Pubblichiamo i pensieri salienti dell’ omelia che il Vescovo ha tenuto in cattedrale, nel secondo anniversario della morte di mons. Carlo Ferrari.
La nostra eucaristia – la nostra memoria del Vescovo Carlo -… è certamente e doverosamente carità che si fa preghiera di suffragio: un suffragio che, sorretto dalla Parola di Dio, sfonda la morte e nella speranza contempla il premio.
E’, per altro verso, carità dei nostri santi e dei nostri morti dei nostri vescovi – per noi; nella comunione misteriosa ma reale che non conosce i confini del tempo e di questo nostro pellegrinare terreno.
Ho ritrovato, al proposito, uno splendido messaggio del Vescovo Carlo, che misticamente si vivacizza per noi in questo scambio eucaristico. Era la “Settimana pastorale” del 1973, su “Famiglia e comunità locale”. Diceva:
«Pensiamo alla fedeltà di Dio,la cui grazia sovrasta Ogni male; pensiamo alla nostra fragilità e a quella dei nostri fratelli; riconosciamo il peccato in tutte le sue manifestazioni; cerchiamo di scoprire il senso profondo della conversione cristiana e di ricordare che un Padre ci attende tutti per gettarci le braccia al collo, rivestirci dell’abito nuovo e porci l’ anello al dito (Lc 15, 21-22).Non dimentichiamo un fatto elementare: il Vangelo resta incomprensibile se attraverso le sue pagine non si sa far emergere la presenza e il senso della promessa».
Questo suo messaggio si arricchisce, se evochiamo con riconoscenza il ministero pastorale di altri vescovi cari al nostro attuale presbiterio: i vescovi Antonio, Domenico e Paolo Carlo. Essi hanno imposto le mani su tanti sacerdoti che hanno fatto e fanno strada con noi; e su tanti fedeli cristiani che essi, con la Cresima,hanno segnato con il “sigillo dello spirito Santo”, via via plasmando la crescita di questa nostra chiesa mantovana che ora è nelle nostre mani. Vorrei anzi che risalissimo con la memoria eucaristica anche più su, ad incontrare il Santo Vescovo Sarto, il Vescovo Corti, il Ven. Francesco Gonzaga, e tutta la successione apostolica giunta a noi lungo i secoli. Finiremo per riconoscere meglio la nostra tradizione e la nostra missione evangelica.
La nostra carità di suffragio e la comunione dei santi per noi diventano infatti “carità impegnativa”; e sollecitano la nostra testimonianza di carità evangelica ad essere essenziale, forte e credibile…
Riprendo al riguardo il citato messaggio del Vescovo Carlo, che invitava nella stessa circostanza a”costruire la casa” senza malintesi, saggiamente, su quella roccia di cui ancora una volta stassera ci parla il Vangelo. Diceva il vescovo Carlo: “il Vangelo è Cristo, il Cristo della risurrezione . Qui è la roccia ma anche il centro dinamico della salvezza e della nostra azione pastorale… Perciò su questo mistero si decide il valore della nostra fede, della nostra azione e della nostra vita”.
* * *
“Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”. In questa immagine evangelica, il Vescovo Carlo vedeva – e ci fa vedere – tutta l’economia della salvezza della Trinità Santissima, che investe con sicurezza tutto il suo amore per noi sulla passione, morte e risurrezione di Gesù. Questo, il Vescovo Carlo, ci insegnò a contemplare; e questo insegnò ad attuare, per la nostra parte, con la potenza dello stesso Spirito che ha operato la risurrezione di Cristo; costruendo sulla roccia per far fronte alla pioggia, ai fiumi e ai venti.
Egidio Caporello, Vescovo