Ogni vescovo nel suo lavoro pastorale lascia una particolare impronta: mons. Domenico Menna l’amore al catechismo, mons. Antonio Pomal’apostolato dei laici e in particolare l’azione cattolica, mons. Ferrari la meditazione della Parola di Dio e lo spirito comunitario, che egli si adopera di incrementare anzitutto tra i sacerdoti perché da essi si diffonda tra i laici e in tutta la comunità cristiana.
E’ arrivato a Mantova dieci anni fa dicendoci: “Desidero studiare, che mi lasciate il tempo di studiare, che mi aiutiate a studiare”. Da vero maestro di vita e di sapienza ha voluto metterci in testa la necessità di un continuo aggiornamento e di una continua formazione. Il prete che prega, che dona tutto quello che è ed ha al prossimo e che si dedica allo studio, è un prete salvato e salvatore.
Nell’annuale settimana pastorale, in quelle di studio, nei ritiri mensili e nelle visite pastorali, il vescovo sente come primo suo impegno la necessità di nutrirci in modo vitale della parola di Dio che ama e medita molto.
In questa sua decennale presenza si é creato tra noi e il vescovo un rapporto di stima, di fiducia e di affetto; soprattutto perché è largo di vedute, di comprensione e d’indulgenza cristiana. E’ fermo nei principi fondamentali e desidera che ogni nuova azione sia accompagnata dalla virtù della prudenza e dall’accettazione del responsabile controllo dei superiori. Dimostra di avere una grande capacità di ascolto e di conoscerne l’importanza; nelle riunioni dei membri dei vari organismi diocesani, nelle visite pastorali, negli incontri personali, ascolta con tanta attenzione, con interesse e con rispetto. Tutti possono e devono dire il loro pensiero, le loro idee.
Non tollera i “sussurroni” e i disseminatori di discordie. Quello che a lui sta più a cuore è l’amore vicendevole. La sua gioia più grande la prova quando può constatare che il sacerdote anziano e quello giovane lavorano in armonia aprendosi ai veri valori e arricchendosi così a vicenda. Questo spirito comunitario influisce nel modo più benefico anche sui laici che lavorano con i sacerdoti. Vede volentieri sacerdoti lavorare in équipe. (Pare arrivi a pensare che se S. Tommaso tornasse, farebbe oggi la Somma teologica in équipe). Raccomanda a tutti i parroci di piccole parrocchie confinanti di lavorare e pregare insieme: non si può essere navigatori solitari nel mare tempestoso di questo nostro mondo. Non vuole propaganda cristiana ma apostolato cristiano, amando Dio con tutto il cuore, con tutte le forze e soprattutto con tutta la mente: “Veritatem facientes in caritate”. Infatti da dieci anni ci ripete: “Ogni carità ci viene dal Padre, per il Figlio, nello Spirito Santo”.
di mons.Arrigo Mazzali- parroco del Duomo
La Cittadella -12 Giugno 77