San Silvestro 19 marzo 1973 santa cresima e festa di san Giuseppe
Mons. Carlo Ferrari
La vostra chiesa, in circostanze come queste, è veramente angusta. Si rimane mortificati perché è una pretesa il volere esercitare il ministero della Parola per delle persone che sono a disagio. Cercherò, per quanto mi è possibile, di dire brevemente un pensiero che valga per questa nostra celebrazione. Davanti a noi stanno i bambini e le bambine in attesa di ricevere lo Spirito Santo.
Ieri, qualcuno di voi era presente in sant’ Andrea per una celebrazione molto solenne.Presenti cinque vescovi, abbiamo consacrato un nuovo vescovo. Sant’ Andrea che è vastissima, era gremita. Io voglio dirvi, che ciò che avviene questa mattina a S. Silvestro non è da meno di quanto è avvenuto ieri in sant’Andrea. Quello stesso Spirito che è stato conferito al nuovo vescovo di Cremona è conferito a tutti i vostri figlioli. E possiamo dire, che al vescovo di Cremona lo Spirito Santo è stato conferito per la salvezza degli altri e che ai vostri figlioli lo Spirito Santo è conferito per la loro salvezza.
Quando si dice «la loro salvezza » dobbiamo tenere bene in mente che Gesù Cristo nel suo vangelo intende la salvezza integrale della persona, cioè la salvezza che vale per questa vita e per l’altra vita, perché se non si opera una salvezza in questa vita non si opera neppure una salvezza nell’altra vita.
Quale salvezza vuole operare lo Spirito Santo in questi vostri figlioli? Vuole operare la salvezza portata in terra da nostro Signore Gesù Cristo, che consiste in una vita nuova, che non consiste semplicemente in un costume nuovo, in una moralità nuova, ma che consiste in una realtà nuova che tocca l’intimo della persona e la trasforma e che consiste in una vita nuova, che non è una vita come quella del padre e della madre, ma è la partecipazione di vita del Padre nostro che sta nei cieli.
Di conseguenza bisogna vivere da figli di Dio conservando in noi stessi la dignità di figli di Dio, – dono inestimabile e impensabile,-rispettando negli altri la dignità dei figli di Dio, facendo diventare legge di vita, la legge dell’amore: dell’ amore per il Padre che sta nei cieli, dell’amore per i nostri fratelli che stanno con noi. Questo opera lo Spirito Santo in noi per la nostra salvezza.
In questo consiste è la nostra salvezza: —se conserveremo la nostra prerogativa di figli di Dio, —se nelle diverse situazioni della esistenza col nostro comportamento svilupperemo questa vita di figli di Dio, —se nelle diverse situazioni della esistenza col nostro comportamento esprimeremo l’amore per Iddio perchè Lo pone al di sopra di tutto e di tutti, perché è il nostro creatore, il nostro padre e il nostro Salvatore; —se gli altri, che sono figli di questo Padre e quindi nostri fratelli, sono rispettati più di qualunque altro valore al mondo. E non c’è valore più grande della persona, qualsiasi persona. Soprattutto i deboli.
Noi, oggi, nella nostra liturgia celebriamo la solennità di san Giuseppe. Avete udito come prega la chiesa: “Dio onnipotente che nel tuo disegno di amore hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di San Giuseppe”. San Giuseppe ha un compito nel piano della salvezza: custodire il piccolo Gesù e custodire la madre di Gesù.
Miei cari, evidentemente le mie parole non si rivolgono a questi piccoli che attendono la cresima, ma si rivolgono alle mamme,ai papà, alle madrine e ai padrini se ci sono, ai parenti e a tutti gli adulti. Veramente noi amiamo questi figlioli con la preoccupazione di rispettare in loro la dignità di figli di Dio? Veramente noi amiamo questi figlioli con la preoccupazione di fare loro prendere coscienza che hanno la dignità di figli di Dio? Oppure li educhiamo secondo i criteri del mondo, per il quale le persone valgono di più se sono vestite meglio? Valgono di più se economicamente possono di più? Gesù bambino è affidato alla custodia premurosa di San Giuseppe. Ciascuno di questi piccoli è affidato ad ognuno di noi perché lo custodiamo. Non lo dobbiamo custodire con interventi di forza, con raccomandazioni, ma con la testimonianza della nostra persona, perché apprendano da noi come è il cristiano, come si vive da cristiani, come si vive da figli di Dio.
Miei cari, ogni volta che conferisco la cresima, non posso non rivolgermi agli adulti per ricordare che la celebrazione deve contare più per noi che abbiamo una età capace di responsabilità, di quanto non valga per questi bambini che di responsabilità ne hanno tanto quanta ne comporta la loro età. Noi siamo i responsabili. Noi siamo i loro custodi, i loro difensori, ma, ripeto, dobbiamo esserlo con la nostra stessa persona, con la nostra stessa vita. Non scandalizziamo questi piccoli. Gesù ha detto: piuttosto di scandalizzare un piccolo è meglio legarsi una mola di mulino e gettarsi nel profondo del mare. Guardate che, scandalizziamo i piccoli quando con le parole diciamo una cosa e con la condotta ne diciamo un’altra. Coerenza ci vuole dinanzi a questi piccoli che ci giudicano, ci guardano e ci capiscono, per i quali l’avvenire è segnato dalla nostra condotta.
Questo è quello che ho tentato di dirvi brevemente perché questa celebrazione prenda senso, perché la mia imposizione delle mani sui vostri figlioli perché ricevano lo Spirito Santo, possa raggiungere tutti voi adulti e vi ricordi il vostro impegno dinanzi a Dio: di vivere secondo il vangelo e non secondo lo spirito del mondo.
SLGC
OM 594 San Silvestro 73 santa cresima e festa di san Giuseppe –
San Silvestro 19 -3 -1973