità non si possono approvare, ma sono fenomeni indicativi che hanno una sintonia, una consonanza con le esigenze del Vangelo, che sono esigenze di coerenza.
Se noi crediamo in Dio e in Gesù Cristo che é morto per noi e nella grazia dello Spirito Santo, non possiamo conciliare la chiesa e chi nega la chiesa, non possiamo conciliare grazia di Dio e abuso del potere, non possiamo conciliare giustizia con l’ingiustizia costituita che costringe la maggior parte della umanità in una condizione di vita che é sotto-umana, che impedisce alle persone di essere quello che devono essere secondo le loro intime esigenze, secondo una vocazione individuale.
San Luigi ha da dire a noi che non dobbiamo più accontentarci di un cristianesimo di tradizione. I nostri vecchi, ai loro tempi, facevano bene; ma ai nostri tempi bisogna fare di più e meglio. Noi che siamo i figli del progresso non dobbiamo progredire solo nelle macchine, nel vestiario, negli elettrodomestici, ma dobbiamo progredire anche spiritualmente nella nostra cultura religiosa, nella ricchezza e dignità dei nostri sentimenti; dobbiamo aprire il nostro cuore come si aprono i nostri orizzonti; dobbiamo capire che il cristianesimo ciimpegna soprattutto ad essere come ci vuole Gesù Cristo il quale ha detto: in questo conosceranno che siete miei discepoli, sapranno che siete cristiani autentici, della stirpe dei santi: se vi vorrete bene come io vi ho voluto bene.
Ecco il grande precetto del cristianesimo: amatevi come io vi ho amato, dice Gesù Cristo e lo dice anche san Luigi. San Luigi ha amato i propri fratelli e nei fratelli vedeva Gesù Cristo il Figlio di Dio e li ha amati fino a condividere la malattia contratta al loro servizio.
Vogliamo essere cristiani come si conviene al tempo di oggi? Apriamo il cuore a sentimenti di altruismo, di dedizione; chiudiamo il cuore ai sentimenti dell’egoismo, della grettezza della ristrettezza; spaziamo verso tutti i problemi e gli avvenimenti del mondo, verso tutte le creature di Dio. E se siamo cristiani, ho detto, distinguiamoci perché vogliamo bene ai nostri fratelli.
Questo é il messaggio che ci porta san Luigi, questo deve essere la nostra protesta nei confronti di un mondo che non é giusto, che non é retto che va contro il buon costume. Affermiamolo non con delle parole, non con la violenza, ma con la nostra vita, con la nostra esistenza, con la nostra condotta caratterizzata dall’amore scambievole tra noi e verso tutti i nostri fratelli.
OM 129 Luigi 68 – 23 giugno 1968 ore 10.30
Santuario di san Luigi a Sasso di Ponte in Valtellina