Brescia 14 maggio 1970 incontro con i Sacerdoti
Mons. Carlo Ferrari
Abbiamo cercato di essere abbastanza fedeli ai grandi temi che sono contenuti nella Istructio del nuovo Messale. Abbiamo detto che il nuovo rito della celebrazione della Messa è un avvenimento veramente straordinario nella storia e nella vita della Chiesa. Abbiamo cercato di comprendere secondo quale significato il nuovo rito costituisce un avvenimento nella storia e nella vita della Chiesa.
Mi pare che lo abbiamo scoperto nel senso voluto dal Concilio, voluto dagli ultimi pontefici, nello sforzo che la Chiesa compie di ritornare alle sue sorgenti, alle sorgente della sua Parola, più autenticamente e chiaramente intesa, alla sorgente della celebrazione del memoriale del Signore considerato come evento di salvezza, che si compie ai nostri giorni in mezzo a noi nel momento e nel luogo della celebrazione sacra.
Credo sia meglio scoperto che il soggetto, l’attore della celebrazione sacra è il popolo di Dio gerarchicamente costituito dove noi siamo impegnati in un ruolo di servizio: che è il popolo sacerdotale che, attraverso il nostro ministero, è unito al sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo per dare gloria al Padre e per assicurare la salvezza al mondo.
Un altro aspetto del nuovo rito della celebrazione della santa Messa, che troviamo in un modo più esplicito nelle tre nuove preci, è quello dell’azione dello Spirito Santo.
Più volte nelle preghiere, nelle letture che hanno preceduto questa nostra meditazione si è fatto riferimento allo Spirito Santo.
Ci troviamo nei giorni che preparano immediatamente la grande solennità liturgica di Pentecoste, mi pare perciò che il tema intorno a cui possiamo raccoglierci questa mattina sia proprio questo che riguarda:
l’azione dello Spirito Santo nella celebrazione liturgica,
l’azione dello Spirito Santo nella chiesa e nel ministero,
l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita spirituale.
L’azione dello Spirito Santo nella celebrazione liturgica è espressa in un modo più esplicito nelle ultime tre preci eucaristiche. E’ espressa nel senso in cui è detto nella costituzione Sacrosanctum Concilium: “l’azione liturgica è la sorgente e il culmine e il vertice di ogni attività nella chiesa”.
Lo Spirito Santo nelle preci eucaristiche è presentato prima come sorgente e poi come culmine, come meta. Nelle epiclesi precedenti la consacrazione, è espressa la fede nell’azione dello Spirito Santo che santifica i doni e che quindi trasforma il pane e il vino nel corpo e nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Nella introduzione generale, ricchissima, ha descritto l’azione dello Spirito Santo con un certo rispetto umano parlando di potenza divina e non nominando lo Spirito Santo. Chissà perché! Comunque, tutto questo lo abbiamo adesso in un modo tanto esplicito nella preghiera eucaristica.
Prima della consacrazione, fate caso alla così detta seconda prece, la preghiera sempre rivolta al Padre: “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito perché diventi per noi il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo”.
Nella terza prece: “Ti preghiamo umilmente, manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo affinché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo tuo figlio e nostro Signore che ci ha comandati di celebrare questi misteri”.
Nell’ultima prece eucaristica:
“Ti preghiamo Padre, che lo Spirito Santo santifichi questi doni perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore nella celebrazione di questo grande mistero che egli ci lascia in segno di eterna alleanza”.
Ecco:lo Spirito Santo, origine, sorgente dell’azione più santa che compie la chiesa: la consacrazione del pane e del vino, la trasformazione del pane nel corpo di nostro Signore Gesù Cristo, la trasformazione del vino nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo perché il mistero della sua morte, risurrezione, ascensione, al cielo sia presente e attuale. Come avete notato si rileva già ai tempi di S. Giovanni Crisostomo.
Poi c’è il culmine, la meta di questa attività della chiesa che è l’ edificazione della Chiesa in corpo di Cristo, dove le membra sono vitalmente unite con il Capo e sono vitalmente unite tra di loro, per cui il vertice della perfezione cristiana è l’unità nella carità.
Allora le epiclesi post consacratorie ci fanno chiedere: Ti preghiamo umilmente per la comunione al corpo e al sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Guarda con amore, riconosci nell’offerta della tua chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione e a noi che ci nutriamo del suo corpo e del suo sangue dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito. “
Guarda con amore o Dio la vittima che tu stesso hai preparato per la tua chiesa e a tutti quelli che mangeranno di questo pane e berranno di questo unico calice concedi che riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino una offerta viva in Cristo a lode della tua gloria.
Ecco miei cari, come è presente lo Spirito Santo, come è presente l’azione dello Spirito Santo secondo la economia della storia della salvezza, – in questa fase della continuità di ciò che il Padre ha iniziato dopo aver concepito il suo piano – e ha portato avanti, nel Figlio fatto uomo, che compie l’opera che gli ha affidato. – E, il compimento dell’opera che gli ha affidato il Padre avviene quando Gesù dice: è necessario che io ritorni in cielo perché possa venire Colui che sarà mandato dal Padre.
Mi pare che abbiamo già detto altre volte che noi il mistero trinitario lo abbiamo relegato
nell’astrazione di una teologia speculativa e non abbiamo tenuto presente sufficientemente, – forse non lo teniamo ancora presente in modo chiaro – come tutta la nostra vita, tutta la vita della chiesa è modellata su questo esemplare che è il mistero trinitario, dove le Persone sono infinitamente uguali e infinitamente distinte, infinitamente distinte e infinitamente unite.
E la storia della salvezza: è la manifestazione, è la rivelazione attraverso i fatti della storia, attraverso gli avvenimenti della storia del mistero trinitario, della unità delle Persone, della unità di un solo Dio, della distinzione netta delle Persone.
Non so come si possa giustificare quel principio di teologia scolastica, che tutto ciò che è a destra è comune in Dio. La rivelazione ci presenta le divine Persone operanti unitamente ma anche distintamente. E, come noi diamo l’importanza che dobbiamo dare al mistero della incarnazione, e quindi alla seconda persona della santissima Trinità, altrettanta importanza, naturalmente, dobbiamo dare al Padre che ha mandato il Figlio, da cui ha origine tutto, e allo Spirito Santo.
Il movimento della vita cristiana ha come termine il Padre da cui è venuto Gesù Cristo, a cui è ritornato Gesù Cristo.
Forse non è ugualmente presente che tutto questo avviene per il compimento della missione dello Spirito Santo, forse non è ugualmente presente che l’azione dello Spirito Santo è importante e decisiva come quella del Figlio anche se è meno visibile da un punto di vista esteriore, da un punto di vista storico. L’azione dello Spirito Santo è meno visibile personalmente ma ben visibile nei suoi frutti, in ciò che produce.
La Parola di Dio corre per l’azione dello Spirito Santo,
i cristiani sono santificati per l’azione dello Spirito Santo,
le comunità sono unite tra di loro nel vincolo della carità per l’azione dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non è una appendice nella storia della salvezza. Noi abbiamo detto nella nostra teologia che lo Spirito Santo è anima della Chiesa. Il Concilio dice: “in un certo qual modo è come l’anima della Chiesa”. Bisogna intendere le cose molto bene.
E’ un fatto che tutta la istituzione della chiesa che ogni elemento visibile della chiesa, sacramento del Cristo, presente nel mondo e nella storia, è tutto animato, è vivificato e reso efficiente da una specifica azione dello Spirito.
Nostro Signore Gesù Cristo glorificato, è glorificato perché il Padre lo ha risuscitato per la potenza del suo Spirito e reso spirituale. Secondo la dottrina di S. Paolo proprio per l’azione dello Spirito Santo, è reso presente in tutta la chiesa e lo rende presente in ogni realtà a cui Gesù Cristo ha voluto relegare la sua presenza, da quella sacramentale, da quella liturgica a quella della parola, a quella del nostro stare insieme nel suo nome. Tutto avviene sempre per l’azione dello Spirito Santo.
Come abbiamo detto per altri aspetti della vita, dobbiamo riconoscere che c’è un impoverimento a questo proposito nella vita cristiana nostra e dei nostri fedeli, perché non è esplicita la fede nella missione dello Spirito Santo. Basta guardare al fenomeno semplicissimo della partecipazione alle feste liturgiche. Anche se oggi le cose stanno abbastanza cambiando, tra tutte le feste liturgiche per il popolo, la più grande è Natale e sotto certi aspetti lo rimane ancora. Oggi sembra prendere un certo rilievo la Pasqua. E la Pentecoste?
Penso di non offendere i nostri cari padri francescani, se dico che il giorno di S. Antonio, che come sovente accade coincide con la festa di Pentecoste, non è raro che sant’Antonio abbia la preferenza sullo Spirito Santo! Non è raro questo caso, almeno in quel mondo che conosco io, e si fa un certa fatica a convincere i titolari delle chiese di S. Antonio a celebrare la liturgia di Pentecoste in quel giorno, perchè i buoni fedeli si rivolgono a S. Antonio. Questo è un indice.
Non voglio formalizzarmi per i titoli delle nostre chiese. Ce ne sono tantissime dedicate ai misteri di nostro Signore Gesù Cristo, tantissime dedicate Maria santissima, Madre di Dio e madre nostra, ce ne sono un numero stragrande dedicate ai santi. E’ raro trovare una chiesa dedicata allo Spirito Santo. Qualcuna c’è.
Vedete l’iconografia sacra. E’ tanto naturale che sia incentrata sui misteri della vita di nostro Signore Gesù Cristo. Questo, come fatto pittorico, come fatto di espressione artistica si presta molto di più, ma se noi togliamo la raffigurazione della Pentecoste che hanno trattato anche i sommi artisti, sui vari episodi narrati dagli Atti degli apostoli che richiamo l’azione dello Spirito Santo e che quindi fanno parte della storia della salvezza, non si trova niente. Non è necessario insistere molto su questa analisi. Credo che ognuno di noi sia cosciente di questo fenomeno.
Ora, se il nostro Dio è questo Padre Figlio Spirito Santo e noi lasciamo fuori una Divina Persona, non tanto dalla nostra fede speculativa ma nella nostra vita spirituale, noi lasciamo qualche cosa di essenziale.
Dal momento che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati come persone e siamo stati creati come persone destinate a formare una cosa sola nell’amore. Se lasciamo fuori colui che è il vincolo dell’amore del Padre per del Figlio, se lasciamo fuori colui che è il vincolo dell’amore del Figlio per il Padre e che ha la missione di unificarci in Dio e di unificarci tra di noi, noi ignoriamo, noi lasciamo da parte qualche cosa di essenziale.
Vedete la Costituzione sulla Chiesa. E’ descritta soprattutto come mistero e poi come popolo di Dio. E’ descritta nei suoi ministeri gerarchici, ma prima di tutto come mistero. E’ esplicitamente attribuita, ogni parte, ad ogni Divina Persona e concludendo il paragrafo che riguarda lo Spirito Santo, riassume tutto definendo la chiesa come la realtà di coloro che sono convocati a stare insieme nella unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Mi pare che proprio a questo punto ci sia questa distinzione e del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, perché la chiesa considerata nel suo mistero, è questa “congregatio”
D’altronde, poi, è richiamato lo stesso principio nella definizione della santa Messa: “missa est coena domini congregatio populi Dei convenientis in unum”. E’ una affermazione che si trova nel decreto sull’ecumenismo.
Se la chiesa, è questa congregatio che ha la sua sorgente e il suo modello nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, proprio nell’unità dell’azione del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo hanno ragione d’essere e trovano la loro efficacia divina i sacri ministeri, sempre nella stessa linea della distinzione dell’azione delle divine Persone.
E’ il Padre che parla per mezzo del suo Verbo, il Figlio fatto uomo, nello Spirito.
Gli apostoli alla scuola di nostro Signore Gesù Cristo non capiscono niente. Gli apostoli che ricevono lo Spirito Santo capiscono tutto.
Gesù già aveva detto: ho ancora molte cose da dirvi ma non siete capaci di comprenderle, verrà un Altro, il Paracleto e vi introdurrà in tutta la verità, vi suggerirà tutto quello che io vi ho detto e vi ricorderà ogni cosa.
E’ lo Spirito Santo che rende chiara la Parola di Dio. E’ lo Spirito Santo che ci rende capaci di comprendere la Parola di Dio. I così detti doni dello Spirito Santo, secondo la distinzione abituale che trova la sua origine anche nei documenti della rivelazione: il dono dell’intelletto, della scienza, della sapienza, eccetera, sono doni di Dio. Attraverso questi doni è resa possibile la rivelazione, perché noi non possiamo entrare nell’intelligenza della Parola di Dio se il Padre non si rivela.
Non è per il nostro sforzo di riflessione, non è per l’intelligenza speculativa o scientifica o di altro genere che noi arriviamo alla comprensione del dato rivelato. Nessuno viene al Padre se il Padre non lo attrae; nessuno viene al Padre se non permezzo del Figlio e nessuno intende la verità del Figlio se non per l’azione dello Spirito Santo, perché è lo Spirito Santo, ripeto, che ci introduce nella verità. lo Spirito santo ci suggerisce quello che ci ha insegnato Gesù Cristo e ce lo ricorda. Non c’è un’altra via. Non c’è un altro mezzo.
Certo, Dio agisce in noi anche quando noi non abbiamo una coscienza esplicita del senso della sua azione, ma quanto facilitiamo l’azione di Dio in noi, se noi ci mettiamo in sintonia con quell’onda che egli usa per introdurci nella verità, che è il Divino Spirito!
Il ministero sacro della Parola, che incomincia per noi con l’intelligenza della Parola di Dio a cui segue l’annuncio della Parola di Dio, è possibile per l’azione dello Spirito. E’ l’azione dello Spirito che anima noi. E’ l’azione dello Spirito che è in ciascheduno dei battezzati, che dà la certezza, la testimonianza di essere figli di Dio. Quindi è nello Spirito -non animalis homo- che si intendono le cose dì Dio.
Questa è azione che si svolge nel mistero, ma è l’unica reale azione cristiana, è l’unica reale azione della chiesa e del ministero nella chiesa.
Così il ministero della santificazione è tutto legato all’azione dello Spirito Santo.
E’ lo Spirito Santo che santifica i doni e trasforma il pane e il vino nel corpo e nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
E’ lo Spirito Santo che opera nel Battesimo da cui si nasce nell’acqua e dallo Spirito.
E’ lo Spirito Santo che conferma, nella crsima
E’ lo Spirito Santo che conforta, nell’unzione
E’ lo Spirito Santo che unifica nell’amore i coniugi nel sacramento del matrimonio,
E’ lo Spirito Santo che rimette i peccati.
Mi pare che nell’oratio o nel post communio del lunedì di Pentecoste si affermi dello Spirito Santo “Ipse est remissio omnium peccatorum”.
Noi abbiamo avuto la remissione dei peccati nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo, ma diventa un fatto personale per ciascuno di noi per l’azione dello Spirito Santo.
Soprattutto, poi, quando si tratta dell’azione pastorale, sempre nel nostro ministero, certe cose colpiscono talmente che si rischia di ripeterle senza accorgersene. Quella tal giurisdizione di cui è ripieno il vescovo, che poi il diritto concede “ipso facto” per certi uffici ecclesiastici o che pure di delega, ha indubbiamente un aspetto canonico, ma radicalmente è un fatto sacramentale.
Come è bella l’affermazione del Concilio dove finalmente i vescovi si fanno derivare dalla consacrazione sacramentale e non dalla giurisdizione canonica!
Così, ogni atto di giurisdizione – da intendersi bene! – è legato ad un fatto sacramentale. E’ legato alla nostra ordinazione sacra e, se ha origine dalla nostra sacra ordinazione, ha origine da un evento di santificazione e allora il fatto di guidare ha il senso preciso di guidare verso l’unità, di guidare nel senso della carità che edifica l’unità voluta da Dio, ed ha un contenuto di grazia. Ha una espressione, un valore giuridico, ma prima di tutto ha un valore e un contenuto di grazia.
Guardate che questo, è un fatto molto importante che ci mette un po’ tutti sullo stesso piano.
Io non entro nel merito di nessuna questione teologica sulla pienezza del sacerdozio del vescovo e su una partecipazione del sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo, non di quello del vescovo, mi raccomando, da parte dei presbiteri! Lo sa Domine Iddio, comunque, come siano le cose – può darsi che lo sappia qualche teologo –
Chi ha ricevuto la sacra ordinazione ha tanto di potestà sacra a cui è legata una grazia per edificare l’unità nella chiesa, quanta ne ha uno qualunque dei suoi confratelli, sia arciprete, sia decano, sia vicario. Di grazia di Dio ne ha tanta il vice parroco come il parroco. Di potere di grazia ne ha tanto l’uno come l’altro anche se uno non può portare la mozzetta. Scusate questa mala lingua!
Guardate che, per questa via di aver dimenticato proprio la presenza dello Spirito Santo che agisce nei ministeri sacri, si è arrivati a quei paradossi nella chiesa -non capita qui a Brescia- di avere dei vicari generali, semplici presbiteri, con tutta la potestà canonica e degli ausiliari eccellentissimi con tutta la pienezza del sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo che magari, per confessare, hanno bisogno della delega del “principale”.
Cose dell’altro mondo, da un punto di vista teologico, si capisce! Sono cose che capitano a questo mondo. Non dobbiamo meravigliarci, però, noi non dobbiamo essere condotti da ciò che capita nel mondo, ma dobbiamo essere condotti dal pensiero di Dio, dalla volontà di Dio, dall’istituzione sacra, da quello che ha compiuto e voluto nostro Signore Gesù Cristo.
La missione dello Spirito Santo nella nostra vita spirituale.
Miei cari, per intenderci con più semplicità, con più facilità diciamo subito che la nostra vita spirituale è costruita su un fondamento di vita nuova, di una nuova creatura elevata alla partecipazione della vita stessa di Dio.
Questa partecipazione alla vita stessa di Dio ci viene comunicata attraverso l’azione dello Spirito Santo. La vita divina l’ha portata sulla terra nostro Signore Gesù Cristo: “veni ut vitam habeant et abundantium abeant, ego sum via veritas et vita ” Ma egli è ritornato al Padre.
E’ ritornato al Padre per permettere che venisse lo Spirito Santo a portare a compimento in tutti i tempi della storia e in tutti i luoghi del mondo, l’opera sua e quindi a portare quella vita che egli ha meritato con il suo sacrificio in croce.
La vita cristiana è costituita: da un pensare cristiano, da un giudicare cristiano, da un sentire cristiano. Ora, tutto questo è prodotto in noi dallo Spirito Santo che ci introduce nella verità, che diffonde la carità nei nostri cuori. E’ Lui che ci unifica tra di noi. Rileggetevi le epiclesi consacratorie: diventiamo un solo corpo per l’azione dello Spirito Santo… Noi che mangiamo di un solo pane e beviamo a un solo calice diventiamo una cosa sola… Come è difficile diventare una cosa sola tra di noi!
Durante il Concilio si è parlato di collegialità e vi ricordate come è stato difficile entrare in collegio da parte dei vescovi e, di fatto, non ci entrano. E’ un fatto umano, ed è un fatto serio.
In Concilio si è parlato di presbiterio, ma come diventa difficile entrare nel presbiterio per fare una cosa sola! E’ facile mettere cotta e stola, ma entrarci con tutto noi stessi é ben difficile!
Qualcuno interviene lontano dal microfono e non si capisce. Il vescovo risponde
..anche senza la comunità, ma normalmente è una comunità contro la comunità. Perché non si affermino queste realtà è indispensabile un’azione dialettica. Altro è la comunità che si forma in dialogo con il resto della comunità anche per contestarla nel nome del Vangelo. Stiamo attenti che possiamo passare ad una esagerazione e vedere lo Spirito da tutte le parti…
Lo Spirito c’è anche nella contestazione. Nostro Signore Gesù Cristo è un contestatore. Tutti i santi sono stati dei contestatori. Santa Caterina da Siena ha contestato il papa. Guardate che, Santa Caterina aveva una venerazione grande per il papa, forse la più bella in tutta la storia della chiesa. Lo aveva definito “Il dolce Cristo in terra”, ma non gli ha detto soltanto :”dolce Cristo in terra”. Gli ha detto anche qualche altra parola che tradotta in dialetto Bresciano suonerebbe particolarmente significativa. Leggete l’epistolario di S. Caterina e vedrete.
Ma, capitemi bene. Si contesta con amore, si contesta per amore, si contesta affermando soprattutto il valore delle persone, affermando il compito delle persone. Ed è lo Spirito che muove in questo senso. Quando lo Spirito per la prima volta si è manifestato ha sconvolto il cenacolo come se ci fosse passato il terremoto. Lo Spirito Santo non è quieto. Lo Spirito Santo è l’inquietudine di Dio.
Come centra la persona dello Spirito Santo con noi, personalmente?
Che rapporti abbiamo con questa divina persona, personalmente?
Chiediamocelo ognuno per nostro conto e, se nei vostri gruppi volete stare su questo tema, può darsi che ne esca qualche cosa di valido per la comune edificazione.
Scusate se ho abusato della vostra pazienza, ma è l’ultima volta.
E’ venuto anche il momento di salutarci, però Mantova e Brescia confinano, si intersecano. Quando il vostro Vescovo mi ha invitato per svolgere il ministero in mezzo a voi, io con molta semplicità ho accettato volentieri. Le ultime parole che ci siamo dette questa mattina sono proprio in questo senso: che dovremmo attuare concretamente la nostra collegialità anche attraverso questi scambi di ministeri non soltanto tra noi vescovi, ma anche tra sacerdoti in genere e allargare gli spazi della carità per fare crollare, in un certo qual senso, i confini degli spazi geografici ed arrivare ad una comunione sempre più vera.
La comunione vera tra noi vescovi e noi sacerdoti che se è stata tanto raccomandata da nostro Signore Gesù Cristo ai suoi apostoli e ai suoi discepoli, si può senza dubbio ritenere che sia il segno e il sacramento di quella unione che vogliamo edificare in mezzo ai nostri fedeli per costruire la chiesa, per corrispondere alla volontà di Dio di edificare il corpo del suo Figlio, la famiglia dei suoi figli.
A proposito dello Spirito Santo dobbiamo avere un’avvertenza particolare. Mi pare che non sia esagerato dire che negli ultimi tempi della vita della chiesa, lo Spirito Santo si è particolarmente manifestato e spira, e sollecita per portarci verso la unità, non soltanto verso l’unità tra le chiese, ma nella chiesa stessa e poi, attraverso la chiesa, come segno e strumento, portare tutto il mondo verso la unità.
L’elezione di papa Roncalli al pontificato, Papa Giovanni XXIII°, ritengo – anche se è una espressione irriguardosa – che sia stata proprio una beffa dello Spirito Santo . Attraverso la semplicità nel senso evangelico, di questo uomo molto maturo di esperienza e indubbiamente animato dallo Spirito di Dio, è avvenuto quel sovvertimento che può anche renderci pensosi, che può anche turbarci e che ha avuto il suo massimo svolgimento nel Concilio durante il quale, lo Spirito Santo veramente ha mosso molte cose, veramente ha cambiato molte posizioni, veramente ha chiarito molte situazioni non soltanto in campo dottrinale ma specialmente in campo pastorale. Di fatto, secondo l’ intenzione di papa Roncalli che non senza una particolare ispirazione dello Spirito Santo ha voluto il Concilio, il Concilio è stato eminentemente pastorale.
Molte cose sono cambiate proprio nel magistero ufficiale della chiesa, continuato così dal magistero di Paolo VI, che è stato ed è un vero evangelizzatore -scusate anche questo termine molto improprio – dei documenti del Concilio, del contenuto del Concilio. Questi mi paiono i segni certi, autentici della presenza particolare dello Spirito Santo nella vita della chiesa. E poi ci sono tutti i fenomeni che noi registriamo, che la stampa registra in qualche modo, della vita delle chiese delle comunità ecclesiali, della vita delle persone di chiesa e non di chiesa. Come noi dobbiamo valutare tutte queste cose, tutti questi avvenimenti?
Lo Spirito che passa non mette in evidenza soltanto il bene, la grazia, la santità che porta con se, ma mette in evidenza anche il peccato.
Gesù Cristo quando promette lo Spirito Santo dice che il mondo è giudicato, e il giudizio che Dio fa del mondo è anche questo -non solo questo – di mettere più in evidenza anche il male. Allora certi episodi di esplosione del male non ci devono sconcertare. C’è più male oggi nella chiesa o ce n’era più ieri quando tutto era quieto, tutto era coperto a differenza di oggi che molto male viene in evidenza? Qui non possiamo pronunciare giudizi.
E’ un fatto che lo Spirito Santo muove la sua chiesa. Dobbiamo chiederci con molta serietà in che misura noi ci lasciamo muovere dalla Spirito Santo.
In che misura per esempio, ci siamo portati a quel livello teologico, pastorale, e quindi personalmente spirituale, voluto dai documenti del Concilio.
Fino a che punto ci siamo impegnati allo studio dei documenti del Concilio.
Fino a che punto siamo disponibili perché i documenti del Concilio dalla lettera passino nei fatti.
Che cosa è cambiato nel nostro stile di vita, nel nostro comportamento, nei nostri rapporti personali tra di noi
Specialmente se è aumentata l’amicizia, se è aumentata la carità, se diminuiscono le tensioni in mezzo alle nostre popolazioni
Se veramente ci siamo preoccupati e ci preoccupiamo di nutrirci all’unica mensa della Parola di Dio e del Corpo di Cristo
Se accostiamo, noi personalmente, i libri di meditazione
Mi pare che alla nostra età – l’ultimo che ha parlato l’ha definita “dolce età” – dovremmo essere capaci di affrontare senza difficoltà il libro sacro, dal momento che tutti i giorni lo leggiamo davanti ai nostri fedeli.
Ma con quale competenza lo leggiamo?
Con quale competenza noi, poi, ne proponiamo l’esplicazione?
Con quale competenza facciamo veramente una catechesi biblica con la nostra prediacazione?
Siamo veramente disposti a spogliarci della nostra mentalità, anche della nostra mentalità scolastica, che è forse uno dei più grandi impedimenti, che ci inceppa ad abbandonarci allo Spirito di Dio e al magistero della chiesa
Qui non si tratta di teologia né di altro.
Si tratta veramente del magistero della chiesa.
Si tratta di lasciarci veramente guidare per essere delle guide sagge del nostro popolo di Dio.
Scusate questa libertà. Vi prego di credere tanto a tutta la mia stima e al mio affetto fraterno per voi.
Vi chiedo la penitenza di qualche Ave Maria.
Qualche volta.
OM 305 sacerdoti 70 – Brescia 14-5-70, Sacerdoti