sono ricordati i 40 anni di ministero di alcuni sacerdoti mantovani
In Duomo alle ore 18 festa dei santi Pietro e Paolo
Fratelli carissimi in questa chiesa, la chiesa cattedrale della diocesi, oggi celebriamo la solennità degli apostoli Pietro e Paolo ai quali la chiesa stessa è dedicata. Sono essi i titolari di questo tempio che si erige in nome del Signore e che ci raccoglie per la preghiera, per l’ascolto della Parola di Dio, per la celebrazione eucaristica.
La solennità degli apostoli Pietro e Paolo ci riporta al chiaro disegno di Gesù di continuare ad essere in mezzo a noi fino alla fine dei tempi, non solo con la sua presenza misteriosa espressa in tanti modi nella vita della chiesa, ma in un modo adeguato alle nostre esigenze perché noi vogliamo vedere, sentire, toccare con mano.
Gesù di fatto, durante la sua vita pubblica si è preoccupato di preparare alcuni che si sarebbero occupati ad annunziare il suo vangelo, che avrebbero continuato a comunicare la vita che era venuto a portare su questa terra e a riproporre il suo precetto dell’amore vicendevole. Tra questi, in tempi diversi, in modi diversi, ha scelto Pietro che ha messo a capo del collegio degli apostoli e Paolo che ha eletto come missionario del vangelo in mezzo ai pagani. Quello che importa è rilevare l’intenzione di Gesù.
Noi non avremmo vivo nella chiesa il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo
se non ci fosse la istituzione apostolica.
Noi non avremmo i segni meravigliosi dell’amore di Dio attraverso i quali attingere alla grazia, alla vita di nostro Signore Gesù Cristo se non ci fosse la istituzione apostolica.
Noi non avremmo il richiamo insistente all’amore vicendevole come è nel disegno del Padre e nella volontà di Gesù Cristo se non ci fosse l’istituzione apostolica che continua nella chiesa anche ai nostri giorni e anche in questo momento.
E’ poco quanto possiamo esprimere, ma dobbiamo essere immensamente grati a Gesù Cristo che ha trovato il modo più confacente alla nostra natura umana per rendere attuale, vivo, presente il suo ministero, la sua missione di salvatore del mondo.
La celebrazione di questa sera è compiuta dal vescovo circondato dai sacerdoti che concelebrano con lui, perché ricordano quaranta anni di ordinazione sacerdotale. Gli apostoli e i successori degli apostoli hanno sempre avuto dei collaboratori che partecipassero alla missione di nostro Signore Gesù Cristo per l’annuncio del vangelo, per la distribuzione della grazia e l’insegnamento del grande precetto dell’amore fraterno. Anche ai tempi nostri, come in tutti i tempi della vita della chiesa, ci sono questi ausiliari del vescovo che non sono secondari nella vita della chiesa. Nelle nostre comunità il vescovo e quindi il ministero apostolico è reso presente proprio dai vostri sacerdoti.
Pensiamo ai quaranta anni del loro ministero sacerdotale. Che cosa significa? Significa, tanta Parola di Dio, tanto vangelo di più nelle nostre comunità per la loro presenza e per il loro impegno! Quanta parola di Dio dalle loro labbra santificate dalla imposizione delle mani il giorno della loro ordinazione! Quanta grazia, quanti battesimi, quante assoluzioni, quanti matrimoni e sante messe! E’ tutta vita di grazia. Sono tutti momenti in cui la vita di nostro Signore Gesù Cristo ha fluito dalla sua persona, attraverso l’umile ministero di questi suoi eletti, per santificare le anime, per ricrearle, riconfermarle nella sua grazia, nel suo amore, per dare loro la capacità di camminare secondo i precetti della sua legge.
Quanto bene! Noi vediamo il male nel mondo e non vediamo il bene nascosto compiuto dall’umiltà del ministero dei sacerdoti, e oggi vogliamo ricordare l’umiltà di ministero dei sacerdoti che mi circondano nella celebrazione liturgica. Il pensiero deve andare a Gesù con un sentimento di grande riconoscenza, ma anche di responsabilità, per corrispondere al dono del ministero sacerdotale conferito ai suoi apostoli, in primo posto a Pietro e a Paolo, conferito ai successori degli apostoli, conferito a quelli che aiutano i successori degli apostoli nel ministero sacro.
E dobbiamo sentire l’impegno verso la Parola di Dio che essi annunziano. Non sono questi uomini che parlano. Non è questo povero uomo che parla. E’ Cristo che parla per mezzo nostro: “Chi ascolta voi ascolta me”. Non siamo noi a perdonare i peccati, a trasformare il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù Cristo, ma è Gesù Cristo nella nostra persona che fa tutto questo.
Come dobbiamo essere grati di questo dono!
Come dobbiamo approfittare di questo dono!
Come dobbiamo rispondere al piano di salvezza di Gesù Cristo!
Come dobbiamo essere aperti all’invito che ci viene incessantemente dai sacerdoti di osservare i comandamenti della legge di Dio!
Gesù Cristo ha riassunto tutti i comandamenti della legge nella legge dell’amore, perché tutti siano una cosa sola “Amatevi come io vi ho amato, da questo riconosceranno che siete miei discepoli se vi vorrete bene gli uni gli altri”. Ecco il senso del ministero sacro istituito da nostro Signore Gesù Cristo.< Ecco il senso della presenza del sacerdote, del vescovo e del papa nella chiesa! Ecco il senso di questa concelebrazione! Siamo grati a Dio e preghiamo perché il Signore non lasci mancare mai operai nella sua messe. “La messe è abbondante e gli operai sono pochi”. Per quello che dipende da noi, favoriamo la vocazione al ministero sacerdotale, indirizziamo la gioventù a questa grande scelta, che è la più alta ed impegnativa per il bene del mondo intero.
Se il mondo fosse più evangelizzato, se il mondo fosse in grazia di Dio, se il mondo obbedisse al precetto dell’amore vicendevole, lo sarebbe sì o no un altro mondo? Un mondo diverso da quello che ci viene illustrato tutti i giorni, in un modo martellante e impressionante, dai mezzi di comunicazione? Vedete quanto il mondo ha bisogno del vangelo di Gesù, della sua grazia e dell’amore che egli è venuto a portare su questa terra? Vedete come nostro Signore ha letto bene le nostre necessità, le nostre esigenze? Vedete come il mondo ha bisogno dei sacerdoti?
Continuiamo la concelebrazione con un senso di gratitudine verso nostro Signore Gesù Cristo con l’umiltà della nostra preghiera e con l’impegno della nostra corrispondenza all’amore di Gesù Cristo che ha voluto i sacerdoti per noi.
OM 673 Pietro e Paolo 79