In charitate non ficta
Eccellenza Reverendissima,
voglia accettare di buon grado il benvenuto nella nostra Diocesi, porto da una piccola comunità parrocchiale denominata Marcaria, e dal rispettivo Parroco: un prete casalingo, anziano, non avvezzo a complimenti, giacché il più spesso ove incominciano i complimenti ivi cessa la sincerità.
E noi vogliamo che l’augurio sia soprattutto sincero.
Marcaria, ancor per poco a confine con la Diocesi di Cremona fu fino a ieri sede di Vicaria foranea, ma ciò non importa. Basta che esegua meglio che può le direttive del Concilio e tiri avanti in nomine Domini.
Dico subito che i miei parrocchiani hanno accolto festosamente l’annuncio di nomina di Vostra Eccellenza a Vescovo di Mantova.
Dire che non ci sono stati commenti cominceremmo subito male. Ce ne sono stati, e ciò entra nell’ordine e non nel disordine delle cose. Difatti, l’immagine e l’iscrizione di Vostra Eccellenza riportata dai giornali diocesani e provinciali, destò entusiasmo e, a parte gli spontanei apprezzamenti primi: ” si presenta bene “, ” Ha un bell’aspetto”, “Viene dalla bassa, ma non è della bassa “, “Un sembiante, direbbe Manzoni, e intanto lo dico io che “ricrea la mente con una placida commozione di riverenza e con un senso giocondo di simpatia”… », ci fu perfino chi ravvisò in Vostra Eccellenza qualche somiglianza nostrana anche tra il clero diocesano.
Più di così!
Siccome con la venuta di Vostra Eccellenza sono al quarto Vescovo nella mia vita pastorale di Parroco — se misuriamo gli anni col contatore umano — Vostra Eccellenza dovrebbe essere quello che mi chiude gli occhi, se tutto va bene.
Intanto i miei carismi superano in età quelli di Vostra Eccellenza. Non li superano in sapienza e in grazia giacché il mio sacerdozio ministeriale deriva e dipende da quello del Vescovo colmo e traboccante così da poterne dare a molti altri.
Da parte mia — se proprio devo dire — perosiano fino all’osso come sono, godo che Vostra Eccellenza sia oriunda da Tortona: la Patria del grande musicista sacro; perché son certo che porterà nell’anima le vibrazioni di quel genio e farà in modo di rendere nelle nostre chiese sempre più bello e decoroso il canto sacro che è la magna pars della sacra liturgia.
Vostra Eccellenza ha prevenuto tutto e tutti dicendo: ” Non conta che cosa sia e cosa valga la mia persona, il Papa che mi manda a voi è come Gesù Cristo che mandò gli Apostoli. A chi è mandato, Cristo chiede una sola disposizione: che ami più di chiunque ».
E’ su questa “Charitas” di fatti, che si basa anche la restaurazione del nuovo codice ecclesiastico che pure dovrà essere luce, guida, richiamo, ammonimento, correzione, disciplina, riprensione, ma soprattutto carità.
Ha fatto bene, Eccellenza, a mandare avanti prima l’uomo che il “Missus a Deo”.
Prima il cuore che la sua Pastorale Autorità.
Fece così anche il Divin Padre, come cantiamo in questo avvento nel “Rorate coeli”.
Per redimere gli uomini mandò un uomo come noi. Dio, per renderci eguali a se stesso si è prima reso eguale a noi incarnandosi.
Vostra Eccellenza nelle espressioni del suo primo messaggio ci fa sentire l’ansia dell’Apostolo S. Paolo nel farsi tutto a tutti per tutti lucrare a Cristo.
“DATEMI IL TEMPO Dl DIVENTARE MANTOVANO, PER AVERE UN CUORE LARGO E BUONO ED ENTUSIASTA COME IL VOSTRO” .
Questo volersi fare mantovano anima e cuore, ci dice che Vostra Eccellenza si sente già nella pelle di ognuno dei suoi diocesani. « Mantuani sunt, et ego ».
La prima benedizione che Vostra Eccellenza ha voluto mandarci è la ripercussione del viatico che il Sommo Pontefice diede ai Vescovi per i Sacerdoti loro diretti collaboratori e rappresentanti.
«…Convinto che ogni attività Pastorale del Vescovo rimane pressocchè infruttuosa se non è disposta e irradiata dal ministero più vasto dei Sacerdoti… voi (Pastori) sapete di dovere il meglio del vostro cuore e delle vostre Pastorali premure ai Sacerdoti… In nessun altro modo voi potrete meglio manifestare questa vostra convinzione che nella consapevole responsabilità e nella sincera e invincibile carità con la quale aiuterete con ogni mezzo i Sacerdoti a mantenersi fedeli alla loro vocazione ed ai loro doveri.
Prima di essere superiori e giudici siate per i vostri Sacerdoti maestri, padri, amici e fratelli buoni e misericordiosi, pronti a comprendere, a compatire, ad aiutare » (Paolo Vl, Enc. Sac. Cel.).
E adesso mi lasci dire Eccellenza, frasi che ho letto (delle quali io non ho colpa, oppure la colpa soltanto di averle fatte mie e qui trascritte).
Veramente le ho apprese considerando su la vita del primo ed universale pastore della Chiesa scelto e plasmato su misura da Gesù Cristo e sul quale lo stesso Gesù Cristo fece conto: S. Pietro.
« Una guida e un pastore che, essendo uomini non abbiano sperimentato mai la debolezza umana, non sono mai molto raccomandabili: i santi stessi hanno sempre maturato la loro persuasione, e magari la loro autorità, sulla loro carità e sulla loro debolezza ad un tempo, oltre che sulla grazia di Dio.
La saldezza spirituale non è tanto data dalla durezza e dalla intransigenza (ci sono durezze ed intransigenze legittime in apparenza ed in realtà mostruose: la lettera uccide…), quanto dalla fedeltà e dalla umiltà. Amore ed umiltà che fanno diventare – ognora – più il pastore “forma gregis” anche a costo della vita ».
La Chiesa mantovana —viduata pastore—sente il bisogno di avere il suo Vescovo. In casi di necessità si ricorre anche a pastori finitimi, ma non si può sempre andare a prestito di padre e di madre.
Di Monopoli, sua prima cura episcopale per quindici anni, io non so nulla. So soltanto quanto Vostra Eccellenza ci dice che «…LA SEPARAZIONE DAI MONOPOLITANI HA SCAVATO UN SOLCO NEL MIO CUORE » e-questa apertura è a disposizione dei mantovani pronti a riempirla con le promesse del seme: « Et terra nostra dabit fructum suum ».
Fa parte della sincerità anche questo. Avevo pensato di stampare pure la mia fotografia su questo giornalino, a fianco a quella di Vostra Eccellenza perché così al nostro primo personale incontro non saremmo stati nuovi l’uno per l’altro. Ma poi ho considerato che il festeggiato non sono io.
La mia facciata qui è nota come quella delle case!
Ci potrebbe essere anche chi è stanco di vedermi. Inoltre, noi preti ci stampiamo soltanto nelle date grosse: venticinquesimi, cinquantesimi.
Ora, il primo è trascorso da un bel pezzo e il secondo è sotto il tiro; cosicché qualunque mia fotografia — anche se venissi bene—mostrerebbe sempre che per me è passata la meridiana…
Oh! Quam mutatus ab illo! Meglio allora a mio riguardo che resti l’unica fotografia sbiadita sulla carta d’identità, che è quanto dire: carta d’antichità.
Oportet autem me minui…
Tra breve spero ci incontreremo a quattr’occhi e allora, in un colloquio amichevole e cordiale, ci diremo tutto in poche parole perché sento che ci siamo già intesi.
Ed ora, non dico già come nei soliti cerimoniali di saluto: bacio con riverenza il sacro anello; ma bensì la sacra mano. Perché l’anello può essere senza il Vescovo e il Vescovo anche senza anello, ma la sua mano trasmette i carismi «…numquid manus Domini invalida est? ».
Dopo che ci ha detto così chiaramente con che animo e con che cuore intende venire, capirà bene, Eccellenza, che noi lo attendiamo e riceviamo a braccia aperte e per noi sarà sempre il più bel regalo di Natale.
Don GAETANO LUCCHINI
Parroco di Marcaria
La benedizione di Mons.Vescovo ai mantovani
AL CLERO, ALLE AUTORITÀ’, AL POPOLO DELLA CHIESA Dl MANTOVA
Carissimi,
il nostro Santo Padre, il Papa Paolo Vl, mi manda da voi; è la ripercussione per la mia persona dell’atto con cui Cristo ha mandato gli Apostoli nel mondo.
Il suo Vicario ha parlato: io sono certo di essere nella volontà di Dio. Non conta che cosa sia e che cosa valga la mia persona.
A chi è mandato, Cristo chiede una sola disposizione: che ami più di chiunque.
Pregate perché questo sia vero per il vostro nuovo Pastore, il quale deve essere soprattutto Padre.
Con la grazia di Dio io ci metterò tutto il mio impegno.
Datemi il tempo di diventare mantovano, per avere un cuore largo e buono ed entusiasta come il vostro.
Con queste disposizioni, scavate nelle profondità dei sentimenti che la separazione dai miei monopolitani apre nel mio cuore, vi saluto e vi benedico tutti.
Maria Santissima, venerata tanto devotamente a Mantova come a Monopoli, ci guardi sempre come nostra Madre; i santi Protettori, S. Pio X, e i nostri Angeli Custodi siano sempre con noi.
Monopoli, domenica 22 ottobre 1967.
Carlo Ferrari Vescovo
LA CHIESA MANTOVANA, NEL SUO CLERO, NELLE SUE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE, NEI SUOI FEDELI, IN TUTTO IL SUO POPOLO SANTO Dl DIO, MENTRE RINGRAZIA Dl CUORE IL SIGNORE, AMA PRESENTARE A Sua Ecc.za Mons. CARLO FERRARI NUOVO VESCOVO DONATO DAL PAPA PAOLO Vl ALLA DIOCESI CHE FU Dl S. PI0 X, L’ESPRESSIONE DELLA PIU’ VIVA ESULTANZA E I MIGLIORI VOTI AUGURALI Dl UN FECONDO, GENEROSO E SANTO EPISCOPATO.
AL NUOVO PADRE E PASTORE, CHE TRA NOI « .. VIENE NEL NOME DEL SIGNORE », RINNOVIAMO L’IMPEGNO DELLA PIU’ FILIALE DEVOZIONE CON L’ASSICURAZIONE DELLA SUPPLICE PREGHIERA A CRISTO, SOMMO ED ETERNO SACERDOTE, PERCHÉ’ Sl AVVERI QUANTO AUSPICA L’IMPLORAZIONE LITURGICA: CHE NON MANCHINO AL POPOLO Dl DIO LA SOLLECITUDINE E L’AFFETTO PATERNO DEL PASTORE, E AL PASTORE L’AMORE E L’OBBEDIENZA SERENA DEI FIGLI .
Stampa: “Squilli parrocchiali”, Dicembre 1967 giornale parrocchiale di Marcaria-parroco don Lucchini