Chi conosceva il curriculum sacerdotale di Monsignor Ferrari in Diocesi di Tortona , non si sarà certo meravigliato di sentirlo annunciare solennemente, la sera del 10 Agosto 1952, in Cattedrale, nel rivolgere per la prima volta la sua parola al popolo di Monopoli, che le sue sollecitudini più vive sarebbero state per i sacerdoti, ai quali intendeva dedicarsi in modo specialissimo per arrivare a tutti, gerarchicamente, attraverso la loro mediazione e collaborazione.
L’essere stato per ben dieci anni Direttore Spirituale nei due Seminari, minore e maggiore, della diocesi di origine, e in seguito per quattro anni Rettore del Convitto Ecclesiastico dei giovani sacerdoti costituiva la migliore garanzia che il nuovo Vescovo avrebbe tenuto fede alla sua promessa.
A otto anni da quel giorno, possiamo ben dire che l’attesa e la fiducia dei nostri sacerdoti non sono andate deluse. Quali che siano le personali impressioni di qualcuno, la verità -troppo evidente per esser messa in discussione – è che Mons. Ferrari vive per i suoi preti.
Da pochi giorni è terminato il primo Corso di Esercizi Spirituali che Egli, come dono del suo XXV° di Sacerdozio, ha voluto dettare a un primo nucleo di sacerdoti; fra pochi giorni ne terrà un secondo per tutti gli altri.
E’ questa, in ordine di tempo, l’ultima delle iniziative che fin dall’inizio del suo episcopato, ogni anno ha voluto attuare a favore dei suoi sacerdoti, onde aiutarli a realizzare quella preparazione spirituale e culturale che sono necessarie per rispondere alle esigenze pastorali di oggi.
Basta scorrere, nel Bollettino Diocesano, la rubrica « La Parola del Vescovo », indirizzata quasi sempre ai sacerdoti, per avere una chiara visione del posto che questi hanno nelle sue preoccupazioni e premure, così come nella sua attività pastorale.
Convinto che « ogni attività pastorale del Vescovo rimane pressoché infruttuosa se non è disposata e irradiata dal ministero più vasto dei Sacerdoti e che « la costante unione di intenti e di opere tra il Vescovo ed i suoi sacerdoti sta alla base del lavoro apostolico della diocesi D (Boll. Dioc. Maggio 1954), a pochi mesi dal suo ingresso, attua la Settimana liturgica per il Clero, con cui inaugura lo studio dell’azione pastorale del Vescovo in collaborazione con i suoi sacerdoti.
Insistenti le esortazioni ad intensificare lo sviluppo della vita-soprannaturale dei suoi Sacerdoti, giacché è sempre vero che l’anima di ogni apostolato è la vita interiore.
« E’ nella natura delle cose – leggiamo nel Bollettino Dioc. del Febbraio 1955 – che se noi intensificheremo la nostra vita interiore… assisteremo al fiorire di quella vita di cui siamo depositari. Perciò invito tutti i miei sacerdoti a rileggere e meditare i Can. 124-144 e raccomando una maggiore fedeltà e partecipazione al ritiro mensile.
Nessuna meraviglia, quindi, se insiste perché dai più giovani, specialmente, si partecipi ogni anno agli Esercizi Spirituali: ” sarebbe mio vivo desiderio che aumentasse il numero dei Sacerdoti che partecipano tutti gli anni agli Esercizi Spirituali: voglio sperare che la buona volontà di ciascuno mi dispenserà dallo stabilire prescrizioni tassative” (ibidem). E perché gli anziani o i malati non vengano privati del conforto della parola di Dio e di un po’ di raccoglimento, indice ben due corsi di Esercizi per essi, così come per tutti nell’Anno Mariano.
Nel fascicolo di Ottobre-Novembre 1956, leggiamo «La nostra preparazione (per riprendere un lavoro ordinato e proficuo), è la più necessaria. Siamo il primo anello di congiunzione con Dio, attraverso Gesù Cristo, nella Chiesa, da cui viene la via, la verità e la vita che dobbiamo comunicare ai nostri fratelli. Importa essenzialmente che noi siamo uniti coscientemente ed intimamente a Lui, importa che la nostra vita interiore fatta di rapporti personali chiari e generosi con Dio sia ben intensa. Ognuno avrà già pensato a chiarire i propri rapporti con Dio nel raccoglimento degli Esercizi Spirituali. Penso tuttavia di fare cosa gradita a tutti invitandovi a partecipare ad alcune giornate di preghiera e di studio sul tema ” L’ascetica nella vita e nel ministero del Sacerdote “.
E a tenere tale corso, veramente importante, nei giorni 27- 28 Febbraio e 1 Marzo del 1957 fu invitato S. Ecc. Rev.ma Mons. Pietro Canisio van Lierde, Vicario di S. Santità per la Città del Vaticano, incomparabile Maestro in materia.
Immediatamente dopo, la sua ansia di Pastore e Padre, perché i Suoi Sacerdoti vivano in pieno la propria vocazione e missione, nello spirito genuino del Vangelo, lo induceva a ritornare sull’argomento “… troverete più che legittimo il mio vivo desiderio che quel seme così pulito e così fecondo germogli… e in linea con la presente esortazione (si era in Quaresima) vi ricorderete quanto è stato detto sullo spirito di povertà e di ubbidienza e sulla castità che costituisce il campo di quella penitenza e mortificazione che mette al sicuro il primo elemento della vita cristiana ” (Bollettino Dioc. Marzo 1957). E continuando, insiste molto sullo spirito di povertà “Piuttosto che avere per tutta la vita l’ansia di alimentare il gruzzolo della previdenza, non vi pare che ci si dovrebbe fidare un pò più della Provvidenza? “.
« Il punto di partenza del nostro ritorno a Dio è costituito dal distacco dalle cose materiali. Non avviene nessun movimento verso Dio se non ci si scioglie dall’ attaccamento alle ricchezze. E’ ben sintomatico che Gesù non abbia insistito tanto sulle altre virtù, come ha insistito sulla necessità di essere poveri » (Ibidem).
Nel Novembre 1958, organizza una tre giorni sul tema “Incontro ai lontani” insistendo sul dovere per i Sacerdoti di dare “la testimonianza autentica, nella nostra persona e nella nostra azione, di una fede personale, di una fede vitale, di una fede essenziale “.
Sempre in linea con questa sua ansia, fa pubblicare sul Bollettino Diocesano i migliori articoli e le più significative esortazioni di Ecc.mi Vescovi ad intensificare l’opera personale di santificazione per rispondere in pieno alle esigenze odierne dell’apostolato.
E nel numero di Febbraio 1960 fa pubblicare il testo integrale delle importanti allocuzioni pronunciate dal S. Padre Giovanni XXIII in occasione del Sinodo Diocesano di Roma perché ” racchiudono una mirabile summula del Sacerdozio Cattolico e delle virtù sacerdotali. I nostri Sacerdoti potranno ispirarvi fruttuosamente la loro meditazione nonché i loro propositi di vita e di lavoro pastorale “.
Con gli stessi intendimenti, nel Gennaio di questo anno ha promosso la tre giorni sulla “Formazione biblica del Sacerdote ” tenuta dal Rev.mo Monsignore Aldo Del Monte , Delegato Vescovile per la A. C. di Tortona.
In questo modo, ogni anno ha avuto un suo corso specifico, come ogni anno è stata curata la celebrazione della Giornata Sacerdotale nella festa del Sacro Cuore, preparata quasi sempre da un ritiro particolare. E la pubblicazione della Enciclica di Pio XII sul Sacro Cuore, dà al Pastore la possibilità di esortare i Suoi Sacerdoti alla devozione verso il Sacro Cuore, di cui si deve essere zelanti apostoli.
Così cura con estrema delicatezza la consacrazione dei Sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria come atto preparatorio della consacrazione della Diocesi alla Madre Celeste.
Quasi sempre è lui stesso a predicare i Ritiri mensili per il Clero.
Per rendere i Sacerdoti sempre più idonei alle esigenze e necessità dell’apostolato odierno, riserva i pomeriggi delle tre giorni annuali allo studio dei vari problemi di attualità;
favorisce circoli mensili di cultura tra i Sacerdoti giovani,
procura riviste e pubblicazioni ad alto livello spirituale e culturale;
offre, a sue spese, un certo numero di abbonamenti alle Riviste più quotate per il Clero e con il numero di Dicembre 1958 del Bollettino Diocesano inizia la pubblicazione di una serie di relazioni tenute durante il Congresso Internazionale di Anversa nel 1956 sul tema “La Catechesi per i nostri tempi “” affinché servano come indirizzo pastorale, da attuarsi per ciò che riguarda i principi ai quali le relazioni si ispirano “; recentemente, mette a disposizione dei Sacerdoti alcuni Quaderni di pastorale, con materiale di vivo interesse per la preparazione delle prossime Ss. Missioni.
Questa serie di citazioni potrebbe indurre a pensare che le attenzioni del Vescovo si rivolgano esclusivamente alla formazione spirituale e pastorale dei suoi sacerdoti.
Questi per primi sanno e possono testimoniare che la verità è un’altra. Realisticamente ben conscio della influenza notevolissima che fattori fisici e materiali esercitano sull’equilibrio e l’efficienza delle stesse attività più spirituali di ogni uomo, Monsignor Ferrari si è sempre preoccupato della situazione economica dei suoi sacerdoti, specialmente dei Viceparroci, che riesce a sistemare dignitosamente ottenendo la collaborazione veramente generosa ed encomiabile dei Parroci.
Attenzioni particolari dedica alle condizioni di salute dei sacerdoti: se malati, li fa visitare, li indirizza a medici di sicura fiducia per averne diagnosi il più possibile complete e attendibili, li incoraggia a intraprendere cure, li avvia a luoghi di cura.
E’ superfluo continuare in questa elencazione. Le premure di Mons. Ferrari per i suoi sacerdoti sono tutte e semplicemente quelle di un Padre per i suoi figli migliori.
Tale paternità – osserviamo – forse è schiva, discreta, ama esprimersi concretamente nelle opere, assai più che effondersi in manifestazioni verbali. E’ un dato da tenere presente, perché può aiutare a riconoscerla in molte circostanze.
Mons. Pasquale Guarini Vicario Generale