La vita nuova che ci porta Gesù Cristo non finisce su questa terra
Dobbiamo assomigliare a Gesù con la nostra vita
per diventare cittadini del cielo
Villa Cappella I5- 5-1969 Festa della Ascensione
Miei cari, sinceramente, è con emozione che io vi rivolgo il primo saluto. Questa espressione con cui ho incominciato a parlare – “miei cari” -, è fortemente vera, corrisponde ad una grande realtà. Voi siete i miei cari, perché le persone per cui si vive sono le persone care e io vivo per voi. Il mio ministero è per voi. I miei giorni sono per voi. Le mie fatiche sono per voi. La mia presenza con voi, che è personale in questo momento, è continua per la presenza del sacerdote.
E direte: ma perché una persona che noi non abbiamo mai visto, una persona che noi non conosciamo, può affermare un fatto come questo, di vivere per noi? Come può dire parole come queste: voi siete i miei cari? La ragione è misteriosa. La ragione è profonda, ma proprio il mistero che noi celebriamo quest’oggi ce ne dà la spiegazione.
Gesù sale al cielo. Gesù proprio nel momento di lasciare questa terra ha garantito ai suoi che sarebbe sempre stato in mezzo a loro. Per questo ha mandato nel mondo degli uomini scelti da Lui. Non degli uomini speciali. Gli apostoli erano quasi tutti dei pescatori, erano delle povere persone, erano – si direbbe oggi – dei lavoratori – e queste persone le ha mandate in tutto il mondo per tutti i tempi.
Per tutti i tempi, vuole dire che dopo le persone degli apostoli, ci sarebbero state delle altre persone che avrebbero preso il loro posto.
Le ha mandate perché continuassero a compiere quello che aveva compiuto Lui, e sappiamo che nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, é venuto per compiere la nostra salvezza. Il Vangelo che avete appena ascoltato dice: “… ed essi andarono e predicarono dovunque, e il Signore operava con loro”.
Il Vescovo, così come si presenta, in qualunque modo si presenti, è il portatore di questa realtà storica, è il portatore di questo Evento che ha come protagonista nostro Signore Gesù Cristo, il quale Gesù, si serve di persone da lui scelte, perché ciò che Egli vuole fare per ognuno di noi, diventi un fatto personale.
Noi nella Chiesa, tutti quanti, ascoltando la parola del Vescovo o del sacerdote, ascoltiamo nostro Signore Gesù Cristo. Accostandoci ai sacerdoti o al Vescovo nella celebrazione della eucarestia e dei sacramenti, riceviamo quella vita che Gesù è venuto a portare agli uomini perché diventassero figli di Dio. Noi, seguendo le indicazioni del Vescovo, e dei sacerdoti, siamo sicuri di camminare sulla via dei figli di Dio: sulla via dell’amore, sulla via della carità.
Ecco perché il Vescovo è qui. Ecco perché il Vescovo è il vostro Vescovo, cioè è il vostro padre nell’ordine della grazia, è il vostro pastore come guida della vostra vita di figli di Dio.
Ecco perché il Vescovo ha una parola di vita eterna. Il Vescovo non viene per dire le sue parole, ma viene qui per dire la parola di nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco perché il Vescovo può presentarsi in qualsiasi modo, ma porta con sé il dono dello Spirito, il dono della grazia di Dio, il dono della vita soprannaturale.
Ecco perché il Vescovo, comunque sia la sua persona, è un segno di grazia che deve accendere nei nostri cuori l’amore, che deve esistere fra i figli di uno stesso Padre: il Padre nostro che sta nei cieli.
Ma oggi, io arrivo in mezzo a voi, vi raggiungo per la prima volta, e sto con voi a pregare, a celebrare il sacrificio eucaristico nella solennità dell’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo Miei cari, fratelli e figlioli, avete ascoltato la narrazione degli Atti degli apostoli e le affermazioni del Vangelo.
Nostro Signore Gesù Cristo é il Figlio di Dio – Dio come il Padre – per mezzo del quale tutte le cose che esistono sono state fatte, per mezzo del quale sono state poste nell’universo, nel creato e nella materia tutte le forze e le energie che oggi il mondo o gli uomini scoprono, si è fatto uomo ed è rimasto per oltre trent’anni in mezzo a noi, ed ha annunciato il Vangelo. Ha annunciato la buona novella, la grande novità che i figli degli uomini sono figli di Dio. Ma perché i figli degli uomini diventassero figli di Dio, era necessario distruggere il peccato, era necessario portare una vita nuova. Gesù Cristo ha distrutto il peccato con la sua morte. Gesù Cristo con la sua risurrezione ha portato una vita nuova per noi che crediamo in Lui.
La vita nuova l’ha portata Gesù. Gesù ha dimostrato con la sua risurrezione di essere la sorgente, l’autore della vita, capace di comunicare questa vita. Gli uomini lo hanno messo a morte, ma Egli ha dimostrato di essere più forte della morte e, con la sua risurrezione, può veramente dire: “Io sono la vita”; “Io sono la risurrezione e la vita”. La vita che ci porta nostro Signore Gesù Cristo come frutto della sua risurrezione,
é la vita nuova che ci fa figli di Dio.
Questa vita che ci porta Gesù, come frutto del suo mistero pasquale, cioè del suo passaggio dalla morte alla vita fa sì che noi, tutti indistintamente, siamo figli di Dio: siamo figli del Padre che sta in cielo.
Questa vita nuova, che ci porta nostro Signore Gesù Cristo, non è una vita che si consuma su questa terra, non é una vita che finisce su questa terra, non é una vita che ha il suo traguardo qui in questo mondo, ma è una vita eterna, é una vita destinata per la eternità.
E Gesù, dopo essere morto e risorto, sale al cielo per dirci che in cielo, comunque noi lo concepiamo – la soddisfazione piena di tutte le nostre esigenze e di tutti i nostri desideri la felicità infinita di Dio, la pienezza della nostra vita con Dio sarà in cielo dove Egli è andato a preparare un posto per noi.
Ecco il significato del mistero che celebriamo insieme quest’oggi, o miei cari. La nostra vita non ha qui la dimora definitiva e il punto del passaggio da questa vita all’altra vita, non è una distruzione. Si distrugge – come dice la liturgia – l’abitacolo, la piccola casa qui su questa terra, ma se ne edifica un’altra per tutta l’eternità.
Noi con Gesù Cristo, quest’oggi penetriamo il cielo, e, a mano a mano che ci uniamo a Lui con la nostra fede, a mano a mano che ci uniamo a Lui con il nostro amore, a mano a mano che assomigliamo a Lui con la nostra vita, noi diventiamo sempre di più cittadini del cielo piuttosto che cittadini della terra, e un giorno saremo per sempre cittadini del cielo.
O miei cari, noi vicendevolmente auguriamo a noi stessi e ai nostri cari una vita lunga su questa terra, perché la vita su questa terra è il mezzo per camminare bene verso l’altra vita, ma in questo momento e in tutti i momenti, dobbiamo augurarci anche la pienezza della vita eterna.
Ma come possiamo arrivare a questa vita, come possiamo garantirci questa vita, come possiamo viverla questa vita?
E’ Gesù Cristo la nostra Vita. E’ Lui che ci ha portato questa vita di figli di Dio. E questa vita di figli di Dio, sapete quando Gesù Cristo ce la dona, e quando ce la restituisce, se noi la perdessimo?
Mi rivolgo specialmente ai bambini e alle bambine: – quando Gesù Cristo ci dona la vita di figli di Dio? Coraggio su!… parlate un po’ voi. Io ho già parlato tanto, forse troppo neh?!
– risposta: battesimo e confessione
– Bene, bravo! bravi tutti perché ho visto che lo sapevate tutti.
Col battesimo, Gesù Cristo per mezzo dell’acqua e dello Spirito Santo ci dà la vita nuova dei figli di Dio: ci fa rinascere. E’ una nascita che non avviene dalla carne e dal sangue, ma che viene dallo Spirito.
Quando uno nasce è piccolo,è debole ed ha bisogno di crescere. Ad un certo punto, non ha bisogno soltanto di crescere in statura e in età, ma ha bisogno di crescere anche come uomo o come donna.
Viene il momento dell’adolescenza, quando i bambini e le bambine incominciano ad avere una grande voglia di fare come piace a loro, di andare dove vogliono loro; non vogliono più essere trattati come bambini. In un modo o in un altro, tutti, aspirano ad essere indipendenti.
Crescendo negli anni questa tendenza diventa sempre più marcata. Il giovane e la giovane pretendono di entrare anche loro nella vita degli adulti. Pretendono di avere delle iniziative anche loro. Quelli che prima erano un bambino, una bambina, un giovane, una giovane, diventano sempre più uomini e donne adulti.
Noi che eravamo piccoli per il battesimo, quando maturiamo come figli di Dio?
-risposta: “con la cresima”.
– benissimo! Sapete tutto. Bravi! Ma la cresima non è la cerimonia che si deve fare ad un certo punto della vita. La cresima non é semplicemente un rito religioso. La cresima é un fatto di vita in cui é impegnato nostro Signore Gesù Cristo, in cui nostro Signore Gesù Cristo impegna lo Spirito Santo, perché si stabilisca in noi in un modo definitivo e ci renda capaci di crescere come figli di Dio, per diventare perfetti cristiani. Non semplicemente cristiani, ma perfetti cristiani!
La cresima ci fa perfetti cristiani.
Qui con voi, miei cari cresimandi, ci sono i padrini, le madrine. Siete diventati perfetti cristiani?
Qui ci sono anche i papà e le mamme, i fratelli maggiori, le zie e gli zii, i nonni e le nonne. Siete diventati perfetti cristiani?
Il dono dello Spirito Santo ha veramente dato frutto in ognuno di voi? Ognuno deve rispondere a se stesso davanti a Dio, ma anche davanti a questi bambini e bambine che ricevono la cresima quest’oggi.
Se ricevere la cresima è un semplicemente un rito, una volta usciti dalla chiesa rimanete quello che eravate prima. Se ricevere la cresima é un incontro con nostro Signore Gesù Cristo che per mezzo dello suo Spirito ci vuole fare crescere come cristiani, allora uscendo dalla chiesa, il nostro impegno sarà quello di ricordare sempre che dobbiamo crescere come cristiani, e che possiamo diventare cristiani adulti.
Non è vero, forse che alle volte, nelle famiglie, i papà e le mamme vogliono che i bambini e le bambine dicano le preghiere… e loro…? Vogliono che i bambini vadano a catechismo…e loro…? Vogliono che i bambini vadano a messa… e loro…? E’ sviluppare la propria vita di cristiani? Lascio a voi di fare l’esame di coscienza davanti a Dio e davanti a questi cresimandi, perché la loro cresima vale in proporzione dell’aiuto che riceveranno da voi. Dai bambini non si può pretendere niente. Si aiutano sempre in tutto. Li dobbiamo aiutare tutti, non soltanto il Vescovo, i sacerdoti, ma anche i papà e le mamme e da oggi anche i padrini e le madrine. Tutti li dobbiamo aiutare a diventare veramente cristiani adulti.
Adesso compio il rito della cresima per questi bambini, ma tutti dobbiamo essere impegnati a pregare, a riflettere sulla nostra cresima per impegnarci a una vita cristiana più seria, giorno dopo giorno.
Sia lodato Gesù Cristo.
OM 584 Villa Cappella 69 – I5- 5-1969 Festa della Ascensione