San Giacomo Segnate domenica 20 aprile 1969
Mi pare che qui tra di noi ci sia un clima del tutto particolare, un clima di attesa ma soprattutto un clima di cordialità nel quale vorrei far cadere la mia parola un po’ vigilata dagli sguardi del vostro arciprete che è preoccupato che voi siate attenti, ma voi state attenti ugualmente. Cerchiamo di prendere coscienza di ciò che accade in questo momento.
Non è la mia parola che viene a toccare il vostro spirito, ad interessare le vostre persone, a colpire la vostra attenzione. Se fosse la mia parola sarebbe un tradimento da parte mia e una delusione da parte vostra. Qui in questo momento, per il ministero del Vescovo, si compie un fatto eminente della vita della chiesa. La parola di nostro Signore Gesù Cristo, la Parola che è Gesù Cristo in persona, la Parola di Dio giunge a noi: giunge nell’anima del vescovo e giunge nell’anima di ognuno di voi.
Qual è questa parola? Oggi è quella che è stata annunziata liturgicamente da chi ha letto la Parola di Dio in questa celebrazione, ed è una Parola che ci riporta al tema di oggi in tutte le chiese del mondo: Gesù Cristo buon pastore che vuole continuare la sua missione di pastore buono in ogni ora, in ogni luogo, in tutta la chiesa e in tutto il mondo.
Come può Gesù Cristo continuare ad essere il pastore delle anime nostre? Come possiamo noi raccoglierci intorno al pastore unico delle anime nostre che è Gesù Cristo? Principalmente per il ministero del sacerdote. Principalmente per il sacerdozio ministeriale. Oggi in tutto il mondo per questo si celebra la giornata della vocazione sacerdotale.
Direte: ma che cosa centra questo con la cresima dei nostri bambini e delle nostre bambine? Centra in un modo molto decisivo. Questi vostri bambini non sono vostri soltanto perché riferiti al papà e alla mamma e oggi ai padrini e alle madrine, ma sono anche membri della vostra famiglia parrocchiale, che diventeranno dei cristiani adulti, dei cristiani maturi. Oggi hanno una età nella quale non possono essere maturi! Oggi ricevono per le mani del vescovo il dono dello Spirito Santo perché possano maturare ma matureranno se troveranno intorno a loro il buon terreno, il buon trattamento, la buona coltura che siamo noi. Che siete voi persone adulte. Quindi il mio discorso non si rivolge tanto ai piccoli cresimandi. Si rivolge soprattutto a chi ormai è maturo negli anni e perciò ha il senso pieno della responsabilità.
Gli interessi della salvezza del mondo, i problemi dell’uomo creato da Dio per essere la creatura elevata in mezzo a tutte le creature con la vocazione soprannaturale di essere figli di Dio, sono interessi e problemi di tutti. Questa missione è di tutti. Non è semplicemente compito del vescovo o del parroco o del sacerdote, di fare trovare a questi piccoli il buon terreno, il buon trattamento, la buona coltura perché crescano come cristiani. E’ compito di tutti i membri del popolo di Dio. E’ compito di tutti i battezzati.
Facciamo una riflessione. Chi deve dare sacerdoti alla chiesa? Dare sacerdoti alla chiesa non vuole dire dare sacerdoti al vescovo per le canoniche o per la custodia del campanile. Dare sacerdoti alla chiesa vuole dire: dare delle guide a chi ha bisogno di essere guidato nella chiesa, preparare delle persone capaci di dare ai propri fratelli il conforto e l’aiuto che non può venire semplicemente dagli uomini ma che viene unicamente da Dio. Dare sacerdoti alla chiesa significa dare a tutti gli uomini che oggi si dimostrano costruttori mirabili di un mondo straordinario, -non sempre bello, ma certamente straordinario- la capacità rimanere uomini, la capacità di rimanere umani, la capacità di essere buoni. Buoni non vuole dire essere minchioni. Buoni vuole dire avere il cuore buono, avere la cordialità, avere la sensibilità per i valori più alti, che sono quelli che sostengono l’esistenza, la vita di ogni creatura.
Vi accorgete che, pur moltiplicandosi un benessere materiale, c’è tanto disagio, c’è tanta sofferenza, c’è tanto dolore nel mondo. Avanza il benessere, ma rimane nel mondo, per esempio, il mistero della morte e nessuno ha una parola che possa risolvere questo problema se non Colui che entra in questo mondo perché viene da Dio, perché viene dal creatore di tutte le cose, perché viene da Colui che ci ama infinitamente, perché viene da Colui che ci è Padre, perché viene da Colui che ha dimostrato il suo amore per noi dando il proprio figlio a morte per la nostra salvezza.
Allora capite la funzione del sacerdote, il compito del sacerdote? Io non so se noi, personalmente, abbiamo svolto bene il compito di essere, personalmente, davanti a voi l’espressione del buon pastore che è Gesù Cristo, il quale conduce le sue pecorelle ai pascoli buoni, ai pascoli della dottrina pura, che conforta le proprie pecorelle con il sostegno soprannaturale della forza della grazia di Dio. Io non so se noi siamo stati davanti a ciascheduno di voi come coloro che possono dire: imitatemi, vi ho dato l’esempio.
I sacerdoti vengono dalle famiglie. Comunque siamo, guardate che anche noi siamo i vostri figlioli, siamo i vostri fratelli, siamo figli della carne e del sangue ma ciò nonostante, anzi, proprio per questo, sarà più evidente la nostra funzione e il nostro compito in mezzo a voi. Compito che non è nostro, ma che è la continuazione di quello di nostro Signore Gesù Cristo, che è nostro maestro, che è sorgente della nostra vita di figli di Dio, che ci ha dimostrato tutto il bene che ci voleva, ed è andato davanti a noi, portando la croce e morendo in croce per nostro amore.
I sacerdoti devono venire dalle vostre famiglie. Quanti seminaristi ci sono a Suzzara? Due originariamente. Non vi pare che siano un po’ pochi? Miei cari papà e mamme, oggi non si può più parlare di carriera ecclesiastica. Oggi, quella ecclesiastica non è certo una sistemazione ma, se Iddio mette nel cuore dei vostri bambini il seme di una vocazione, il desiderio di avviarsi al sacerdozio, ricordatevi che voi avete un compito altissimo verso i vostri fratelli. Siate altruisti. Non mettete al primo posto della vita il vostro interesse. Se farete soltanto il vostro interesse finirete col fare gli interessi di nessuno. Se invece vi prestate per fare gli interessi degli altri sarà il modo migliore di fare il vostro interesse. Allora, per carità, non spegnete quel germe di vocazione che può essere nel cuore dei vostri figlioli.
In che modo? State attenti a come parlate del sacerdozio, a come parlate del prete, a come parlate della chiesa, a come parlate del papa. Del vescovo parlatene come volete che, tanto è lo stesso! Dò la libertà di parlarne come volete ma, state attenti: potreste spegnere una grazia di Dio che è grazia di Dio per voi e per molti. Sentitela questa responsabilità.
Mi rivolgo alle mamme, alle donne, a queste bambine. Qui non è necessario fare discorsi lunghi. Lo capite, figliole care di qualunque età, che il fiorire e il maturare e il perseverare di una vocazione, può dipendere enormemente dal vostro modo di comportarvi? Siete intelligenti e capite le parole che vi ha rivolto il vescovo. E voi tutti insieme, ricordate, che il dono della vocazione ecclesiastica è una grazia di Dio e per questo noi dobbiamo pregare.
Io mi prendo un po’ di confidenza. Non mormorate mai contro i preti, contro la così detta chiesa, contro il papa, contro la santa sede, contro il vaticano? A questa domanda datevi una risposta. Avete pregato di vostra iniziativa, una volta, per un prete? Di vostra iniziativa,una volta, avete pregato per il Papa? Mormorare sì e pregare no? Io vi dico, tolta l’attenzione che si deve sempre avere per i piccoli, potete anche mormorare, ma poi dovete pregare in proporzione della mormorazione. Pregate perché il sacerdote sia santo. Il sacerdote santo è opera della grazia di Dio e lo dobbiamo meritare noi tutti.
Voi, che avete a capo della vostra famiglia parrocchiale una persona che è in croce 24 ore su 24 ore, e che sta qui per amore vostro, capite cosa significa? Io non lo conosco. Non so il suo carattere o il suo modo di fare. So che è un uomo che é qui per voi. Ogni sacerdote se è fedele alla propria vocazione anche se non soffre fisicamente è crocifisso ogni giorno spiritualmente per quelli che gli sono affidati. Almeno un sentimento di riconoscenza vi deve muovere a prendere coscienza del problema delle vocazioni ecclesiastiche. Un dovere di riconoscenza vi deve spingere d’ora innanzi, di vostra iniziativa, a pregare per i preti, almeno tanto quanto mormorate. Scusate questo chiaro modo di dire. Ma pregate. Se avrete pregato, se avrete capito queste cose di Dio che vi riguardano tanto da vicino, i vostri piccoli cresimandi troveranno veramente l’ambiente per crescere come vuole il Signore e per crescere come desiderate anche voi.
In mezzo a voi come in tutto il mondo, come per ogni papà e per ogni mamma ci possono essere dei sogni per i figlioli, ci potrebbero essere anche delle piccole ambizioni: che riescano bene, che siano sistemati, eccetera, ma io ritengo che la preoccupazione più grande per ognuno di voi sia che i figli si vogliano sempre bene tra di loro e che vogliano sempre più bene a voi.
Come sarà possibile questo? Sarà possibile se in voi troveranno un grande esempio di vita cristiana, e se loro stessi saranno sostenuti dalla grazia di Dio per avere il cuore buono, come quello che sarà consacrato questa sera dal dono della presenza dello Spirito Santo che è l’amore di Dio, che sarà diffuso più abbondantemente nei loro cuori.
OM 211 San Giacomo Segnate 69