San Biagio 4 giugno 1972 Cresima
Cresimati della parrocchia di San Biagio
Carissimi, anche se sono venuto a San Biagio parecchie volte in occasione del malessere di don Francesco, il pastore che vi guidava, anche se sono stato qui per la solenne cerimonia di commiato da quel venerato arciprete, é la prima volta che ho la grazia di presiedere una celebrazione liturgica in mezzo alla vostra comunità, nella vostra chiesa.
E’ compito principale del vescovo essere colui che obbedisce al comando di nostro Signore Gesù Cristo dato agli apostoli: andate e predicate il vangelo. Io sono qui per svolgere questo mio ministero nella celebrazione eucaristica cui seguirà il conferimento della santa Cresima, inserito nella celebrazione eucaristica. La celebrazione eucaristica e il conferimento della Cresima sono due momenti che prendono rilievo, diventano intelligibili se noi siamo guidati dalla Parola del Signore.
E’ la Parola del Signore che ci dice il senso delle cose della nostra fede. E’ la Parola del Signore che ci dice il senso delle azioni che si compiono nella chiesa. E la Parola del Signore che ci dice il senso delle azioni che compiamo in chiesa deve avere una portata in tutta la nostra vita, in tutti i momenti della giornata. E’ dalla Parola del Signore che ci viene l’intelligenza per capire e la forza per praticare. Noi oggi ci siamo trovati davanti alcune parole di Gesù molto forti e sconvolgenti per noi. Sono parole che ci costringono a correggere molte idee che possiamo avere in mente anche a proposito della vita religiosa e soprattutto della pratica religiosa.
Non so se avete fatto caso sufficientemente alle parole di nostro Signore Gesù Cristo che dice: “Non chiunque dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli ma colui che fa la volontà del Padre mio che é nei cieli”. Sono parole molto forti specialmente per noi che veniamo in chiesa. Guardate che c’é una certa mentalità molto diffusa, radicata e convinta che per essere cristiano, per piacere a Dio, per salvarsi, basta venire in chiesa, basta pregare, basta invocare il Signore, basta come -dice Gesù- mettersi davanti a Dio e dire Signore, Signore.
Insieme, noi partecipiamo ad un’azione sacramentale liturgica e poi tanta gente esce dalla chiesa soddisfatta dicendo: io ho ascoltato la mia messa, io mi sono fatto la mia comunione, io mi sono fatto la mia confessione, adesso sono a posto. Gesù direbbe a costoro che si accontentano di pregare, di partecipare ai sacramenti, anche di ascoltare la Parola di Dio, di confessarsi e fare la comunione, ma poi la loro vita religiosa terminasse lì, direbbe: sappia costui che non entrerà nel regno dei cieli perché: pregare, ascoltare la Parola di Dio, accostarsi ai sacramenti, partecipare alle celebrazioni liturgiche e fare consistere il proprio cristianesimo unicamente in queste azioni, significa non avere capito il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, significa non avere capito il cristianesimo. Significa falsare la nostra religione. Gesù é perentorio. Gesù é deciso ed afferma: chi fa così non entra nel regno dei cieli.
Allora, chi entra nel regno dei cieli? Chiunque fa la volontà del Padre mio che sta nei cieli e la volontà del Padre mio che sta nei cieli non é soltanto che dicano “Signore, Signore”, “Padre nostro” “Ave Maria” “Gloria la Padre”. La volontà del Padre che sta nei cieli non é soltanto, che noi facciamo la comunione e veniamo a messa. La volontà del Padre nostro che sta nei cieli è che noi ci comportiamo di conseguenza.
Se noi abbiamo invocato Dio col nome di Padre, se noi abbiamo ascoltato la Parola del Signore, se noi abbiamo attinto alle sorgenti della grazia dei sacramenti, se noi abbiamo fatto comunione e comunità intorno all’altare,
noi dobbiamo uscire dalla chiesa e dimostrare che Dio é il Padre nostro e che noi crediamo in questa realtà.
Noi, uscendo dalla chiesa dobbiamo illuminare tutte le nostre azioni, anche le più comuni e le più banali, alla luce del vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. In ogni circostanza dobbiamo chiederci come si comporterebbe Gesù, cosa direbbe Gesù, come farebbe Gesù, quali sentimenti avrebbe Gesù nelle occasioni in cui io vivo? Dovremmo rispondere sempre: con la volontà del Padre che sta nei cieli.
In pratica, la volontà del Padre che sta nei cieli, dove si concretizza in un senso veramente cristiano?
Di sicuro si concretizza nel volere bene al Padre nostro che sta nei cieli e fare volentieri la sua volontà, quindi non accontentarsi delle parole ascoltate in chiesa ma volere bene ai fratelli che sono i figli del Padre. Gesù Cristo per farci conoscere la volontà del Padre che sta nei cieli ha detto, “Vi do un comandamento nuovo, in questo riconosceranno che siete miei discepoli se vi volete bene gli uni gli altri”.
Volersi bene! Ecco in che cosa consiste la volontà del Padre che sta nei cieli. –Se una persona pregasse molto e poi non avesse la volontà e la forza per volere più bene alle persone con le quali vive e a tutte le persone che sono in questo mondo; –se una persona partecipasse alla santa messa e facesse la comunione e non trovasse la forza, l’impulso per essere più caritatevole, più generosa, più capace di dimenticare se stessa per amore degli altri, –io oso dire: queste preghiere, questo confessarsi, questo comunicarsi e tutte queste messe sono delle beffe, –io oso dire che queste prersone senza amore, con i loro atti religiosi fanno bestemmiare chi non viene in chiesa. Infatti fanno dire: vanno in chiesa e sono peggiori degli altri.
Capite, miei cari, quale impegno ci richiama il vangelo di oggi! Oggi noi rimaniamo turbati per quello che capita nel mondo. Vedete che ci sono delle trasmissioni intere che non fanno altro che mettere in risalto un mondo dove dominano l’odio, l’ingiustizia, il delitto, la barbarie. Che cos’è questo? Tutto questo avviene nel mondo perché non si riconosce che c’é un Padre di tutti gli uomini, bianchi o neri che siano, poveri o ricchi, ignoranti o istruiti, scienziati e non, governanti e sudditi. Non si riconosce che é Padre di tutti ed essendo Padre di tutti esige che tutti si sentano fratelli, che tutti si trattino da fratelli, che tutti siano rispettati da fratelli.
C’é un’altra considerazione da fare. Noi rimaniamo turbati e impressionati per avvenimenti che vediamo ai nostri giorni. Ma cerchiamo di riflettere. Che cosa rispecchia il mondo, dei valori del vangelo? Che cosa propaga il mondo, dei valori del vangelo? La radio, la televisione, il cinema che cosa propongono, dei valori del vangelo?
Nostro Signore Gesù Cristo ha preso un bambino, una creatura piccola che non ha ancora una personalità e ha detto: “qualunque cosa farete a uno di questi piccoli lo avrete fatto a me”. Ecco la grande rivelazione della dignità e del valore della persona umana! Ecco la grande rivelazione della preziosità della vita umana!
Il mondo oggi, invece, con il suo vangelo di civiltà e di progresso mette al primo posto i valori economici. Il mondo mette al primo posto il profitto e non la persona. Allora perché ci meravigliamo che nel mondo dove si predica questo vangelo si compiano gesti delittuosi per assicurarsi dei soldi? Dal momento che i soldi sono il più grande valore, che si predica nel mondo, diventano logici certi atteggiamenti.
Gesù Cristo ha un altro vangelo.
Gesù Cristo dice che la persona é il più grande valore.
Gesù Cristo dice che la vita umana é il più grande valore.
Quindi, la più grande preoccupazione, il più grande sforzo, il più grande impegno per ciascheduno di noi deve essere il rispetto della persona, deve essere la preoccupazione dell’amore, deve lo sforzo dell’abnegazione che porta a guardare con rispetto gli altri, deve l’impegno a sacrificarsi per gli altri e non a sfruttare gli altri. Così ci insegna nostro Signore Gesù Cristo quando ci dice “amatevi come io vi ho amato”.
Come ci ha amato Gesù? Ci ha amato fino a morire in croce per amore nostro. In questo atteggiamento, con queste espressioni, in questo altruismo si definisce il cristianesimo, non nel numero dei “Padre nostro” recitato. Capitemi bene. Non vorrei che qualcuno uscisse dalla chiesa e dicesse, il vescovo ci ha detto di non dire il “Padre nostro”. Tutt’altro! La preghiera, i sacramenti sono i mezzi che ci rendono capaci di superare il nostro egoismo, per arrivare ad un amore per il prossimo che si avvicina il più possibile a quello che ci ha dimostrato Gesù Cristo. Questa é la parola che vi dico questa mattina in occasione della Cresima dei vostri bambini
Che cos’è la Cresima?
La Cresima é il dono dello Spirito di Dio, non è un dono dello spirito del mondo.
La Cresima é lo Spirito di Gesù crocifisso, non è o spirito del movimento disordinato del mondo.
La Cresima é il dono dell’impegno ad essere sinceramente figli di Dio, fratelli per ogni uomo e per ogni donna che vive con noi su questa terra.
La Cresima é il dono che, rende questi bambini e queste bambine, capaci di crescere secondo la misura dell’amore per il Signore e per i fratelli.
Papà e mamme, voi avete dei sogni per questi bambini. Fate bene. Desideratelo per loro un bel avvenire, ma guardate che il loro avvenire sarà bello se cresceranno facendo fruttificare il dono dell’amore di Dio posto nel loro cuore perché, giorno dopo giorno, si sviluppi e diventino creature nuove che sanno amare gli altri col dono di se stessi.
Vi ricordo che tutti noi siamo cresimati. Vi ricordo che la Cresima non é un fatto che appartiene al passato. Anche se la celebrazione della nostra Cresima é lontana nel tempo, rimane un avvenimento attuale che riguarda sempre tutti. Che sia questo il giorno del rinnovamento del senso della nostra Cresima, del rinnovamento dell’impegno di una vita nell’amore sincero per i figli di Dio, che sono i nostri fratelli.
OM 476 San Biagio 72
San Biagio, 4 giugno 1972