Ora io vorrei chiedere a ognuno: che significa tutto questo? Questa novità, questo fresco, questa vita che espIode, questa sonante festosità, questo augurarsene a vicenda, nascono dal bisogno di manifestare qualche cosa che si porta dentro o sono soltanto delle cose che si usano e ci prendono da fuori?
Ciò che avviene intorno a te è qualche cosa che ha riscontro col tuo stato d’animo, col tuo umore, con ciò che porti dentro; oppure dentro sei come tutti i giorni?
Pasqua è nelle cose o in te?
Tu, uomo o donna, sei più grande delle cose: tu devi far dire alle cose ciò che senti; non le cose far dire a te ciò che non senti.
Se tu ti perdi davanti alle cose; certamente non sei grande, non sei forte; sei piccolo, sei debole.
Le campane, le funzioni in chiesa, la casa pulita, l’abito nuovo, le parole di augurio erano il linguaggio di uomini e donne che dicevano a tutti che essi erano in festa perché in loro tutto era pulito, fresco e rinnovato e volevano che tutto intorno a loro esprimesse ciò che essi portavano dentro.
Il linguaggio rimane; ma invece di essere la voce calda che canta la gioia di sentirsi rinnovato,è soltanto la voce incisa, fredda di chi ha cessato di cantare.
Oggi le campane suonano, in chiesa si canta, la casa si fa pulita, gli abiti sono nuovi perché Cristo è risorto.
E molti continuano come se Cristo non fosse risorto: impazienti come ieri, superbi come ieri, volgari come ieri, privi di bontà come sempre.
Eppure Cristo è morto e risorto per conto nostro.
E’ morto per insegnarci a morire alle nostre pretese, agli egoismi, alle volgarità, alle cattiverie.
E’ risorto per farci vivere una vita nuova senza malizia e malvagità.
E perché fossimo così forti e coraggiosi da morire alle brutture e vivere da buoni ha racchiuso la forza della sua morte e della sua risurrezione prima nel Battesimo, il quale rimane sempre in noi un germe di morte al male e di vita buona.
La confessione e la Comunione sono pure la forza della morte e della risurrezione che Cristo vuole ripetere in noi, che portiamo il germe del Battesimo.
Questa è la Pasqua, il Passaggio dalla morte alla vita, dalla cattiveria alla bontà, dalla volgarità alla signorilità, dalla bugia alla sincerità.
Ti piacciono gli altri quando sono compiti, generosi, riguardosi, modesti, garbati, sinceri?
E tu?
Non dire: me la vedo io.
Se la tua coscienza non si specchia nell’occhio di Dio, mancherai di essere sincero perfino con te stesso.
Se tutte le tue cose non le avrai trattate ai piedi di un sacerdote, non avrai nessuna certezza di essere a posto e che Dio è contento dite.
Vieni alla Chiesa, partecipa alla rinnovazione dei misteri dell’amore infinito del Figlio di Dio fatto uomo per stare con noi (Giovedì dell’ Eucaristia), per morire per i nostri peccati (Venerdì della morte in Croce) e risuscitare a nuova vita al fine di portare ognuno nel Regno della amicizia di Dio Padre, della bontà e della gioia.
Le campane suoneranno anche per te a gloria, la casa pulita converrà alla lindura della tua anima, l’abito nuovo vestirà veramente un uomo nuovo, nato da Dio.
Cristo è risorto! Alleluia!
Buona Pasqua!
CARLO Vescovo
Stampa :Bollettino “INCONTRI” Marzo 1959
ST 170 Pasqua 1959