La figura che campeggia ne vangeli delle domeniche di Avvento è quella di Giovanni Battista.
Secondo il Vangelo di Luca Giovanni appartiene già alla Nuova Alleanza: “La legge e profeti vanno fino a Giovanni: da allora è annunciata l Buona Notizia del regno di Dio” (Luc 16,16). Egli quindi non è solo il Precursore, ma colui che annuncia il regno già operante e in qualche maniera presente: “con molte esortazioni annunciava l’evangelo al popolo” (Luc 3,18). In tutto il circondario del Giordano egli fa risuonare il suo invito alla penitenza (Luc 3,3l e anticipa e prepara la predicazione di Gesù: “Ravvedetevi e credete al vangelo” (Mc. 1,15). La sua voce non è una voce puramente umana. Egli viene dal deserto, cioè dalla solitudine piena della voce di Dio: ” la parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” (Luc. 3,2).
Giovanni è il vero amico dello Sposo, Gesù Cristo, e si rallegra ed è colmo di gioia per la sua venuta (Giov 3,27-30) Egli è « la lampada che arde e risplende » (Giov 5,35).
L’umile amico di Gesù è nominato nel grandioso inno giovanneo, in cui si canta il fatto più prodigioso e centrale della storia della salvezza, il divenire carne della Parola e “Giovanni non era la luce, ma il testimone della luce ” (Giov L,8). La sua missione in rapporto alla chiesa è di guidare alla fede: « Egli venne come testimone, per dare testimonianza alla luce, affinché tutti vedessero per mezzo di lui” (Giov 1,7).
Il nostro vescovo
Se pensiamo alla missione che Gesù ha affidato agli apostoli e ai loro successori, i vescovi, non mi pare fuori luogo trovare una somiglianza tra questi e il Battista.
Come lui, ogni vescovo annuncia il vangelo e invita alla conversione e alla fede. Il vescovo dona la sua vita a servizio di Gesù e delle persone a lui affidate (tutta la Chiesa, ma in particolar modo una diocesi). Egli lavora perché Gesù cresca in noi, con una dedizione talvolta sconosciuta e nascosta ” Lui (Gesù) deve crescere, io diminuire” (Giov 3,30).
A me piace vedere realizzarsi nel mio vescovo quanto dice il vangelo del Battista. “Giovanni stava con due dei suoi discepoli e fissando Gesù che passava disse: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo” (Giov l 29. 35-36). Il vescovo che «fissa» il volto di Gesù! Ma non solo per se: egli è insieme con altri discepoli che egli vuol condurre a Gesù. Proprio come il Battista: « I due discepoli, sentendolo parlare essi, seguirono Gesù » (Giov 1,37).
La voce del vescovo è la voce amica che vuol condurci a “seguire” Gesù: che cosa di più bello per esprimere la missione magisteriale del vescovo?
Sta a noi far in modo che la sua non sia una voce che cade “nel deserto”, arido e senza eco, di un cuore indifferente o distratto.
Egli è il testimone della luce, nella sua parola risuona la parola di Gesù, nella sua azione pastorale splende la luce che ci guida verso Gesù “Luce del mondo”.
Sac. Antonio Bonora
“La cittadella” 10 Dicembre 1967