Corpus Domini 1972 – Duomo. 2 giugno 72
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi,
mi rivolgo a dei credenti, a persone che sono qui perché credono che quel frammento di pane, che in questo momento troneggia nell’ostensorio, é Gesù in mezzo a noi, é Gesù in persona che ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna”, “Chi mangia di me vivrà di me”
Fratelli cari, la parola del Signore deve penetrare nel nostro spirito e deve diventare sempre più chiara, sempre più luminosa, sempre più urgente per tradurla nella nostra vita. Gesù dice, chi mangia di me vivrà di me. Dunque Gesù Cristo é in quel frammento di pane perché vuole essere in noi. Allora noi siamo l’ostensorio, noi siamo i portatori di Cristo, noi – senza falsare il senso del vangelo- siamo Gesù Cristo in mezzo al mondo. Il mondo vede Gesù Cristo, ode Gesù Cristo, percepisce il mistero di Gesù Cristo nella nostra persona, nella nostra vita.
Miei cari, capite che cosa vuole dire fare la santa comunione? Capite che cosa significa mangiare quel pane? Significa diventare Cristo nel mondo. Significa diventare Cristo per il mondo.
Miei cari, che cosa é venuto a fare Gesù Cristo nel mondo? E’ venuto per salvare il mondo e non per giudicarlo. Cristo é la salvezza per il mondo perché toglie il peccato del mondo. Se ricordate, prima che il pane ci sia consegnato nella santa comunione proclamiamo: ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. E’ Gesù Cristo che toglie i peccati del mondo. E Gesù Cristo, in coloro che mangiano la sua carne e bevono il suo sangue alla mensa eucaristica, vuole togliere dalla loro persona il peccato, perché attraverso la loro persona vuole togliere il peccato in tutto il mondo.
Tutti siamo impressionati e turbati dalle dimensioni indefinibili e umanamente inconcepibili che il peccato assume ai nostri giorni. Tel Awiv, Vietnam e altri nomi si possono citare in queste ore. Che cosa sono questi eventi della storia dell’umanità del progresso? Che cosa sono questi episodi di una barbarie mai registrata nella storia? Sono esplosioni di peccato, sono le esplosioni del male che c’é nel mondo.
Chi può togliere il male dal mondo? Forse le armi con altre armi? Forse le armi più potenti contro le armi meno potenti? Forse gli uomini più potenti rispetto ai più deboli? No. Gesù Cristo viene a togliere i peccati del mondo e si presenta al mondo come giustizia di Dio, come colui che vuole portare la giustizia vera e dichiara che il più piccolo dei figli degli uomini é il più grande nel regno dei cieli, che tutto quello che sarà fatto ad uno dei più deboli sarà fatto a Lui. Questa é la giustizia di Gesù Cristo! Gesù é la pace per il mondo, ma perché nel mondo ci sia la pace bisogna che scompaiano le divisioni, l’odio e tutte le competizioni. Perché ci sia la pace bisogna che ci sia l’amore. Gesù ha dato proprio in questo sacramento dell’eucaristia la misura dell’Amore col dono di se stesso.
Miei cari, permettete una riflessione qui davanti a Gesù. Ho detto che tutto ciò che accade nel mondo ci turba. Però, siamo capaci di entrare in noi stessi e chiederci fino a che punto, in quale misura ciascuno é personalmente responsabile di quello che accade nel mondo? Si fa presto a dire io non uccido, io non rubo. Gesù Cristo non ci chiede soltanto questo. Gesù ci dice, se la vostra giustizia non é più grande di quella dei farisei non entrerete nel Regno dei cieli. La misura della nostra giustizia é data dalla misura del nostro amore e del nostro impegno.
Fare la comunione, partecipare all’eucaristia non é un fatto privato. Noi facciamo la comunione eucaristica di fronte a tutto il mondo come credenti in nostro Signore Gesù Cristo, e diventiamo portatori di nostro Signore Gesù Cristo in tutto il mondo. Tutto il mondo ha bisogno di vedere Gesù Cristo, ma Gesù Cristo vivo nella nostra persona, Gesù Cristo che denuncia il male, l’ingiustizia, l’oppressione, Gesù Cristo che porta la giustizia, la pace, la liberazione con il dono dell’Amore.
Veramente amiamo, con tutto il cuore, il nostro prossimo? Noi veramente amiamo gli altri come desideriamo di essere amati dagli altri? Noi veramente amiamo come Gesù ci ha amato? Ecco le domande che dobbiamo farci davanti a Gesù eucaristico prima che l’ostia santa sia elevata con il segno della croce per la benedizione finale della nostra celebrazione. Ma, il segno della croce deve campeggiare dinnanzi al nostro sguardo e farci pensare: se io vado in croce con Cristo ho il diritto di chiamarmi cristiano e porterò veramente la salvezza nel mondo intero.
OM 474 Corpus Domini 72 – Duomo. 2 giugno 72
Duomo, Corpus Domini, 2 giugno 1972