Ostiglia 1968 L’Apostolo Paolo questa mattina ci dà la grande lezione di volerci bene tra di noi
Sono lieto che il primo incontro del Vescovo con la comunità di Ostiglia avvenga con i piccoli, con voi giovani che siete stati segno della predilezione di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù si circondava di bambini. Gesù si è incontrato con l’adolescente, lo ha guardato negli occhi e gli ha voluto bene. Voi, che siete l’oggetto della predilezione di Gesù dovete essere anche l’oggetto della predilezione del Vescovo.
Le Persone adulte ricevono dal Signore il comando di diventare piccoli come voi e poi dice ancora “ogni cosa farete a uno dei miei più piccoli la avrete fatta a me” e ancora ” se uno dà cattivo esempio a uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio si legasse un grosso sasso al collo e si andasse a buttare nel profondo del mare.
Questa mattina, mentre ci incontriamo la prima volta, ascoltiamo le parole di S. Paolo che dice:” fratelli siate imitatori di Dio come figli carissimi” Voi siete tutti figli carissimi. Papà e mamma vi vogliono tanto bene anche quando li fate inquietare, anche quando vi dicono che siete la loro disperazione. Ma c’è qualcuno per il quale siete figli carissimi in un modo ancora più grande.
– Chi mi sa dire chi è Colui per il quale siete figli più cari di quanto non lo siate per i vostri genitori?
– rispondono
– Come siete bravi! E, siete proprio sicuri che Dio vi vuole più bene del papà e della mamma?
– Come mai Iddio vi vuole più bene di loro?
rispondono
– Ecco una risposta semplice: perché Dio è più buono. Il papà e la mamma sono buoni perché assomiglino un po’ a Dio, perché hanno il cuore che Dio stesso ha fatto simile al suo cuore. Se non hanno un cuore come lo ha fatto Dio potrebbe capitare, che persino dei papà o delle mamme non vogliano bene ai propri figli.
– Da che cosa comprendiamo che Dio ci vuole tanto bene e che, quindi, siamo figli carissimi?
rispondono
– Lo comprendiamo dal fatto che Dio per dimostrarci il suo bene ha mandato sulla terra il Figlio suo, Gesù. – E, Gesù come ha fatto a dimostrarci che il Padre ci vuole tanto bene?
rispondono
– Avete dato la risposta giusta: Gesù è morto in croce.
Ma, ritorniamo alle parole di S. Paolo che dice: siate imitatori di Dio secondo l’esempio di Cristo che ci ha amato ed ha dato se stesso per noi offrendosi a Dio. Noi dobbiamo diventare imitatori di Dio, ossia dobbiamo fare come ha fatto Gesù che si è sacrificato per noi perché possiamo essere veramente suoi figliuoli: per essere veramente cristiani. Vi volete bene tra voi? Non vi bisticciate mai? Quando vi bisticciate vi volete bene?
Per volersi bene – è un discorso che devono capire soprattutto i grandi-, non dobbiamo lasciarci trasportare dall’ira, dalla impazienza, dalla irascibilità, dalla passione; dobbiamo dominarci, sacrificarci, mortificarci. Per volere bene agli altri bisogna fare dei sacrifici. I vostri papà e le vostre mamme fanno tanti sacrifici per voi e poi, fra di loro, se si vogliono bene, devono soprattutto fare dei sacrifici.
Gesù, per poterci dimostrare che ci voleva bene ha preso la sua croce. Quante volte noi siamo una croce l’uno per l’altro! Poi, non ci sono solo le relazioni familiari ma anche i rapporti con gli altri. Quando uno vuole fare i propri interessi a danno degli altri, quando uno vuole arricchirsi rendendo poveri gli altri, quando uno compie ingiustizie per prendere un posto che tocca ad altri, vuole bene agli altri? Vuole bene al suo prossimo? Anche voi, piccoli potete dare la risposta che sapete. L’Apostolo Paolo, questa mattina ci dà la grande lezione di volerci bene tra di noi sacrificandoci come si è sacrificato nostro Signore Gesù Cristo perché ci voleva bene.
Siamo in tempo di Quaresima. Dobbiamo essere capaci di fare dei sacrifici. Non sarà il sacrificio del digiuno o di altre cose che voi più piccoli non potete dare, ma quello di mortificare le proprie passioni, quello di essere giusti, quello di essere rispettosi degli altri, quello di dare qualche cosa non solo del vostro, ma di voi stessi per gli altri. Ecco come si può diventare veramente cristiani e andare incontro alla Pasqua, cioè alla resurrezione, alla nostra vita rinnovata, alla Grazia di nostro Signore Gesù Cristo che ci deve rendere buoni, che deve rendere il nostro cuore simile al cuore di Dio capace di voler bene a tutti, più di quanto non lo siano capaci un papà e una mamma.
OM 091 Ostiglia 68