Pieve di Coriano 26 Aprile 1970 Ore 10, S. Messa e Cresima
Mons. Carlo Ferrari
Offro la mia vita per le mie pecore. Tale mandato ho ricevuto io dal Padre. Parola del Signore. Il centro verso cui converge ogni parola di Dio è sempre Gesù Cristo. Possiamo dire che le parole che abbiamo ascoltato in questa celebrazione, più decisamente, più fortemente spingono la nostra attenzione sulla persona di Gesù e sulla sua missione: la persona di Gesù Figlio di Dio e figlio dell’uomo, la persona di Gesù salvatore degli uomini.
La prima lettura presenta Pietro dinanzi al sinedrio che giustifica quanto era accaduto poco prima, in altre parole, egli e Giovanni, mentre salivano al tempio, avevano guarito uno storpio. Il sinedrio vuole sapere nel nome di chi, con quale forza, con quale potere, avevano compiuto quel prodigio. Pietro dà la sua chiara testimonianza: è nel nome di Gesù nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti che questo storpio si trova dinanzi a voi risanato. E’ nel nome di Gesù, la pietra scartata da voi che è diventata testa d’angolo. In nessun altro c’è salvezza perché non c’è nessun altro nome dato agli uomini, sotto il cielo,nel quale possiamo essere salvi.
Una dichiarazione chiarissima: Gesù è il salvatore degli uomini. Non ci può essere salvezza per gli uomini in nessun altro se non in Gesù Cristo.
Miei cari, quando noi celebriamo la Parola del Signore, soprattutto quando ci mettiamo in ascolto della Parola del Signore, il nostro ascolto deve essere il confronto di noi stessi con il significato della Parola di Dio.
Gesù Cristo è l’unico salvatore. Il vangelo che abbiamo letto ci descrive in quale modo egli compie la salvezza. La compie come pastore buono che dà la sua vita per il suo gregge, un pastore buono che dà la sua vita interamente non perché è costretto, ma perché ama il Padre e perché ama i propri fratelli. In questo senso Gesù è il nostro salvatore, in quanto ci porta una vita che è la sua vita, che è la vita che egli offre morendo per noi sulla croce, che é la vita che trasforma le nostre persone, per cui, come avete ascoltato dalla lettera di san Giovanni, noi siamo chiamati figli di Dio e siamo in tutta la realtà figli di Dio.
Dicevo: noi dobbiamo metterci a confronto con la Parola del Signore. Il nostro confronto, in questo caso, riguardo a Gesù Cristo unico salvatore. Mi pare debba essere concepito così: siamo veramente convinti di avere bisogno di salvezza?
Se non fossimo veramente convinti d’avere bisogno di salvezza,
Se non fossimo veramente convinti che la salvezza per noi è necessaria,
Se non fossimo veramente convinti che c’è qualcuno che ci salva, noi saremmo perduti,
non avrebbe senso nostro Signore Gesù Cristo,
non avrebbe senso il Figlio di Dio che si fa uomo e muore per noi,
non avrebbe senso chiamare Dio nostro padre.
Se noi non abbiamo bisogno di lui? Se non siamo convinti di avere bisogno di lui? Può capitare di sentirci così sicuri nella vita, di sentire tanta sicurezza e tanto sostegno da tutto ciò che ci circonda da non pensare affatto che abbiamo bisogno di salvezza. E’ così o non è piuttosto vero che tutto il mondo ha bisogno di salvezza e che ognuno di noi,personalmente, ha bisogno di essere salvato?
Vedete il mondo come progredisce nella scienza e sapete quali prove ne abbiamo avuto in questi giorni. L’uomo progredisce enormemente nella potenza dei suoi mezzi, ma deve costatare ed ammettere che tutta la sua scienza, che tutti i suoi mezzi non bastano neppure a salvare tre vite che sono in pericolo. Devono essere loro, gli uomini, che fanno ricorso a tutte le risorse del loro spirito, della loro intelligenza, del loro equilibrio e di prontezza di riflessi per potersi salvare. E non sono sicuri di potersi salvare neppure con tutto l’impegno di tutto se stessi. Da tutto il mondo, uomini di qualsiasi fede, hanno sentito il bisogno di rivolgersi a Qualche Altro. A nulla sarebbero bastati tutti gli sforzi e tutti gli impegni, se la mano dell’uomo non fosse stata guidata da un Altro. Oggi, particolarmente in America, si celebra la giornata del ringraziamento a chi ha salvato questi uomini.
Ma non soltanto per questo noi dobbiamo ammettere che l’uomo ha bisogno di Uno che lo salvi perché da solo non è capace di salvarsi. Vedete anche voi quanta scienza c’è e quanto progresso, e nello stesso tempo raccogliamo continuamente notizie di crudeltà, di delitti, di ingiustizie, nelle quali si trova e vive la maggior parte degli uomini.
Che progresso è questo? Camminiamo verso la salvezza oppure verso la distruzione?
Ognuno di noi, personalmente, consideri e pensi: Siamo autosufficienti? Siamo capaci di salvarci “da noi”?
Ogni uomo è capace di essere veramente uomo, sempre e dovunque? Ogni donna è veramente capace di essere donna sempre e dovunque?
Non è forse vero che tutti siamo soggetti, chissà quante volte il giorno, al pericolo di soccombere alla tentazione che ci viene soprattutto dal nostro egoismo? Un egoismo che ha tante manifestazioni nella nostra mancanza di amore, nella nostra mancanza di bontà per cui, se ci abbandoniamo a noi stessi, come dicono i santi, non c’è delitto che si compie sulla terra che non siamo capaci di compierlo anche noi, se non ci fosse Qualcuno che ci salva. ?
Chi ci salva non può essere semplicemente un uomo, non può essere semplicemente un saggio,deve essere Qualcuno che entra nella nostra vita, che si inserisce nell’intimo della nostra persona per liberarci alla radice del male, dal frutto della conseguenza del nostro egoismo, per renderci capaci di essere autenticamente uomini e donne ordinati secondo la regola dell’amore. Non c’è altra regola, non c’è altra legge, che valga a dare la misura vera della creatura umana, se non quella dell’amore.
Vedete allora nostro Signore Gesù Cristo che si pone davanti a noi come un pastore, come uno che ci apre la strada dell’amore donando tutto se stesso?
Ecco, nostro Signore Gesù Cristo diventa il nostro salvatore non solo con il suo esempio, ma donando la sua vita per amore. Gesù Cristo non diventa soltanto l’esempio cui dobbiamo guardare e che noi dobbiamo seguire. Gesù Cristo, avendo raggiunto la misura estrema della conseguenza del peccato cioè la morte, la distrugge in se stesso, e dimostra di avere la forza di vincere la morte come conseguenza del peccato, di superare la morte come espressione di tutti i mali. E non ci può essere un male più grande, dal momento che Lui ha dato sua vita, l’ ha data liberamente, dolorosissimamente, fino all’ultimo respiro nell’annientamento più profondo.
Lui vince la morte perché è l’autore della vita. In questo senso è veramente il nostro salvatore perché: ci porta questa vita di risorto, ci porta questa vitalità nuova, ci porta questa forza che deve diventare la nostra forza.
Confrontiamoci con nostro Signore Gesù Cristo.
Lo consideriamo veramente come nostro Salvatore?
Riteniamo d’avere bisogno di lui?
Seguiamo il suo esempio di generosità?
Attingiamo a quella forza che egli vuole comunicare a ciascuno di noi perché diventiamo capaci di superare il peccato, di liberarci dal nostro egoismo, per essere in grado di realizzare noi stessi in una vita di amore?
Più semplicemente:
Gesù Cristo è veramente una persona che entra in un modo vitale nella nostra esistenza?
Gesù Cristo quando ci svegliamo al mattino, è una di quelle persone che si affacciamo prontamente alla nostra memoria?
Gesù Cristo mentre si svolge la nostra giornata, è veramente il compagno che teniamo vicino con la nostra fede, che crediamo con noi e in noi per mezzo della nostra fede?
Gesù Cristo è veramente colui a cui rivolgiamo lo sguardo ogni volta che dobbiamo prendere una decisione, o fare delle scelte, o compiere le nostre azioni, per ispirarci al suo esempio?
Gesù Cristo è veramente colui a cui ci rivolgiamo in particolare con la preghiera per ottenere la da lui la forza per salvarci, per liberarci dal male, per camminare davvero secondo la legge dell’amore?
Ciascuno di noi faccia il suo esame di coscienza, entri in se stesso e veda se ci trova Gesù Cristo e se ci trova Gesù Cristo suo Salvatore.
OM 287 Pieve C 70 – 26 Aprile 1970, Ore 10, S. Messa e Cresima