opuscolo offerto per il suo 80° compleanno – Fasano 1990
La dignità della donna
La Lettera apostolica, l’abbiamo in parte già detto, è fondata sulle parole e sulle affermazioni di Dio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» e «non è bene che l’uomo sia solo».
Non è che Dio fa le cose e poi scopre che sono incomplete, come avviene per noi, e le aggiusta.
Il piano di Dio è di una sapienza infinita, non è condizionato dal tempo e dallo spazio, come lo sono i nostri progetti.
Dio, il suo progetto lo ha chiaro da sempre e quando dice: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» e «Non è bene che l’uomo sia solo» non corregge il suo progetto: crea l’uomo a sua immagine e somiglianza dall’istante in cui plasma con le sue mani tanto Adamo come Eva.
Eva non è un complemento, un rimedio, un ripensamento.
Nella mente di Dio tutto è perfetto e definitivo: tutto è completo.
Le cose, poi, sono raccontate nella Bibbia secondo un ordine di tempo, secondo la “condiscendenza” di Dio (cfr. DV, 13). Dio ha presente tutto dall’istante in cui pensa. Così ha pensato “l’uomo” a sua immagine e somiglianza.
L’espressione «non è bene che l’uomo sia solo» significa che il Dio cristiano non è un “solitario”,
+ è un Dio “solo”,
+ ma Padre, Figlio e Spirito santo.
Gesù dice: «Il Padre non mi lascia mai solo… Io e il Padre siamo una cosa sola» (cfr. Gv 16, 32).
Quando Dio dice: “a nostra immagine e somiglianza” esprime la volontà che l’uomo non sia un “solitario”, un abbandonato a se stesso, un malinconico!
Una certa spiritualità, per molto tempo ha magnificato la “beata solitudine”.
Il silenzio, la tranquillità, la mancanza di disturbi esterni, sono certamente un bene nel quale ci troviamo a nostro agio. La natura aborre il vuoto.
Essere solitari non è secondo la nostra natura.
Se non abbiamo una persona a cui dire le nostre cose e se non siamo nella disponibilità di stare in ascolto, la nostra non è più vita umana.
La solitudine è il peso più gravoso, il pericolo più insidioso e il vuoto più triste.
«Non è bene che l’uomo sia solo» ha la sua conseguenza nel comandamento nuovo: «Che vi amiate come io vi ho amato».
Come si fa ad amare se si è soli?
Come si può essere amati se si è separati da qualunque altra persona?
Ecco allora la ragione per cui l’uomo non deve essere solo e per cui la solitudine è tristezza.
Non è “beata” la solitudine, è “beato” il silenzio; è bello il silenzio, non è bene la solitudine.
“Simile a lui”: quindi non è che la donna sia meno dell’uomo e che l’uomo sia più della donna, come per molto tempo si è pensato.
Noi preti e noi vescovi abbiamo studiato, imparato e predicato, purtroppo, questa logica degli uomini.
Il profeta invece dice: «I miei pensieri non sono come i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55, 8-9) .
Nella mente di Dio, cioè, la donna è una cosa sola con l’uomo, l’uomo è una cosa sola con la donna: insieme formano l’umanità della persona.
Vi ho già detto che, nel progetto di Dio concepito al primo istante ed eseguito nel tempo secondo la descrizione della Bibbia, la donna non viene dopo l’uomo: Dio concepisce la persona umana ed è persona tanto l’uomo come la donna.
Il Documento afferma che l’uomo e la donna non sono complementari, come se uno avesse quello che manca all’altro, ma sono “reciproci”: l’uomo è l’uomo, la donna è la donna, uguali tanto nella dignità, come nella intelligenza e nei sentimenti, ma uno fatto per l’altro, ciascuno riferito all’altro.
“Due in una carne sola” (Mt 19, 5): uno fatto per l’altro, ma distinti. Devono essere “uno solo” perché una sola è l’umanità della persona, ma ciascuno la vive con la sua prerogativa.
La vita della persona umana, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, si riferisce alla vita di Dio nel mistero trinitario.
– Non è che il Padre sia il Figlio,
– non è che il Figlio sia il Padre, ecc.
– Il Padre è Dio come il Figlio è Dio.
– L’uomo è uomo, come la donna è donna: sempre vera persona umana.
– Lo Spirito Santo è Dio e porta a compimento, alla perfezione, alla totalità ciò che il Padre e il Figlio compiono. Così l’uomo e la donna sono completi nella loro comunione, dono dello Spirito.
C’è uno specifico della donna?
La Lettera apostolica risponde: perché la donna è sposa, è madre, è vergine.
ST 396 Donna 90 – 02