Cattedrale di Monopoli, 9 Febbraio 1966 – alle giovani
Mi fa un’impressione strana trovarmi davanti a voi, non solo perché da qualche anno avete interrotto quest’incontro e questa predicazione, ma per il fatto molto importante che io sono sempre quello, invece voi cambiate. Quelle che vedo oggi, non sono le medesime facce di dieci anni fa. Dieci anni fa molte di voi eravate piccole – piccole, e adesso vi trovate qui non dico con tante pretese ma per lo meno, con tante attese.
Sarebbe stata una grazia di Dio se, si fosse verificata una specie di grazia che, mentre si rinnovava e si rinnova la presenza di voi che siete sempre giovani, anche il Vescovo fosse rimasto sempre giovane. Però, questa sera, il Vescovo per una grazia e non per un miracolo, può presentarsi a voi in un clima di giovinezza perché viene dal Concilio, dove è avvenuto lo straordinario fatto che la Chiesa, il corpo della Chiesa, e possiamo anche dire non soltanto il corpo della Chiesa ma tutta la realtà della Chiesa si è ringiovanita.
Ed è una cosa bella, non cerchiamo altri aggettivi per esprimerci, che il Concilio di questa Chiesa, che si è ringiovanita, rinnovata per il desiderio, l’intuizione, il coraggio di un vecchio Papa Giovanni che era molto giovane nello spirito, abbia permeato questa voce ed abbia avuto la sua ultima parola rivolgendosi alla gioventù.
L’ultimo messaggio del Concilio è stato per i giovani ed ha detto: la Chiesa del Concilio, questa Chiesa rinnovata tra le tante cose, -non le leggo tutte – vi guarda con fiducia e con amore ricca di un lungo passato sempre vivo in lei, e camminando verso la perfezione umana nel tempo e verso i tempi ultimi della storia e della vita, essa è la vera giovinezza del mondo.
Capite: la Chiesa è la vera giovinezza del mondo. Essa cioè possiede la forza e la bellezza dei giovani, la capacita di rallegrarsi per ciò che incomincia, di donarsi con generosità, di rinnovarsi e di ripartire per nuove mete.
La capacità di rallegrarsi per ciò che incomincia. Questa è la caratteristica della giovinezza, della gioventù dei giovani e delle giovani. Chi non si rallegra per le cose nuove ed è geloso quando vede le cose nuove, è vecchio. Chi è vecchio non è contento delle cose nuove perché non sono più per lui quelle cose. La Chiesa che si rallegra delle novità che sono nel mondo e soprattutto delle novità che sono in se stessa, è un organismo giovane, è una vita giovane.
La capacità di donarsi con generosità. Man mano che la vita si avanza, purtroppo se non ci si controlla si diventa egoisti, si pensa soltanto a se stessi, mentre invece caratteristica della gioventù è quella di donarsi con generosità. Alcuni dicono che sia spensieratezza, che sia incapacità di moderazione, invece la generosità é proprio dei giovani, è proprio inerente all’animo giovanile.
La capacita di rinnovarsi. Un giovane, una giovane, tutti i giorni, tutti i momenti dovrebbero sentirsi nuovi perché hanno ancora la capacità di costruite del nuovo, perché non è ancora incominciata l’età delle incrostazioni, dei sedimenti che impediscono questa capacità di rinnovamento continuo e la capacita di ripartire. Le delusioni, ad una certa età, non si superano più. Le delusioni dell’adolescenza, della prima giovinezza in particolare rimontano continuamente, passano e non passano per quel motivo di spensieratezza o di poca profondità, ma perché si sente di essere in possesso della vita, in possesso dell”avvenire, in possesso anche del tempo e allora si prende il coraggio per ripartire.
Osservate la coincidenza della vostra età con la caratteristica della Chiesa ai nostri tempi, cioè, della Chiesa del Concilio. Non è che la Chiesa del Concilio sia un’altra Chiesa, ma appunto perché ha la caratteristica d’essere giovane ha la capacità di rinnovarsi, di diventare come quando era giovane, di cancellare i segni del passato.
Certo: tutte queste affermazioni avrebbero bisogno di una spiegazione, avrebbero bisogno di essere dimostrate per essere capite adeguatamente e bene, ma voi intanto ritenetele, e poi poco per volta, proprio per l’esperienza dei vostri anni giovanili, io credo che arriverete a comprendere cosa è stato fatto in questo Concilio di cui tanto si è parlato e scritto, di cui ancora molto si parlerà. Che cosa è stato? E’ stato un fenomeno di rinnovamento. La Chiesa si è ringiovanita evidentemente.
Molte di voi avete sperimentato o sperimentate tutti i giorni, che c’è un motivo proprio nella vostra giovinezza che vi mette in urto, qualche volta in difficoltà, in contrasto. Le difficoltà vengono dai vostri atti giovanili non soltanto perché siete giovani ma perché siete giovani di oggi che, s’incontrano con la mentalità, il modo di giudicare, il comportamento e le esigenze delle persone più adulte, più anziane di voi. Ci sono dei momenti, forse ci sono stati dei momenti proprio nei vostri anni, in cui addirittura si è creato un conflitto tra voi e vostra madre, tra voi e vostro padre. Perché? Ma perché quelli non hanno avuto la capacità di rimanere giovani, non hanno avuto la grazia di camminare coi tempi, e allora si è creata la distanza, si è creata l’incapacità di capirvi e di comprendervi.
Per la Chiesa questo non è avvenuto perché la Chiesa del Concilio si è rinnovata, e perciò si è ringiovanita, e perciò si è accostata prudentemente e decisamente alla vostra età, alla vostra mentalità, alle vostre esigenze, alle vostre aspirazioni. Non bastano tre sere per dire in che modo tutto questo sia avvenuto nella Chiesa e in che modo tutto questo si possa percepire nella Chiesa. Non illudiamoci, non voglio creare delle illusioni.
La Chiesa Domine Iddio l’ ha fatta di uomini e di donne, perché uomini e donne sono i battezzati che costituiscono il popolo di Dio, che costituiscono coloro che sono chiamati a vivere insieme per attuare la famiglia dei figli di Dio e volersi bene nella carità di nostro Signore gesù Cristo. Sono tutti, ma in particolare quelli che rappresentano la Chiesa, o meglio, quelli che guidano la Chiesa. Quelli che immediatamente hanno nelle mani il patrimonio del Concilio, la grazia del Concilio, la verità del Concilio non è che siano tutti giovani o che siano tutti quanti ringiovaniti, e perciò può darsi che ci siano delle difficoltà, prima che voi possiate comprendere che, tutto quanto vi viene detto questa sera è “una pretesa”.
Naturalmente voi – ciò che si dice del Concilio- incominciate da questa sera a crederlo sulla mia parola. Incominciate da questa sera a credere che, la Chiesa del Concilio: – si è aperta nella sua mente, illuminata dalla grazia di nostro Signore Gesù Cristo – si è dilatata nel suo cuore soffusa dalla carità dello Spirito di Dio; – si è protesa verso il mondo, non il mondo astratto, ma il mondo delle persone, il mondo che siamo noi – nell’intento di conoscere, di avvicinare, di comprendere, di penetrare il mistero della nostra vocazione, – di mettersi al vostro servizio, di evangelizzare, di accogliere ogni valore e addirittura, dice il Papa, di rincorrervi nel vostro rapido cammino per essere al vostro fianco, per non rimanere indietro. E proprio in questo senso vi dicevo: -credetemi sulla parola-.
Tutto questo è una realtà che è nella Chiesa, che è nel mondo della Chiesa. E’ una grazia che è a vostra disposizione, e la potete scoprire poco per volta. Però abbiate fiducia di trovarla e perciò accostatevi per cercare: tutta questa apertura, tutta questa sollecitudine, tutta questa larghezza che è nella mente e nel cuore e nell’azione della Chiesa.
Può darsi che a qualcuna venga in mente, sentendo parlare così della Chiesa: ma adesso la Chiesa ci lascia fare tutto quello che vogliamo? La Chiesa, adesso passerà sopra a qualche cosa? Non in questo senso. Questo non è un segno che la Chiesa è ringiovanita. Quando uno ringiovanisce, quando uno sta bene, d’accordo, non è che abbia bisogno di sostegni, di stampelle per camminare o di altri mezzi per esplicare le sue funzioni vitali. No. Lui stesso è forte.
Allora, se c’è una forza nella Chiesa, se ci deve essere una forza in quelli che attingono alla vita della Chiesa non sarà che nella Chiesa ci siano, ci debbano essere dei cedimenti, dei compromessi. Sarà che la vita della Chiesa, in ognuno di noi che si accosta alla sua giovinezza: diventerà vita vigorosa, diventerà vita seria, diventerà vita piena, diventerà vita più intensa.
Scusate se, andando un po’ fuori dal mio schema, stasera, vi ho enunciato un pensiero che mi sta tanto nella mente. Voi siete qui; siete giovani, siete arrivate anche per la celebrazione della Santa Messa. Questa Messa alla quale partecipate col sacerdote, questa messa che capite seriamente perché la dite nella stessa lingua con cui parlate, questa messa alla quale partecipate anche col canto- e siete tutte pronte ad accogliere un canto che si avvicina molto di più al vostro modo di cantare, un canto che dice quello che deve dire e lo dice con slancio,con pienezza, con affettività vera, sono cose che dicono che venite in Chiesa perché partecipate a quello che si fa in Chiesa, perché prendete la vostra parte a quello che si fa in Chiesa, perché celebrate la grande azione che è la Santa Messa.
Notate come tutto questo è un rinnovamento della Chiesa, come questo bisogno immenso della Chiesa corrisponde alla vostra giovinezza, alla vostra età giovanile, perché la Chiesa è in voi nelle vostre persone, e vuole essere una cosa vera, una cosa autentica, una cosa seria, una cosa personale, quello che siete.
E se venite in Chiesa è perché siete convinte, e allora in Chiesa non ci state soltanto materialmente, allora in Chiesa non ci state perché ci sono le pareti della Chiesa, allora la Chiesa è il vostro ambiente, non per dire rosari tutto il giorno, ma dove la vostra giovinezza si confonda con la giovinezza della Chiesa, la vostra vita giovane si confonda con la vita giovane che è la Chiesa, perché quella grazia che costituisce il patrimonio della Chiesa è in voi, perché quell’energia soprannaturale che è il tesoro della Chiesa circola nelle vostre persone; perché la parola di Dio di cui la Chiesa è dispensatrice è la vostra parola, è il vostro modo di pensare, è il vostro modo di esprimervi, è il vostro modo di agire, è il vostro modo di giudicare.
Cioè, questo rinnovamento che si é operato nella Chiesa, attraverso la celebrazione del Concilio, deve diventare un rinnovamento di fatto, proprio nell’esistenza, nella vita, nelle persone, così che non ci sia più quella incoerenza delle persone che in Chiesa dicono con tutto il cuore Gesù e Maria” e fuori sono un’altra cosa; che vanno in Chiesa e fanno dire agli altri: “e quello va in Chiesa”… e così i giudizi e gli apprezzamenti che si potrebbero dire in tanti altri modi.
Direte: allora adesso il venire in Chiesa non si potrà più fare questo o quello? Neppure questo. Voi siete giovani e dovete essere giovani. Voi avete un avvenire davanti e dovete pensare al vostro avvenire.
Ci sono dei problemi nella vostra esistenza concreta e questi problemi li dovete risolvere, ma: non prescindendo da nostro signore Gesù Cristo, non prescindendo dal Vangelo, non prescindendo dalla presenza e dalla grazia del Signore, non prescindendo dal fatto che siete battezzate, che siete cristiane, che credete in nostro Signore Gesù Cristo
Direte: allora la nostra vita, la nostra esistenza, il nostro avvenire non diventerà una cosa più limitata più mortificata?
La Chiesa del Concilio è giovane ed ha dimostrato di essere di una giovinezza così piena, così aderente che, l’atto più definitivo, si può dire così, la costituzione più sviluppata, più discussa, quella che l’ha impegnata maggiormente e che l’ha tormentata, è quella sulla Chiesa e il mondo contemporaneo: la Chiesa e i valori umani d’oggi, dell’intelligenza, della bellezza, del progresso della vita sociale ecc.
Questa Chiesa che vi vuole giovani nuove, che vi vuole autentiche, che vi vuole vere, non vi vuole, né nella tristezza, né nella sfiducia, né che abbiate a mortificare, o limitare la vostra esistenza umana, né che abbiate a vivere estranee da questo mondo. La Chiesa vi vuole giovani autentiche e giovani fiduciose che corrispondano al desiderio dell’amore di Dio, che è quello che sia tutto per voi. Ogni cosa grande, ogni cosa buona, ogni cosa bella, ogni cosa vera è vostra. Voi dovete essere di nostro Signore Gesù Cristo, non perché siete ormai grandi, non perché sia tardi, non per sfiducia, ma per esse con lui in mezzo a tutte le cose belle, a tutte le cose grandi, a tutte le cose vere, a tutte le cose degne.
Essere in nostro Signore Gesù Cristo!
Nostro Signore Gesù Cristo è Dio
Nostro Signore Gesù Cristo è il centro su cui, attraverso l’impegno della Chiesa del Concilio, vuole esprimere tutta la pienezza del suo Amore.
alle giovani di Monopoli, alla novena della madonna di Lourdes
OM 19 Febbraio 1966