Mons. Carlo Ferrari
Carissimi,
cerchiamo di prendere sempre maggior coscienza che quando veniamo in chiesa per partecipare alle celebrazioni liturgiche, non siamo degli spettatori che stanno a vedere e ad ascoltare, ma ognuno di noi è impegnato nell’azione che si celebra. La celebrazione liturgica è un’azione che compiamo tutti insieme e al primo posto c’è Gesù Cristo.
La Messa è proprio l’azione di Gesù Cristo e del popolo di Dio che si raduna nel tempio sacro per celebrare il memoriale del Signore.
Vi chiederete: ma cosa dobbiamo fare? Dobbiamo prima di tutto con la parte più caratteristica di noi stessi per cui siamo uomini, per cui siamo donne, con la nostra intelligenza e soprattutto con l’intelligenza del cuore, metterci a contatto con Colui che sta in mezzo a noi e compie per noi, con noi e anche per mezzo nostro la grande azione: l’azione della salvezza, l’azione attraverso cui si esprime l’amore di Dio, l’azione attraverso cui noi attingiamo all’amore di Dio per essere capaci di amarlo e per essere capaci di amarci.
La festa di santo Stefano ci richiama tutto questo in un modo vivo nella sua esistenza di persona e al traguardo della sua esistenza. Stefano muore come Gesù Cristo: per testimoniare che Dio è padre, per testimoniare che tutti gli uomini sono fratelli, per testimoniare addirittura l’amore verso i suoi nemici. Questo è il punto caratteristico.
Chi di voi mi ha ascoltato ieri ha udito un’affermazione come questa: Iddio c’è perché noi siamo perdonati dai nostri peccati, Iddio dimostra di volerci bene perché ci perdona i nostri peccati, Iddio per arrivare a noi supera l’ostacolo della nostra inimicizia verso di lui, che può essere: l’indifferenza, la dimenticanza, la negligenza, la freddezza, la tiepidezza. Anche quando noi non siamo disponibili egli supera tutto perdonandoci, e manifesta la sua potenza di Dio dimenticando le nostre colpe e ricolmando noi, che siamo i suoi nemici, della sua benevolenza introducendoci nella sua famiglia come amici, anzi, come figli.
Gesù ha espresso tutto questo venendo nel mondo a rivelare ciò che è Dio per gli uomini. Gesù è salito in croce per i nostri peccati; Gesù è morto tra due ladroni, tra due malfamati perché ha voluto assumere su di sé il peccato e distruggerlo con la forza del suo amore. L’ultima preghiera di Gesù, rivolta al Padre per gli uomini, è stata questa: Padre perdona loro perché non sanno quello che si fanno. Gesù durante tutta la sua vita pubblica aveva insegnato che dobbiamo amare anche i nostri nemici, cioè, quelli che ci perseguitano, quelli che ci calunniano, quelli che ci fanno del male, quelli che operano l’ingiustizia nei nostri confronti, ed è morto perdonando i suoi nemici, perché l’uomo ha bisogno di perdono.
L’uomo ha bisogno di perdono. L’uomo per essere “se stesso” ha bisogno di liberarsi dal peccato e la liberazione dal peccato non può venire che da Dio verso il quale noi contraiamo il nostro debito perchè si siamo allontanati da lui: staccandoci da lui, dimenticando i suoi doni, rifiutando la sua persona, rifiutando il suo amore.
Santo Stefano è il cristiano autentico, è il cristiano vero. E’ importante che egli sia martire perché ha attestato la propria fede, lui che è vissuto nell’ambiente in cui era vissuto Gesù Cristo, lui che aveva la testimonianza diretta di coloro che per tre anni erano stati con Gesù. La sua testimonianza è importante. E’ importante la sua testimonianza del martirio. E’ importante la preghiera che egli fa per i suoi nemici. I suoi nemici si erano accaniti contro di lui, digrignavano i denti – riportano gli atti degli apostoli – erano pieni di livore e di rabbia ed egli tentava di illuminarli. Poi, sopraffatto dalla lapidazione, prega il Padre per i suoi nemici.
Incontrando santo stefano nel giorno del suo martirio e della sua trstimonianza dobbiamo incontrarci con il Dio della misericordia, con il Dio del perdono, con il Dio che col suo amore sorpossa ogni nostra malizia, ogni nostro peccato e tutto il peccato del mondo. Dobbiamo imitare nostro Signore Gesù Cristo. Il bambino Gesù, che noi veneriamo in questo tempo del Natale è Gesù che muore pregando per i suoi nemici perché siano perdonati. Gesù con la sua morte – ripeto un pensiero che è molto importante – diventa la sorgente della forza per cui noi possiamo acquistare la capacità, che non è umana, di perdonare ai nostri nemici.
Stefano ha avuto il coraggio di perdonare ai suoi nemici, per il fatto: che era ripieno dello Spirito Santo, che era ripieno dello Spirito di Gesù Cristo, che era ripieno della energia che si sprigiona dalla persona di Gesù Cristo risuscitato.
Ma, è importante perdonare ai nemici? Miei cari, mettiamoci con un po’ d’umiltà, con chiarezza, di fronte alla nostra coscienza e riflettiamo. Non è vero forse che noi tutti abbiamo tanto bisogno di essere perdonati? Non è vero che molte volte in una giornata, che molte volte nella vita disgustiamo il nostro prossimo, ce lo inimichiamo col nostro comportamento e abbiamo bisogno del perdono?
Entriamo più profondamente nella nostra coscienza.
– Nei confronti di un Dio che è amore e misericordia come stiamo ?
– Com’è presente questo Dio nella nostra persona?
– Come é presente questo Dio nella nostra vita?
– Come é presente il nostro Dio in tutto lo spazio della nostra esistenza?
– Che cosa ce ne importa del suo amore?
– Quante volte lo abbiamo dimentichiamo?
– Quante volte preferiamo altri amori all’amore di Dio?
Come abbiamo bisogno di essere perdonati! La preghiera cristiana dice così: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Signore perdonaci nella misura con cui noi perdoniamo agli altri.
Quanto è importante perdonare! Guardate che, la convivenza umana non è possibile senza il perdono. Nei rapporti vicendevoli o individuali o di gruppo o nazionali o internazionali deve imporsi la giustizia, ma non ci sarà mai giustizia se non c’è perdono, se non si cancella quel risentimento che ci muove gli uni contro gli altri, se non si rasserenano i sentimenti, se non ci si riconosce tutti colpevoli per una ragione o per un’altra, se non ci mettiamo tutti dinanzi al nostro Dio da cui, tutti, abbiamo bisogno del suo perdono.
Perdonarci. E’ il grande bisogno dell’ora presente, miei cari. Ma non pensiamo soltanto ad Israele che deve perdonare agli altri o viceversa. Sono tutte le nazioni che si devono perdonare vicendevolmente e che si devono trattare con rispetto e con giustizia. Sono tutti i gruppi che si devono perdonare vicendevolmente e trattarsi in un modo dignitoso. Sono tutte le persone che devono avere un cuore sereno nei confronti di tutti ed essere desiderose del più gran bene che sia possibile per tutti indistintamente.
Questo vuol dire celebrare la liturgia della Messa nel giorno di santo Stefano.
OM 499 Santo Stefano 73
Santo Stefano in Sant’Andrea