30 Maggio 1969 in Piazza Erbe per la chiusura del mese mariano ore 21,30
Abbiamo terminato la nostra preghiera meditando un avvenimento della storia della nostra salvezza: ciò che è avvenuto nel cenacolo, la presenza di Maria, la discesa dello Spirito Santo e le conseguenze di quest’avvenimento, per cui tutti erano unanimi, erano un cuore solo ed un’anima sola, perseveranti nell’insegnamento degli apostoli, nella preghiera, nello spezzare il pane.
Miei cari, gli avvenimenti della salvezza sono per tutta la storia dell’umanità e noi questa sera rendiamo presente, siamo coinvolti in quest’avvenimento che attualizza la preghiera con la sua liturgia. Siamo nell’ottava di Pentecoste e noi, con la nostra presenza, rendiamo attuale ciò che è avvenuto nel cenacolo: la presenza dello Spirito Santo, la presenza di Maria, la presenza dei doni di grazia della Parola di nostro Signore, della preghiera che ispira in noi lo stesso Spirito del Signore, e la capacità di spezzare il pane fra di noi e con i nostri fratelli.
Questo non avviene per una invocazione magica, questo non si ripete per una evocazione storica, questo non è conseguente alla nostra religiosità. Questo avviene perché Iddio, nel suo Figlio Gesù Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, si è impegnato ad essere presente ad essere attivo per ripetere in mezzo a noi ciò che è avvenuto nel passato, qualora noi ci fossimo riuniti nel suo nome, avessimo espresso anche esteriormente l’adesione della nostra fede al messaggio di nostro Signore Gesù Cristo, quando soprattutto e in particolare fosse vivo in mezzo a noi il vincolo dell’amore, della carità che ci unisce.
In questo momento, in questa nostra celebre piazza, questa nostra presenza ripete in un modo impressionante in un modo pieno, ciò che è avvenuto nel cenacolo e lo ripete per ognuno di noi, e lo mette a nostra disposizione, alla nostra portata, perché anche noi viviamo questo momento di grazia e di salvezza, perché anche noi possiamo intendere, nella nostra persona e nella nostra vita, ciò che è avvenuto nel cenacolo alla presenza di Maria santissima. Noi questa sera vogliamo rendere un omaggio particolare della nostra devozione della Madonna. Maria era al centro di ciò che avveniva nel cenacolo. Maria questa sera deve essere al centro di ciò che avviene qui. Maria è al centro di ciò che avviene e avviene questo: che in mezzo a noi c’è la grazia, c’è la possibilità d’essere unanimi e concordi, c’è la possibilità di essere un’anima sola e un cuore solo.
Miei cari dinanzi all’immagine della Madonna si può andare anche individualmente per i propri bisogni, per implorare grazia o esprimere in qualche modo la propria devozione. Ma davanti alla Madonna che è la Madre di tutti, non ci si va da soli. Ci si va insieme con tutti i figli di Dio, insieme alla moltitudine dei fratelli di cui Gesù Cristo è il primogenito, insieme alla moltitudine dei figli che Maria ha generato soprannaturalmente assistendo alla morte del primogenito, Gesù, il nostro Salvatore. Questo ci è inculcato dall’insegnamento della chiesa e dal Concilio. Questo ci è richiesto da tutto il mondo da chi crede e soprattutto da chi non crede.
Se i cristiani non sanno andare d’accordo tra loro, se i cristiani non sono capaci di trovare punti di convergenza, soprattutto se i cristiani non danno l’esempio di volersi bene, dove è ciò che definisce il cristianesimo? Dov’è quel qualche cosa, che ci deve distinguere, che ci deve porre davanti al mondo, davanti ai fratelli come un segno della presenza di Dio nel mondo, come un segno della salvezza portata da nostro Signore Gesù Cristo, come capacità nuova di rendere migliore il mondo intero? Dobbiamo essere qui come espressione di carità, come espressione di unione, come espressione di unanimità nella perseveranza dell’insegnamento degli apostoli. In questo dobbiamo trovare i punti di convergenza, i motivi di unione, la forza per essere uniti e concordi.
L’insegnamento degli apostoli non è l’insegnamento degli uomini. E’ l’insegnamento di Gesù Cristo Figlio di Dio che continua nel mondo per tutti gli uomini e si ripete qui questa sera per la successione apostolica. “Andate e predicate”. Nel vangelo noi troviamo la forza per essere unanimi, concordi, uniti per il bene nostro e dei nostri fratelli. Nella parola di Dio, noi dobbiamo trovare le indicazioni, le motivazioni per il bene del mondo intero.
Le nostre divisioni, miei cari, come le paghiamo care! Il non essere concordi sui valori fondamentali per l’esistenza umana, proposti, resi efficienti dal vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, a quale punto ci porta? Gesù Cristo ha detto: “Cercate prima di tutto il regno di Dio e il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Il regno di Dio! Guardiamo questi bambini che si muovono nella piazza: sono il più alto valore che esiste in tutto il creato Gesù ha detto: “Tutto quello che avrete fatto a uno di questi più piccoli lo avrete fatto a me”. Tanta è la dignità della persona umana nel Vangelo!
La dignità della persona umana è stata resa un fatto effettivo dalla grazia di nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberato da tutte le schiavitù, per darci la possibilità di vivere da figli di Dio e noi siamo più preoccupati del pane, siamo più preoccupati di risolvere i problemi economici e sociali. Sono problemi che vanno risolti, sia bene inteso, ma prima c’è il problema del regno dei cieli, prima c’è il problema della salvezza portato da nostro Signore Gesù Cristo, prima c’è il problema della persona umana, prima c’è il problema della famiglia, che è sacra. Noi adesso abbiamo tutti i mezzi che confortano la nostra esistenza materiale. Grazie a Dio abbiamo anche una certa abbondanza di pane e case confortevoli.
Quelli che ci rappresentano, che cosa fanno in questi giorni? Noi dobbiamo essere preoccupati di salvare ciò che siamo noi e non le cose, dobbiamo essere preoccupati di salvare ciò che c’è di più caro e di più sacro nella esistenza umana quale è l’amore di un padre e di una madre, di cui i figlioli hanno bisogno più del pane. Grande cosa è l’amore! Noi l’amore lo abbiamo fatto oggetto di “mercatura” per usare una espressione più o meno biblica. Ecco dove ci porta la nostra infedeltà all’insegnamento degli apostoli!
Perseveranti nella preghiera. Che cosa intendiamo noi per preghiera? Quale posto ha la preghiera nella nostra vita, per la nostra persona? La preghiera è il realizzarsi nel più profondo della nostra persona, di rapporti esistenziali con le Divine Persone e con la persona di tutti i fratelli, in una incondizionata disponibilità alla volontà di Dio, per il bene dei propri fratelli. Questa é preghiera. Quando si verifica nella nostra giornata? Siamo disponibili a tutto, forse non siamo disponibili per tutti, soprattutto non disponibili a Dio. Forse siamo in rapporto con molti, non sincero, non ispirato dall’amore e non in rapporto di sottomissione amorosa e figliale nei confronti di Dio.
Manca la preghiera! E se manca la preghiera dov’è la nostra capacità di realizzare dei rapporti umani con gli altri se prima non li realizziamo con Dio? Se non li realizziamo nel nome di Dio? Se non li realizziamo come figli di Dio e come fratelli fra di noi?
Perseveranti nello spezzare il pane. Ha un significato vastissimo questa espressione degli atti degli apostoli. Spezzare il pane è dare del proprio pane ai propri fratelli, è vendere ciò che si possiede per metterlo a disposizione degli altri, è trovarsi insieme e mangiare insieme il pane nell’atmosfera del banchetto. Entrando qui ho visto una cosa che voi avete visto e che non pensate neppure: una tavolata immensa che occupa tutta la piazza. Non so di che cosa si tratta. Chissà se spezzeranno il pane!
Che gesto solenne è lo spezzare il pane! Che momento importante è quello di trovarsi insieme e di formare una famiglia, e avere la gioia di stare insieme, e partecipare allo stesso cibo, e ricordarsi degli altri che non sono presenti! Ricordate il gesto del sarto nei Promessi sposi? E’ un gesto antico che si collega al gesto cristiano di spezzare il pane e di pensare a quelli che non hanno pane. Come nelle nostre manifestazioni religiose alle volte diamo spettacolo di non sapere spezzare il pane!
(Fa una certa impressione sentire nella incisione, i rintocchi della campana civica in questo istante.) (SL)
Mi ricordavano alcuni miei confratelli nell’episcopato, proprio ieri, di cerimonie di prime comunioni e di cresime dove si spendeva mezzo milione per il ricevimento! La comunione in chiesa e lo spreco di mezzo milione per il ricevimento! E’ un accenno ad un fatto che capita in mezzo a noi cristiani in una manifestazione religiosa. Non sappiamo spezzare il pane! Siamo in contraddizione con il vangelo e con lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo!
Non pensiamo! Non pensiamo e intanto, là dove manca il pane perché da un’altra parte ce n’è troppo, là dove si muore di fame, avvengono le rivolte, le guerre, i massacri. Non sappiamo spezzare il pane! Spezzare il pane vuole dire partecipare al banchetto preparato da nostro Signore Gesù Cristo, perché è qui si diventa capaci di spezzare il pane con gli altri. Quando si partecipa a quel pane, che discende dal cielo, che è la carne di Gesù Cristo morto in croce diventata cibo della nostra vita spirituale, della nostra vita cristiana, si riceve la capacità di volere bene come ci ha voluto bene Lui, che è morto in croce per la nostra salvezza.
Miei cari, questo è accaduto questa sera, e a me fa tanta impressione parlare da questo balcone sotto questa immagine della Madonna.
Quanta storia mantovana! Quanta storia cristiana! Noi siamo i mantovani di oggi, noi siamo i cristiani di oggi, noi dobbiamo fare quello che si esige dai cristiani mantovani di oggi, che hanno ascoltato il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo, riecheggiato ancora una volta dall’alto di questa torre.
OM 216 Maggio 69
30 Maggio 1969 in Piazza Erbe per la chiusura del mese mariano ore 21,30