CT 4B Cena 78
Miei cari,
le parole che abbiamo udito sono un fatto che si compie in mezzo a noi.
Le persone che siamo qui, abbiamo l’abitudine di celebrare la memoria del Signore, di partecipare alla liturgia della Messa.
Ma questa sera, questa celebrazione ha una forza particolare per evocare. non solo nei sentimenti del nostro cuore ma in tutta la nostra persona. il significato del gesto compiuto da Gesù.
Ciò che é avvenuto in antico dell’agnello che si immolava e che liberava dalla distruzione, quindi operante una salvezza, si é verificato puntualmente nella persona di nostro Signore Gesù Cristo, agnello vero che viene per togliere il peccato dal mondo, e offre se stesso
E vuole che questo gesto che esprime il limite a cui é arrivato il suo amore, oltre il quale non si può andare perché é arrivato a dare se stesso, ha voluto che questo gesto rimanesse presente in mezzo ai suoi.
Allora dobbiamo stasera pensare a Gesù, ai sentimenti di Gesù, ai gesti di Gesù , alle sue parole.
Pensare alla persona di Gesù.
Gesù é vivo,
é in mezzo a noi,
é lo stesso che era nel cenacolo in mezzo ai suoi .
Ed é in mezzo a noi con le stesse disposizioni, lo stesso amore, gli stessi sentimenti con cui si trovava in mezzo ai discepoli, e compie il gesto
di spezzare il pane attraverso il ministero della Chiesa,
di offrire il calice attraverso il ministero della Chiesa che sono il suo corpo dato per noi, il suo sangue versato per noi:
gesto con cui Gesù anticipa quello che farà fra poco, di offrire ciò che quei segni – il pane e il vino – simboleggiano.
Offrirà se stesso sulla croce.
Ma Gesù, in questo momento solenne, sta come un testamento dinnanzi ai suoi,
con un gesto che noi tutti gli anni ricordiamo in questa celebrazione ma che é bene richiamare.
Egli si inginocchia davanti ai suoi e lava loro i piedi.
Gesù che non si mette soltanto al nostro livello ma che si annienta dinnanzi a noi!
Il gesto di inginocchiarsi, quello di lavarci i piedi, – è il gesto dello schiavo – perché
vuole compiere il più grande dei servizi alla nostra persona,
vuole compiere la nostra salvezza,
vuole compiere la nostra liberazione,
vuole offrirci il dono di Dio ma con tanta umiltà, con estrema umiltà.
Penso che non facciamo caso sufficientemente a questo atteggiamento di Gesù nella imminenza di darci il suo corpo e il suo sangue, nell’imminenza di andare in croce a morire per noi.
Questo inginocchiarsi davanti a noi.
E’ il figlio di Dio che si esprime così.
E’ Dio che si esprime così davanti all’uomo.
Non c’é nessuna imposizione,
Non c’é nessuna oppressione.
Nessuno é forzato,
Nessuno é costretto.
Cosa vogliamo di più?
Il nostro Dio inginocchiato dinnanzi a noi.
Che grande lezione!
Gesù é l’agnello che toglie il peccato del mondo.
Il peccato -lo ricordiamo sempre – é mettere il nostro “io” al posto di Dio.
Togliere il peccato dal mondo é togliere il nostro egoismo, il nostro egocentrismo,
é invitarci a prendere dinnanzi a Dio e dinanzi ai fratelli un atteggiamento giusto che dobbiamo prendere:
l’atteggiamento di chi si inginocchia dinnanzi al proprio fratello e dinnanzi a Dio, si capisce! L’atteggiamento di chi lava i piedi,
l’atteggiamento di chi si considera “niente” dinnanzi agli altri e dinnanzi al suo Signore.
Chiediamoci miei cari, quando ci accostiamo per ricevere il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo,
riflettiamo con quanta umiltà Gesù ci viene incontro?
riflettiamo che ci dice con le parole
che dobbiamo imparare da lui che ci ha dato l’esempio.?
Gli uomini grandi del mondo cercano di dominare.
Noi no.
Dobbiamo essere al servizio gli uni degli altri nell’umiltà perché solo nell’umiltà può fiorire la carità, possono fiorire tutte le disposizioni buone che ci rendono umani, che rendono umana la nostra convivenza perché rendono umani i nostri rapporti con gli altri.
Io non prolungo oltre la mia meditazione dinnanzi a voi.
Vi propongo di riflettere seriamente su questo particolare della nostra celebrazione:
– i sentimenti di Gesù,
– il gesto di Gesù,
– le parole di Gesù prima di offrire se stesso nei simboli del pane e del vino, prima di offrire se stesso sulla croce per la nostra salvezza.
MONS. CARLO FERRARI
Vescovo di Monopoli