1981- liturgia delle ceneri in Sant’Andrea
Diamo inizio solennemente alla celebrazione della Quaresima, il tempo più sacro dell’anno liturgico che vuole dire, più ricco di grazia perché più ricco della presenza del Cristo, più ricco della parola e dei segni che caratterizzano questo tempo.
Gesù è venuto nel mondo per togliere il peccato, per riconciliarci con il Padre e la via che ha seguito è quella della croce. Non ha cercato quello che poteva piacere alla natura umana, ma avendo un corpo, avendo una realtà umana con tutti quelli che sono stati i suoi fratelli, nel suo tempo e con quelli che lo sarebbero diventati attraverso i secoli, offrì se stesso in obbedienza al Padre: “Ecco io vengo o Padre per fare la tua volontà”.
Questa disposizione profonda è l’oggetto della nostra celebrazione liturgica di tutta la Quaresima: la disposizione di Gesù a compiere sempre la volontà del Padre. Gesù ha compiuto la volontà del Padre nella debolezza della sua natura umana nella sua passione, come verrà celebrata negli ultimi giorni della Quaresima, la settimana santa, quando ha compiuto la volontà del Padre, sulla croce, nella desolazione più paurosa.
E’ più che una indicazione, è più che un invito, é uno stimolo forte, irresistibile di camminare sui suoi passi, di cercare in ogni nostra azione di fare la volontà del Padre sacrificando i nostri modi di vedere, i nostri sentimenti, certe esigenze della natura, anche la esigenza fondamentale di realizzare noi stessi, perché non dobbiamo realizzarci secondo un nostro piano, ma secondo il piano di Dio che passa attraverso la crocifissione, la passione e morte, la desolazione. Allora, dobbiamo percorrere questo cammino con la coscienza di coloro che appartengono a nostro Signore Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Quaresima ci saranno frequenti richiami al nostro battesimo, al nostro inserimento in Cristo, alla nostra realtà di popolo di Dio, di membri del corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Tutti questi richiami devono trovarci attenti, vigilanti per compierli, nell’intento di rinnovare noi stessi secondo l’uomo nuovo, che si esprime in tutta la realtà e in tutto il mistero di Gesù Cristo.
Pensiamo al mondo in cui ci troviamo. Il mondo ha altre aspirazioni, ha altre mete, ha altri interessi. Noi siamo nel mondo ma non dobbiamo essere mondani e “mondani”, oggi significa: figli di un materialismo edonistico che sommerge ogni senso di vita spirituale, di vita religiosa, di vita cristiana.
Facciamo caso all’ambiente che ci circonda e facciamo il possibile non per distinguerci dagli altri, ma per portare la testimonianza di persone che credono alla croce di nostro Signore Gesù Cristo, al suo valore, alla sua grazia, perché, come dice l’apostolo, credono che non c’è niente di meglio che gloriarsi della croce di nostro Signore Gesù Cristo, il quale ha patito “per me”, ha dato tutto se stesso per me.
Con queste prospettive andiamo avanti nella celebrazione per avere la forza di andare avanti tutti i giorni della nostra Quaresima. Ricordiamo bene, noi che abbiamo la grazia di essere in chiesa, di essere condotti e ammaestrati. Siamo in tempo di Quaresima. La cenere che ci sarà posta sul capo non è una benedizione o una grazia. E’ un’ indicazione con l’ammonimento: “convertitevi e credete al Vangelo”.
OM 667 ceneri 81 1981- liturgia delle ceneri in Sant’Andrea