La chiesa nel mondo scopre e prende coscienza
della propria identità
nella misura in cui accoglie oggi il Concilio come dono di Dio
Tema richiesto a Tortona il 20 marzo 1978
Capisco che ci voleva una buona dose d’incoscienza ad accettare di venire qui a svolgere un tema come quello che mi è stato proposto ma, semmai, l’incoscienza almeno in parte la condivido con chi mi ha invitato.
La chiesa nel mondo. Dove va la chiesa? La sua rotta, in certo senso, è segnata dalla rotta del mondo.
Dove va il mondo? Le risposte non possono essere che approssimative. Il mondo occidentale fondato sul capitalismo, sulla logica del profitto è in crisi. Il mondo orientale fondato sul collettivismo e sulla logica del potere è in crisi. Questi sistemi per la loro logica interna, per le loro crisi stanno moltiplicando, a livello planetario, il numero di coloro che hanno bisogno di salvezza. I sottosviluppati, i neo-colonizzati, gli oppressi, i disadattati aumentano visibilmente. La chiesa deve andare verso questi nuovi, più urgenti e gravi bisogni di salvezza che sommariamente ho ricordato. Per questo compito immane la chiesa ha urgente bisogno di prendere coscienza della sua identità e della propria missione.
La coscienza della propria identità, la scopre nella misura in cui accoglie come dono di Dio, oggi, il Concilio. Il tema focale del Concilio è la chiesa come mistero e come Popolo di Dio per il mondo. La chiesa è mistero: è il luogo, è il tempo della presenza e dell’azione di Dio, al fine di introdurre gli uomini ad una comunione di vita con sé. La chiesa è Popolo di Dio adunato nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Nella chiesa tutti godono dell’unica dignità e libertà di figli di Dio, tutti sono vivificati dal medesimo Spirito, tutti sono vincolati dal comandamento nuovo dell’amore. tutti sono gravati dal compito di rendere presente e continua nel mondo l’unica missione di Gesù Cristo. Ciascheduno secondo il proprio dono.
La chiesa è per il mondo. La chiesa non è fine a se stessa, non ha nulla da salvare, da guardare o da difendere. E’ da Dio e per Dio. E’ dal Dio di Abramo, cioè, dal Dio per gli uomini. La chiesa è per gli uomini di questo Dio, che vivono nel mondo. Il Concilio, che ci aiuta a liberarci da una falsa immagine di Dio, ha detto “chi è l’uomo per Dio”. Ecco perché bisogna rifarsi al Concilio! -.
Questa chiesa : ricca della potenza dell’Amore di Dio ma estremamente povera e bisognosa di salvezza, che si “fa” nella misura in cui entra nella coscienza della sua identità, che si unifica vitalmente e organicamente come Popolo di Dio, che in tutti i suoi membri assume la missione di Cristo, è chiamata a muoversi verso l’immane bisogno di salvezza del mondo intero.
Di fatto, questa tensione nella chiesa esiste? – Si. Ma, non è così totale – che in nessun caso potrebbe essere vero – perché questo segno della presenza di Dio che salva il mondo è fatto di uomini, sempre e comunque lenti a maturare. In particolare vanno tenuti presenti i vari condizionamenti culturali degli uomini di chiesa. Passare in seminario fa un certo effetto. Nascono tanti ricordi buoni e positivi, però siamo usciti dal seminario con quella teologia e quella mentalità. Poi ci sono le opposte tendenze presenti nel mondo attuale. Ci sono i tempi di accelerazione socio-culturale, la paura del rischio, le oscurità di un futuro senza punti di riferimento. Tutto questo rallenta. Tutto questo condiziona.
Non sono pochi nella chiesa coloro che hanno vissuto con gioia la conferma del Concilio, coloro che il concilio lo hanno accolto a cuore aperto. E’ riscontrabile – per esempio – nella riforma della Liturgia e soprattutto nella scoperta gioiosa del valore della liturgia. Di pari passo è venuta la scoperta della funzione della Parola di Dio. Va riscoprendosi il valore della comunità, del suo ruolo nell’esprimere e attualizzare l’identità e la missione della chiesa. Di conseguenza è stato scoperto il ruolo della chiesa particolare la quale costruisce la sua unità intorno all’insostituibile ministero del Vescovo. Questi segni sono molto più fondati, più vivi e sentiti nel mondo giovanile.
Proprio dal mondo dei giovani per il fatto di essere il più aggiornato perché vive nel suo presente, la chiesa deve prendere non poche indicazioni per il suo cammino. Non vorrei essere frainteso. La chiesa deve guardare a Cristo, ma è altrettanto vero che nel mondo ci sono sempre stati dei segni che indicavano i suoi richiami. Sempre ci sono state delle persone e dei movimenti che, come l’ago della bussola, hanno segnato la rotta. Penso che i giovani ai quali dobbiamo guardare debbono essere tutti i giovani da quelli che sparano a quelli che pregano coi salmi.
Più volte in questi giorni ho ripetuto, riflettuto alla condizione di coloro che hanno sparato. Quanto bisogno di salvezza c’è in quei cuori che non pensano alla salvezza o la rifiutano! La chiesa, Cristo, è venuto soprattutto per questi “non per i sani ma per gli ammalati”. quindi dobbiamo guardare a tutti i giovani. Strumentalizzati o illuminati, pacifici o i violenti, ragionevoli o assurdi, tutti, denunciano una situazione drammatica bisognosa di salvezza.
OM 696 Tortona , 20 marzo a Tortona