Settimana della riconciliazione 1989
Carissimi,
andiamo avanti nello svolgimento del tema della riconciliazione e, come ieri sera, ci incontriamo con Gesù Cristo. Gesù Cristo che é il vero liberatore che ci riunisce intorno a sè e ci riconcilia con il Padre e ci riconcilia tra di noi, rimane in eterno.
Siamo dinnanzi a questo fatto misterioso: Gesù é salito al cielo, é entrato nella sua gloria accanto al Padre, ma la verità che più insistentemente ha rivelato é questa: ”io sarò con voi”. Come sarà con noi Gesù Cristo ad annunciare il suo vangelo, a perdonare i peccati, a spezzare il pane, a suscitare l’amore vicendevole? Nella Chiesa.
Ma che cos’è questa Chiesa? Si fanno tante confusioni, nonostante che un Concilio come il Vaticano II, abbia dedicato tutta una costituzione sul mistero e sulla istituzione della Chiesa.
Prima di tutto sul mistero.
La Chiesa é un mistero. Prima del papa, prima dei vescovi, prima dei sacerdoti, prima dei monaci, prima delle monache, c’é il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo che abitano in mezzo a noi.
Il Padre che continua raccogliere i dispersi figli suoi, da tutti i confini del mondo e li chiama ad essere una sola famiglia.
E’ presente il Figlio, Gesù Cristo , con tutta la potenza della sua salvezza, spiegata specialmente nel mistero della sua morte e della sua resurrezione.
La Chiesa é il luogo della presenza dello Spirito Santo, questa terza persona della santissima Trinità, poco conosciuta ma tanto importante, decisamente importante.
Lo Spirito Santo é l’anima della Chiesa perché ci santifica dall’interno, per mezzo del Battesimo e il dono della fede, per mezzo della Confermazione e il dono del progresso della maturazione nella fede, per mezzo della Eucarestia ci unisce tra noi, come ci unisce a Gesù Cristo per mezzo della Riconciliazione sacramentale. La Liturgia si esprime così: ipse est remissio omnium peccatorum. Lo Spirito Santo in persona é la remissione di tutti i peccati. Quei peccati che ha scontato Gesù Cristo , quei peccati che sono tolti dal mondo dal Figlio di Dio fatto uomo, sono realmente tolti da ognuno di noi personalmente dallo Spirito Santo .
Dunque la Chiesa é questa realtà: il luogo della presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo .
Miei cari, dimentichiamo troppo le verità essenziali della nostra fede.
Miei cari, non facciamo sufficientemente attenzione ai gesti che compiamo. In queste sere, all’inizio della celebrazione, avete tracciato un grande bel segno di croce e abbiamo detto “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo perché siamo qui in quanto il Padre ci convoca,
siamo qui in quanto il Figlio ci incorpora,
siamo qui in quanto lo Spirito Santo ci santifica.
Dunque la Chiesa non é lo IOR o Marcincus o le multinazionali, questo o quello. Decisamente la Chiesa é questo luogo privilegiato dove le Divine Persone si impegnano a salvarci, si impegnano a riconciliarci.
Ma la Chiesa ha anche il suo aspetto istituzionale, cioè esterno.
Chi é la Chiesa? Ogni battezzato é la Chiesa, é un membro della Chiesa, appartiene alla Chiesa
e fa la Chiesa.
Fa la Chiesa un battezzato prima del papa, prima del vescovo, prima del prete.
Fa la Chiesa un cresimato ancora prima di qualsiasi personalità, nella Chiesa .
Fa la Chiesa, la santa Eucarestia, prima di ogni altra forma e ogni altra espressione della vita della Chiesa.
Dunque, questa Chiesa , oltre che essere un mistero nascosto ma concreto e reale, é anche un luogo dove convengono – non parlo del luogo materiale, parlo specialmente del luogo spirituale e in particolare dell’azione liturgica, il luogo dove convengono i battezzati, i credenti in nostro Signore Gesù Cristo , i membri del popolo di Dio. I membri del popolo di Dio che hanno tutti uguale dignità.
(Giro di cassetta)
Ecco, quando, dunque, diciamo:Chiesa non pensiamo ad alcune espressioni della Chiesa, ma pensiamo realisticamente che ognuno di noi é Chiesa.
Ma, nella Chiesa dove é vivo nostro Signore Gesù Cristo , il quale ha detto-come ho già ricordato- “io sarò con voi fino alla consumazione dei secoli”, svolge anche le attività di ministero, che Gesù Cristo le ha affidato, le ha conferito:
Il dono, la grazia, il ministero della parola;
il dono , la grazia, il ministero della celebrazione sacramentale liturgica,
il dono e la grazia della convocazione di tutti i dispersi figli di Dio nell’unità, presente nella celebrazione eucaristica e anche nel territorio in cui é suddivisa ogni parte della Chiesa che non é una parte, é un tutto.
Cerco di farmi intendere. Ogni parrocchia, legittimamente costituita, dove il sacerdote rappresenta il vescovo e fa le sue veci, c’é veramente la Chiesa cattolica.
E come per la Eucarestia, nella pisside c’é un solo Cristo , ma anche in ogni particola c’é un solo Cristo, l’identico Cristo, così nelle comunità parrocchiali in specie, c’é una sola Chiesa, tutta la realtà della Chiesa. Perciò dobbiamo stimare queste istituzioni che rendono possibile la continuazione del ministero di nostro Signore Gesù Cristo .
Do alcune indicazioni. Gesù ha detto:
“ricevete lo Spirito Santo io sarò con voi fino alla fine dei secoli.” “fate questo in memoria di me: ( ) predicate il vangelo a tutte le creature battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro a compiere ciò che io vi ho insegnato.
Dunque, nella realtà apostolica che é destinata per tutti i tempi, fino alla fine dei secoli, ci sono i ministeri di nostro Signore Gesù Cristo.
E’ il sacerdote? E’ il vescovo che predica? E’ Cristo che predica! E noi non veniamo in mezzo a voi con delle parole persuasive o umane ma nella forza e nella potenza dello Spirito che Gesù Cristo diffonde, perché noi possiamo capire quello che si dice, perché noi possiamo approfondire, sempre di più, la conoscenza del mistero della salvezza.
C’é Paolo che battezza? E’ Cristo che battezza!
Ci sono gli apostoli e i discepoli che spezzano il pane? E’ Cristo che dice, nella persona del ministro, “questo é il mio corpo, questo é il mio sangue”.
Ecco la grandezza, la preziosità, l’insostituibilità del ministero sacro che rende presente nostro Signore Gesù Cristo.
Miei cari facciamo insieme una riflessione. Se la Chiesa fosse soltanto un fatto di uomini, sarebbe tramontata da tanti secoli perché: e le divisioni interne, e gli scandali … e la persecuzioni… e le oppressioni… non ci sarebbe più nessuna traccia del vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
E’ perché Gesù é presente e parla Lui , mentre parla il suo ministro. E il Vangelo continua ad essere vivo. Più vivo in alcune parti della Chiesa, meno vivo in altre parti, più vivo magari nelle chiese giovani, meno viva nelle chiese di antica tradizione ma, lasciatemi dire, la tradizione va rinnovata, va rifondata, va illustrata nel suo significato, nella sua portata, perché abbia la efficacia che ha la parola di Dio che ha in se stessa la forza di trasformare i cuori.
Ancora un rilievo. Sapete che da oltre un anno é stato diffuso in Italia il catechismo degli adulti. Non so se vi dice qualche cosa questo fatto.
Cioè tutti i vescovi d’Italia, con l’approvazione del sommo Pontefice, hanno preparato un catechismo per gli adulti, cioè perché la parola di Dio, contenuta nel Vangelo, contenuta nella Sacra Scrittura, fosse offerta, in un modo organico e sistematico, a tutte le persone adulte.
Che cosa mi importa del catechismo dei bambini di prima comunione che hanno neppure una decina di anni! che responsabilità hanno? Ne sanno fin d’avanzo.
Che cosa importa il catechismo fatto per gli adolescenti o preadolescenti, che dopo la cresima come abbiamo già ricordato- abbandonano ogni pratica religiosa?
I responsabili della comunità, i membri attivi della comunità, e quindi i membri illuminati della comunità, devono essere gli adulti: sono gli adulti. Ma gli adulti hanno bisogno di un catechismo rispondente alle esigenze, ai doveri della propria età. Allora io vi prego di assecondare ogni iniziativa, fatta in questo senso dai vostri sacerdoti, e continuare le vostre catechesi.
Gesù é presente nel ministero della parola.
Gesù é presente nel ministero sacramentale e liturgico.
La presenza di Gesù nella Liturgia :” dove sono due o più radunati nel mio nome io sarò in mezzo a loro”. Che presenza in queste sere, di Gesù Cristo vivo in mezzo a noi, radunati nel suo nome, alla ricerca della sua grazia e del suo amore!
E veramente qui c’é il fatto preciso che la persona scompare per mettere in evidenza Gesù Cristo .
Non sono io, poveretto, che prendendo in mano il pane sull’altare dico: “questo é il mio corpo”. Questo non é il mio corpo. Questa parola io la dico nel nome di un “Altro”. Un “Altro” la dice efficacemente in mezzo allo strumento che sono io che ho la intenzione di fare ciò che fa Gesù Cristo .
Non sono io che dico: “ti assolvo dai tuoi peccati” Ma che cosa devo assolvere io che ho i peccati anch’io? E poi chi mi autorizza ad assolvere dai peccati? E’ Gesù Cristo che é presente ed assolve dai peccati con la potenza della grazia dello Spirito Santo .
Ecco, miei cari, la presenza di Gesù nell’azione liturgica e sacramentale. Sono mezzi. Sono splendide le vostre celebrazioni. Voi non immaginate quale gioia procurano al mio cuore, la vostra frequenza e la vostra attenzione, però cercate di non farci l’abitudine, cercate di capirle sempre meglio, cercate di parteciparvi in un modo sempre più attivo.
E poi il ministero della carità. Con un linguaggio passato ad altri tempi, si diceva: il ministero dei potere. Ma che potere? Il ministero dell’amore!
Gesù Cristo, nel Vangelo di Giovanni, dove segnatamente non é fatto il racconto dell’ultima cena, ‑ ( perché san Giovanni parla della Eucarestia nel capitolo sesto) Giovanni ci racconta che Gesù, mentre erano a tavola, si é alzato, ha recinto i suoi fianchi con un grembiule, ha preso un catino con l’acqua nella brocca e si é presentato dinnanzi ai discepoli per lavare loro i piedi. Sapete la reazione di Pietro. Sapete tutto.
Quello che noi dobbiamo tenere presente é questo: Gesù ha detto: “ i dominatori di questo mondo e i potenti asserviscono a se stessi gli altri, li sottopongono, li opprimono, li calpestano, voi non dovete fare così. Io, il Signore, vi ho dato l’esempio perché anche voi facciate come io ho fatto, lavandovi i piedi gli uni gli altri.
E’ significativa la celebrazione del giovedì Santo quando il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, si tolgono i paramenti sacri, rimangono col camice e la stola e vanno ad inginocchiarsi davanti ai bambini, ai vecchi o non so chi, per ripetere questo gesto. Ma questo gesto é il segreto di un buon governo – lasciatemi dire così – della comunità cristiana. A fondamento l’umiltà, a fondamento il servizio perché tutti si vogliano bene.
Abbiamo udito la lettura di un brano della epistola agli Efesini, dove Paolo, e del resto Giovanni , ci raccomandano “amatevi gli uni gli altri”. L’ho ripetuto tutte le sere: “amatevi come io vi ho amati”.
O miei cari, riflettete anche qui un istante. Che cosa manca nel mondo? Forse lo abbiamo già detto. Non manca il pane. Per grazia di Dio, non manca il vestito, e ce ne sarebbe per tanti e per tutto il mondo. Che manca é l’amore. Parlano di pace ma non hanno la pace nel cuore. Parlano di pace ma hanno solo parole, non hanno sentimenti. Parlano di pace ma in cuor loro fanno progetti di guerra.
Noi, i cristiani, per il ministero sacro dei Vescovi, del Papa prima di tutti, dei Sacerdoti, dei Diaconi, dobbiamo tenere vivo il precetto del Signore, il comandamento del Signore :“amatevi come io vi ho amato” Guardate che da nessuna parte del mondo, con tanta autorevolezza, con tanta insistenza, con tanta chiarezza, si ripete questo invito, questo ammonimento, questa preghiera: “amatevi come Cristo vi ha amato.
Ecco miei cari, la Chiesa che raduna tutti i dispersi figli di Dio, li riconcilia col Padre e tra di loro, e li manda nel mondo: “andate e predicate “,non montando in cattedra o sul pulpito ma con la vostra vita quotidiana coerente ai principi della vostra fede, esprimete il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo.
cassetta n.21AB Chiesa.89 Riconciliazione CT 21B