Ma l’amore misericordioso e fedele del nostro Dio è la Fede, che deve essere un rapporto personale, che coinvolge totalmente la nostra persona, la nostra vita, la nostra esistenza, che ha una dimensione ecclesiale proiettata sul futuro: escatologica. Che porta a quella che si chiama l’opzione fondamentale per cui, il nostro cuore è sempre coscientemente e volutamente teso verso Nostro Signore Gesù Cristo, nel quale il padre ci vuole incontrare per la grazia e l’azione dello Spirito Santo. Però non sempre avviene così. La storia della salvezza è la storia della fedeltà di Dio e della infedeltà dell’uomo. L’infedeltà dell’uomo all’amore di Dio si chiama peccato.
Io vorrei, sulla scorta di alcuni testi biblici, mettere in evidenza come il peccato cristiano, il peccato secondo la Fede, il nostro peccato, consista nel rifiutare l’amore di Dio, nel non fidarci dell’amore di Dio, nel non essere contenti, soddisfatti dell’amore di Dio.
Ecco come si consuma il primo peccato. Sapete che questi primi capitoli del Genesi vanno letti secondo il loro contenuto, non tanto secondo la loro espressione letteraria. Ma l’espressione letteraria è molto adatta per farci comprendere il contenuto di questi capitoli.
Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, e somiglianza” vedete che per tutte le altre cose. Dio disse e le acque furono, Dio disse e le stelle furono, Dio disse ecc. Invece qui c’è un consiglio di famiglia nel quale si decide la cosa definitiva “facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Abbiamo già avuto occasione di mettere in evidenza che è proprio di Dio che quello di essere uno in tre persone, cioè tre persone che vivono un medesimo amore, tre persone che hanno una esistenza di amore vicendevole e reciproco. Quindi l’uomo è fatto a questa immagine, a questa somiglianza. Sappiamo, in seguito dalla rivelazione, che proprio a questa vita di Dio l’uomo è chiamato a comunicare e perciò è già disposto nel suo essere, nella sua costituzione a questa partecipazione, a questa comunione.
“E domini sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte bestie selvatiche su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
Quindi al di sopra di tutte le creature.
“Dio creò l’uomo a Sua immagine”, a immagine di Dio lo creò maschio e femmina lo creò Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, soggiogate e dominate i pesci del mare e sugli uccelli dell’aria, su ogni essere vivente che striscia sulla terra. Poi Dio disse: “ecco io vi dò ogni erba che produce semi e che è su tutta la terra e ogni albero su cui è frutto, che produce frutto. Saranno vostro cibo”. A tutte le bestie selvatiche a e a tutti gli uccelli del cielo, a tutti gli esseri che strisciano sulla terra nei quali “è alito di vita io dò in cibo ogni erba verde”. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona “e fu sera e fu mattina, sesto giorno”
Sapete che in questi capitoli si intrecciano due redazioni o tradizioni: quella javista e quella sacerdotale, per cui ci sono delle cose anticipate e altre raccontate dopo o raccontate due volte.
Quando il signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra. ……. il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perchè lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore diede questo comando all’uomo: “tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare perchè quando tu ne mangiassi certamente moriresti”. Poi il signore Dio disse: “non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo che si addormentò, gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto dall’uomo una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: “questa volta essa è carne della mia carne, ossa delle mie ossa, la si chiamerà donna perchè dall’uomo è stata tolta”.
Notate che tute queste espressioni non vogliono dire che la donna è inferiore all’uomo ma che c’è unità di natura tra l’uomo e la donna.
“Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”
cioè una sola persona. “Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna” segno della loro innocenza, il serpente era la più astuta delle bestie selvatiche fatte dal Signore egli disse all’uomo: “è vero che Dio ha detto non dovete mangiare di nessun albero del giardino”? rispose la donna al serpente: “dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino di Eden non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare perchè altrimenti morite”. Ma il serpente disse alla donna: “non morirete affatto, anzi, Dio sa che quando voi ne mangerete si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo
il bene e il male”. Allora la donna ….
Metto soltanto in evidenza il senso della espressione: conoscere il bene e il male.
Non è una conoscenza intellettiva ma è: “decidere ciò che è bene e ciò che è male”. Chi decide ciò che è bene e ciò che è male è solo prerogativa di Dio. E’ solo da Dio che si ha il criterio per dire ciò che è bene e ciò che è male. Perchè se questo fosse prerogativa dell’uomo allora ci sarebbe la più grande confusione e ognuno direbbe bene quello che gli torna conto e direbbe male quello che non gli è utile.
Sarebbe mettersi al posto di Dio. Prendere il posto di Dio : “sarete come Dio”.
Perciò, il senso del peccato dei primi parenti quale è? Avevano tutto: la vita, la vita insieme, tutti i beni della creazione, tutto a loro disposizione. Per di più avevano l’amicizia di Dio. E, la garanzia dell’amicizia di Dio , attraverso tutto quello che Dio aveva operato per loro: perchè potevano disporre di tutto. Interessante il racconto di come Adamo dia il nome ad ogni cosa, nel senso che ne prende possesso. E’ il signore, è il padrone. Adamo ed Eva, dietro la suggestione del serpente, non si accontentano di questo, vogliono essere come Dio , quindi rifiutano l’amore di Dio. In questo consiste il loro peccato.
Noi riteniamo comunemente che il peccato consista nel trasgredire i comandamenti e questo è anche vero. Però, quando Dio consegna a Mosè le tavole della legge pronuncia queste parole: “Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione di schiavitù. Non avrai altri dei fuori di me”.
Notate: io sono il tuo Dio. E, ricorda che cosa significa essere il Dio del suo popolo: sono quello che ha fatto e sono quello che farà. Ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù. Non ci possono essere altri dei capaci di questo. E il peccato degli israeliti alle pendici del monte Sinai in che cosa è consistito? Mosè non torna, non si fa più vedere; Dio si è dimenticato di noi…. Noi vogliamo un Dio che si veda coi nostri occhi, che si tocchi con le nostre mani, che marci alla nostra testa come tutti gli dei degli altri popoli……non importa quello che ha fatto il nostro Dio, quello che è stato Dio per noi. Lo rifiutano questo Dio .
Per capire il senso di ciò che è Dio per il popolo, leggiamo qualche cosa del profeta Isaia, uno dei tanti profeti. E, una delle tante cose che si possono leggere per dire come è l’amore di Dio per il suo popolo.
“Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato o Israele” sia personalmente che come popolo “non temere perchè io ti ho riscattato e ti ho chiamato per nome”. Chiamare per nome!. “Tu mi appartieni”
ma non come possesso ma come oggetto del mio amore: “se dovrai attraversare le acque sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno, se dovrai passare in mezzo al fuoco non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare poichè io sono il signore tuo Dio”. Non c’è altra ragione. Sono il Signore tuo Dio perciò non ti potrà capitare niente.
“Il santo di Israele, il tuo salvatore io dò l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Siria al tuo posto perchè tu sei preziosa ai mie occhi, perchè sei degno di stima e io ti amo”, pensate che Dio lo dice a questo popolo
“dò uomini al tuo popolo e nazioni in cambio della tua vita, non temere perchè io sono con te. Dall’oriente farò venire la tua stirpe, dall’occidente io ti radunerò, dirò al settentrione restituisci, e al mezzogiorno non trattenere. Farò tornare i miei figli da lontano”.
Vuole radunare il suo popolo “vuole fare di tutti gli uomini un popolo che lo adorasse” e le mie figlie dalla estremità della terra, “quelli che portano il mio nome e che per la mia gloria ho creato e formato e anche compiuto”.
Ci sono altre espressioni ancora più belle significative. Sentite Osea. Dopo aver rimproverato il suo popolo perchè si è comportata come una prostituta “ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore e verrai in quel giorno, oracolo del Signore, io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra. La terra risponderà con il grano, il vino nuovo e l’olio e questi risponderanno a Israele. Io li seminerò di nuovo per me nel paese e amerò “non amata” e a “non mio popolo” dirò “popolo mio ed egli mi dirà mio Dio” .
E il peccato consiste nel rifiutare questo Dio. Da dare il Suo Figlio unigenito affinchè chiunque crede in Lui non muoia ma abbia la vita eterna. E Gesù dirà: “io sono venuto per dare la vita e per darla in sovrabbondanza”, “io sono la vita”. Giovanni commenterà: “noi abbiamo visto la vita e dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto”.
Gesù dirà ancora: “non sono venuto per giudicare il mondo ma per salvare il mondo”.
Lo abbiamo letto anche questo ieri sera: per salvare il mondo.
Ad un certo punto Gesù dirà : “non vi chiamo più servi ma amici perchè tutte le cose che ho udito dal Padre mio le ho fatte note a voi, ve le ho rivelate”.
Dire tutto a una persona, tutto quello che si porta nel proprio cuore, è il segno estremo dell’amicizia, che può essere suggellato unicamente con il dono di sè. Nessuno ama di più di colui che dà la vita per chi ama, per colui che ama. E Gesù potrà dire: “amatevi come io vi ho amato”. Abbiamo già notato che Gesù la sua vita, l’ha data liberamente. nessuno può togliermi la vita ma io la do liberamente per fare la volontà del Padre che era quella della nostra salvezza, della nostra liberazione. Ecco l’amore. E il peccato È rifiutare l’amore di Dio .
Io non se riesco a rendere questo pensiero, o meglio, questa realtà, questa situazione. Il peccato non è qualche cosa d’altro. Non siamo più sotto la legge, siamo nella economia della grazia, cioè nella economia della benevolenza, della gratuità da parte di Dio. Siete salvi per grazia, perchè Dio vi ha amato. Tutto è grazia. Quindi, per il cristiano, non conoscere l’amore di Dio, non conoscere le meraviglie, di Dio, non conoscere fino a che punto si spinge l’amore di Dio, non riconoscere che l’amore di Dio è accompagnato da tutti i beni, che ci sono nell’ordine della creazione e nell’ordine della salvezza. Come tutti i beni della creazione siano per l’uomo, lo abbiamo visto a principio. Come tutti i doni, i beni della salvezza siano a nostra disposizione lo sappiamo perchè: se Dio ci ha dato il suo figliolo come potrà rifiutarci una qualsiasi grazia per il nostro bene? Se Dio è con noi chi potrà essere contro di noi? Noi abbiamo questa certezza che, nè la morte nè la vita, nè nessuna potenza di questo mondo, nessuna situazione, nessuna circostanza, mai ci potranno strappare dall’amore di Dio, che ci stringe nell’abbraccio di Gesù Cristo crocifisso.
Non fidarsi di questo amore, e quindi pensare che ci possa essere qualche cosa d’altro al di fuori del dono dell’amore di Dio e di tutto ciò che accompagna l’amore di Dio, perchè l’amore di Dio accompagna l’uomo con la donna, la donna con l’uomo se si sposano. L’amore di Dio accompagna la vita dell’uomo con il pane, con il cibo, con l’acqua, con l’aria. E’ solo il peccato che limita, che crea le ingiustizie. Dio no. Di Dio è la terra e i cieli e tutto quanto vi abita in essi, e tutto quanto è per l’uomo. Quindi Dio non scrive “proibito” da nessuna parte. Scrive proibito soltanto sull’albero dell’autosufficienza, sull’albero della idolatria, sull’albero della pretesa di essere come Dio, di porsi al posto di Dio, di porre altri dei al posto del nostro Dio .
Riflettete che una presentazione del peccato e una conoscenza del peccato così come quella che abbiamo cercato di scoprire oggi nel libro di Dio, non è dominio della nostra conoscenza, non ci è famigliare. Noi non siamo ancora entrati nel regno della grazia. Siamo ancora sotto il regno della legge, dei piccoli precetti, delle prescrizioni, del legalismo. Noi siamo ancora così materialisti da ritenere peccato un’azione materiale. Ora, non c’è nessuna azione materiale che per quanto è presa in se stessa, sia peccato. Un taglio operato nel nostro corpo, se lo compie il chirurgo, è un’opera buona, se lo compie un assassino… uno va secondo il disegno di Dio, dell’amore di Dio che vuole la nostra vita, l’altro va contro il disegno di Dio perchè vuole toglierci il dono di Dio. Per questo è peccato. Così dite per qualsiasi azione. Non è l’azione in se stessa che può essere peccato e neppure tanto l’intenzione. Stiamo attenti con queste benedette intenzioni. E’ proprio una questione di atteggiamento. O si conosce l’amore, o si crede all’amore, o ci si fida dell’amore, o si ha la gioia di essere contenti dell’amore, e allora si è in grazia di Dio. Diversamente si è nella condizione di peccato.
Vedete allora come il peccato non consiste tanto nel non fare qualche cosa. Forse non rendo bene. Mi esprimo diversamente. Non consiste nel non fare qualche cosa ma nel non accettare l’amore. Non mi viene una espressione più felice. Non ha importanza. Voi avete capito. Mi fermo a questo punto. So di aver fatto un discorso un pò sospeso… Se volete fare subito qualche domanda.
Risposta a una domanda che non è incisa.
L’amore di Dio. Anche i preti ti rispondono: “ma questi sono discorsi da suore”. No. Questo È il discorso di Dio da tutti i secoli, dalla prima parola del genesi fino all’ultima parola dell’apocalisse. Noi abbiamo abbandonato la Bibbia. Io ricordo quando il mio Monsignore, il vostro Padre veniva a predicare gli esercizi nel nostro seminario a Tortona. Era il tempo in cui parlava della grazia di Dio e portava una ventata di novità, perchè si parlava del dovere di stare in grazia di Dio ma che cosa fosse la grazia di Dio, nessuno lo diceva. La grazia di Dio è la espressione completa dell’amore di Dio. Ma c’era qualcuno che, appena appena, aveva il “pallino” di parlare di cose nuove. Che cosa sono queste novità? Ho risposto.
altra risposta
Il guaio è – ripeto – che non sappiamo che c’è l’amore di Dio, non sappiamo che cos’è l’amore di Dio, non sappiamo le meraviglie che ha compiuto l’amore di Dio, non sappiamo come l’amore di Dio sia un amore fatto per noi. Ci ha fatto a sua immagine e somiglianza perchè in lui c’è la risposta alle esigenze della nostra natura, fatta a sua immagine e somiglianza.
altra risposta
E, il discorso, come si potrebbe continuare! per dire come in questi tempi, il mondo sia occidentale che orientale, sia di destra che di sinistra, cerca proprio di togliere il senso del peccato, perchè toglie il senso di Dio e al posto dell’amore di Dio non fa altro che mettere l’egoismo: o un egoismo individualista, o un egoismo collettivista.