Pasqua 1976 in sant’Andrea
Carissimi, la chiesa questa mattina accoglie tutti i suoi figli al canto dell’alleluia che scandisce tutte le parti di questa solenne liturgia della Pasqua.
Io che in questo momento sono la voce della chiesa, – cioè di tutti voi che vi raccogliete intorno a nostro Signore Gesù Cristo nella fede, nella speranza e soprattutto, almeno, in un desiderio di bontà, vorrei che il canto dell’alleluia risuonasse profondamente nel cuore di ciascuno di voi.
Questa é una delle occasioni nelle quali il nostro vasto sant’Andrea quasi non contiene tutte le persone che vi accedono e molte rimangono là in fondo. Vorrei raggiungere tutti, anche se c’é una certa distanza materiale, per dirvi quanto vorrei – certamente anche voi lo volete con me – che prenda senso nel vostro cuore il canto dell’alleluia. Se non avesse senso, se non vi toccasse almeno in qualche modo e in qualche misura non sareste qui.
Perché la chiesa dice: alleluia? Perché la chiesa esce in questo grido incontenibile di gioia? Per un fatto inaudito, grandioso, impensabile, ma altrettanto decisivo: Cristo é risorto. Per questo noi siamo nella gioia, per questo noi facciamo festa.
Cristo é risorto e dal momento della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo tutto é cambiato nel mondo. Tutto è cambiato nel piccolo mondo che circondava la persona di nostro Signore Gesù Cristo ma anche in tutto l’universo,in tutti gli uomini, in tutta la creazione anche se non é stato avvertito. E’ Dio che entra nel mondo,
E’ Dio che entra nell’universo,
E’ Dio che entra nel cuore della creazione,
E’ Dio che diventa uomo partecipe della materia di cui é composto l’universo.
Da quel momento tutto riceve una qualità nuova, tutto fa un passo in vanti, fa un superamento, tutto va al di là della finitezza, al di là dei limiti, al di là degli orizzonti, tutto va nei confini di Dio dove non c’é confine.
Miei cari, non vorrei che queste suonassero come delle parole enfatiche. La Pasqua é proprio questo evento di Dio che entra nel mondo con la sua potenza e rende partecipe il mondo e nel mondo gli uomini, di ciò che egli é e rende capace gli uomini di ciò che egli fa.
Che cos’è Dio? Non prossimo dire che cosa é Dio e neppure chi é Dio. Noi sappiamo che cosa fa Dio. Da quello che Dio fa, in qualche modo comprendiamo chi Egli sia, che cosa sia. Giovanni, l’apostolo, l’evangelista dice: Dio é amore. Dio é amore e tutto ciò che fa, lo compie per amore.
Fratelli cari, é importante per ognuno di noi che Dio sia amore? E’ importante che sia amore Colui che sta al di sopra e nella profondità di tutto quello che esiste? E’ importante che sia amore Colui che trascende e nello stesso tempo é nel più intimo di tutto ciò che esiste? Non é forse una cosa importante che tutto ciò che Egli fa sia espressione del suo amore? Non é forse una cosa importante che l’interlocutore del suo amore sia ognuno di noi in mezzo a tutti gli uomini e in mezzo a tutto il creato?
Qualcheduno potrebbe dire: se fosse vero! Molto sinceramente e molto francamente, a questo dubbio c’é una sola risposta. Mi rincresce esprimermi in questo momento in un modo banale: provate per credere! Sì, provate per credere! Dal momento che siamo venuti in chiesa, prendiamo l’atteggiamento di uno che si pone sinceramente dinnanzi a questo Dio sconosciuto, dinnanzi a questo mistero per accogliere – semmai c’é – l’amore, per lasciare entrare nella nostra persona questa corrente – se mai c’é – dell’amore.
Direte: che proposta! E’ la proposta cristiana. E’ la proposta di nostro Signore Gesù Cristo. E’ la proposta del vangelo: metterci in un atteggiamento di accoglienza dell’amore e quindi fare spazio all’amore nella nostra persona allontanando l’interesse, perché l’amore va al di là di ciò che siamo, perché l’amore va va al di là di ciò che conta, di ciò che vale, perché i nostri calcoli li dobbiamo fare in modo che risolavano anche l’ultimo problema non solo quella della vita presente.
Io sono colpito da un fatto singolare. Ci sono persone che si professano non credenti, lontani dalla chiesa, lontani da Dio, e poi vanno al cimitero, portano ceri e fiori. Ma come? Dei ceri ad uno che non vede, che non sente, che non sa? No. Non ci rassegniamo a questo scotto finale come tutto fosse finito, perché lo sentiamo che non é finito anche se vogliamo convincerci che é finito.
Gesù Cristo é qui, nel nome di Dio, nel nome del Padre, con la forza della sua risurrezione, con l’evento attraverso il quale Egli ha vinto la morte ed ha affermato la vita per dirci: voi siete nel cuore dell’amore di Dio, voi siete nel cuore dell’opera di Dio, voi non siete destinati a camminare verso la perdizione ma verso la salvezza. E la salvezza é nell’amore. E la salvezza é nella capacità che noi abbiamo, giorno dopo giorno, di sviluppare e di aumentare in noi l’amore! Tutti indubbiamente abbiamo fatto l’esperienza che i momenti più belli sono quelli nei quali abbiamo la certezza di essere amati.
Allora vedete che, c’é un motivo per cui la chiesa oggi dice “alleluia. Cristo é risorto!
Cristo é il testimone fedele dell’amore di Dio per noi.
Cristo é il testimone fedele che ci garantisce che il valore dell’amore é la cosa più bella per la vita dell’uomo;
Cristo é il testimone fedele che ci assicura che l’amore é diventato possibile in mezzo agli uomini nel mondo perché c’é di mezzo la potenza del suo amore, offerta a ciascheduno di noi.
Dinnanzi ai nostri sguardi, c’é un fonte battesimale. Noi siamo stati battezzati. Tutti. Ma l’acqua é un simbolo. Noi siamo stati battezzati in Cristo, cioè, siamo stati innestati nel vortice della potenza del suo amore che parte dal cuore del Padre, perché diventiamo creature capaci di amare e di amarci come ci ama Dio.
Ecco la Pasqua!
Ecco il passaggio da gente che non ama a gente che ama!
E, amare é la più bella cosa della vita.
Un vostro povero fratello vi augura di tutto cuore che questa sia la vostra pasqua,che questa sia la vostra scoperta e il vostro impegno.
OM 632 Pasqua 76