Festa di Pentecoste in S. Andrea
Giorno per giorno, per l’azione dello Spirito di Dio che é presso di noi, ci disponiamo a vivere la prerogativa singolare di figli di Dio.
Miei cari, a rifletterci, sembra così breve questo periodo di tempo che abbiamo vissuto insieme, segnato dalla grazia della celebrazione degli avvenimenti più importanti del ciclo liturgico: Natale e Pasqua. Ora siamo a Pentecoste.
Siamo entrati in chiesa e la Chiesa, per mezzo della sua liturgia, ci ha detto una grande cosa: lo Spirito di Dio ha riempito la terra. Ed é lui, il possessore di tutte le cose, che ci introduce nella comprensione delle cose stesse. Poi abbiamo pregato di essere vivificati da questo Spirito divino. In ginocchio abbiamo invocato – era la voce della sposa: la “Chiesa” che si rivolge al suo sposo Cristo – perché mandi il suo Spirito per riempire i nostri cuori del fuoco del suo amore. Ed é questo che deve avvenire il giorno di Pentecoste per tutti i fedeli.
A Pentecoste si deve ripetere ciò che é avvenuto nel cenacolo quando lo Spirito del Signore, in un modo sconvolgente per la veemenza della forza che portava con se, ha investito gli apostoli e ha fatto di quegli uomini “di dura cervice”, così incapaci di comprendere nostro Signore Gesù Cristo, dei predicatori di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Noi celebriamo questo avvenimento riassunto nella parola di Gesù Cristo, il quale ci assicura: verremo e faremo dimora presso di chi ama Iddio. Lo Spirito Santo: lo Spirito del Padre, lo Spirito del Figlio, é sempre su coloro che si aprono alla fede, alla fiducia, all’amore verso il Figlio di Dio mandato dal Padre perché sia il nostro salvatore.
Questo fatto grandioso che, nel suo svolgimento si compie per la prima volta nel cenacolo, é preparato da una lunga storia che ci riporta al punto essenziale della nostra fede: a Dio che vuole stabilire un rapporto personale con gli uomini.
Registriamo la presenza di Dio in tutta la storia della salvezza. Troviamo Dio che si intrattiene con Abramo il padre della nostra fede. troviamo Dio in mezzo al popolo di Israele tratto dalla schiavitù, condotto verso la terra promessa e che riceve da Dio la grande proposta di un’Alleanza stabile. Questa alleanza col popolo di Dio si caratterizza dai segni della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Sarà la tenda del convegno, sarà il tempio, saranno le persone incaricate a guidare il suo popolo fino a quando la presenza di Dio diventa “corporale” perché Gesù si é fatto uomo. Ma il Figlio di Dio fatto uomo non rimane sempre corporalmente in mezzo a noi.
C’è tutta una progressione nella presenza del Signore in mezzo a noi: una presenza personale con i nostri primi padri, con Abramo, con il popolo di Israele; una presenza più sicura, più personale, più individuata nel Figlio suo che si fa uno di noi e abita in mezzo a noi; una presenza in cui noi possiamo incontrarci personalmente con lui, nella parola di Dio, nei segni della sua grazia. Lungo la storia della nostra salvezza, la presenza di Dio é un fatto permanente che non diventa mai stabile, definitivo, per le nostre persone fino al momento in cui Gesù sale al cielo e ci manda il suo Spirito.
Noi riceviamo lo Spirito in un modo stabile e personalmente il giorno del battesimo. E lo Spirito rimane presso di noi in questo modo stabile, se lo vogliamo, dal giorno del battesimo per tutti i giorni della nostra esistenza. Questa realtà, miei cari, la celebriamo oggi.
Che cosa fa in noi lo Spirito di Dio?
Quando noi ci avviamo alla fede nella sua presenza, quando noi ci mettiamo a sua disposizione perché egli compia in noi l’opera della salvezza operata da nostro Signore Gesù Cristo, lo Spirito di Dio: ci introduce, giorno per giorno, sempre con più approfondimento e con più maturazione nella vita stessa di Dio, ci introduce, a poco a poco, nella pienezza della comprensione di tutto il pensiero di Dio, ci introduce, nella pienezza della forza di tutto l’amore di Dio. E noi, giorno per giorno, per l’azione dello Spirito di Dio che é presso di noi, ci disponiamo a vivere la prerogativa singolare di figli di Dio; giorno per giorno siamo introdotti sempre più intimamente in questa figliolanza soprannaturale che ci pone Dio, vicino come un padre e ci fa trovare accanto a Lui altrettanti figli suoi: i nostri fratelli.
Questo é il significato della celebrazione di Pentecoste.
Noi da questa celebrazione dobbiamo prendere occasione corrispondendo ad una grazia che il Signore comunica alle anime nostre. Proprio perché ci troviamo qui insieme a pregare e ad ascoltare la Parola, dobbiamo lasciarci condurre da questo Spirito che ci dà la coscienza di essere i figli del Padre, che ci dona il conforto e la consolazione della certezza d’essere figli di Dio, che ci dà il senso della dignità della nostra elezione a figli di Dio, che ci dà la forza per mantenerci all’altezza dell’impegno che comporta di essere figli di Dio.
Comprendo come questo discorso vada lontano dalle realtà quotidiane, dagli interessi di ogni giorno, dal coro degli interessi abituali eppure la fede ci chiama qui.
Nostro Signore Gesù Cristo é venuto perché: ci troviamo qui, nella nostra realtà concreta, in un contatto personale con lo Spirito, che ci introduce nella vita di conoscenza e di amore che ci dona la salvezza cristiana per vedere, nella luce di Dio, tutta la realtà del mondo che ci circonda. Le realtà antiche e nuove, i fenomeni antichi e nuovi che devono essere illuminati dalla luce del vangelo.
Lo Spirito Santo ci dà la possibilità di intendere tutto ciò che avviene, tutto ciò che ci circonda – dagli avvenimenti grandiosi a quelli minuti – nella luce di Dio.
Lo Spirito Santo con la sua azione ci dà la possibilità di abbracciare tutto ciò che avviene nel mondo, con orizzonti ormai senza confini, come realtà di Dio anche se é segnata dal peccato. Fortunatamente e con certezza assoluta, è redenta da nostro Signore Gesù Cristo. Niente é perduto. Tutto si può redimere con la grazia di nostro Signore Gesù Cristo. A questo ci deve portare lo Spirito Santo che vive in noi.
Questa mattina rendiamo più evidente questo avvenimento della Pentecoste, introducendo il rito della santa cresima per questi tre piccoli, che vengono ad inserirsi nella nostra comunità di cresimati, per partecipare al nostro cristianesimo adulto illuminato dallo Spirito Santo e reso forte nell’amore dalla grazia dello Spirito Santo.
OM 130 Pentecoste 68 – Pentecoste in Sant’Andrea- ore 11 pontificale