Schivenoglia Domenica 2 Marzo 1969 -Trasfigurazione e giornata per il Seminario
Mi pare che ci guardiamo incuriositi, voi per vedere com’è il Vescovo ed io per vedere come siete voi. C’è quest’interesse, questo desiderio di scoprirci e soprattutto di capirci non solo vicendevolmente, – ciò che non è facile -, ma è più importante scoprire il motivo del fatto che questa mattina e in tutti i giorni festivi vi trovate in chiesa in attesa di qualche cosa. Certamente io non vi porto nulla di materiale. Quindi non c’è un desiderio materiale di qualche cosa che possa soddisfare le vostre esigenze materiali. Se noi, io , voi e i vostri sacerdoti siamo qui, il motivo è un altro.
Il motivo si spiega unicamente con la nostra fede, per quel tanto che c’è in ognuno di noi di fiducia, di certezza, di speranza in quello che il Vangelo ci prospetta: Gesù Cristo e tutto ciò che significa Gesù Cristo. Gesù Cristo questa mattina ci è presentato trasfigurato, trasformato, luminoso come il sole, splendente nel suo fulgore, candido come la neve, di una bellezza sovrumana, dinnanzi alla quale i discepoli rimangono attoniti, incantati, sopraffatti. E poi la voce misteriosache dice: “questo è il mio figliolo diletto nel quale ho posto le mie compiacenze”. La voce misteriosa, secondo le espressioni della storia sacra è inconfondibilmente la voce di Dio, la voce del Padre, che garantisce che Gesù così trasformato, è il Figlio suo, è il promesso da tutte le generazioni, è il salvatore, è colui che ci porta la salvezza. E’ questo fatto di fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro salvatore, il motivo per cui noi ci troviamo qui in chiesa.
Nonostante che il mondo si trasformi, progredisca, faccia, le promesse più lusinghiere, nella nostra coscienza c’è un impulso che viene dalla fede e ci garantisce che veramente Gesù Cristo è il nostro salvatore perché, giorno per giorno, noi facciamo l’esperienza cui possiamo accennare. Il mondo progredisce ma noi assistiamo al fatto paradossale. Mentre diventiamo capaci di trascendere lo spazio e di arrivare con gli strumenti preparati dalla scienza e attuati dalla tecnica persino sulla luna, poi non siamo capaci di stabilire un’ora di pace sulla terra e, con tutta la sovrabbondanza dei prodotti e delle ricchezze, non siamo capaci di togliere la fame dal mondo, non siamo capaci di togliere la malattia dal mondo.
Pare una sfida. Mentre la scienza progredisce e trova nuovi mezzi per garantire la salute delle persone, malattie nuove e misteriose ancora inspiegabili per la scienza, colpiscono tutta l’umanità; mentre il benessere entra in tutte le case, tanti disagi e molti guai accompagnano l’esistenza; mentre le soddisfazioni per la nostra vita materiale diventano sempre più abbondanti, la pace interiore, la serenità dello spirito, la soddisfazione dell’animo, la gioia del cuore, vengono meno, e si cerca nel frastuono, nel ritmo frenetico di far tacere dentro di noi qualche cosa di profondamente insoddisfatto, che si fa sentire in modo sempre più urgente.
Dunque, miei cari, noi stiamo vivendo un’esperienza che la salvezza che cerchiamo, non ci viene e non può venirci dal mondo, deve venirci e ci può venire unicamente: da Colui che ha portato la pace sulla terra, da Colui che ha portato la riconciliazione con Dio nell’intimo della nostra coscienza, da Colui che è diventato il pacificatore dei cuori, da Colui che ha voluto porsi nell’intimo del nostro cuore per sospingerci continuamente a volere più bene, ad uscire da noi stessi, ad interessarci degli altri, a non vivere egoisticamente, ma a vivere secondo un impulso di generosità che porti verso gli altri nell’espressione dell’amore. E’ Gesù Cristo che ha fatto tutto questo. E’ Gesù Cristo che ci porta questa pace, questa riconciliazione, questa capacità nuova di amare e quest’impulso e questa forza di essere buoni.
Allora noi dobbiamo accostarci a nostro Signore Gesù Cristo. E’ lui il Figlio della compiacenza del Padre mandato su questa terra per farsi uomo, per salvare gli uomini e fare di loro altrettanti figli di Dio, con un unico Padre in cielo infinitamente buono, che non guarda all’esterno delle persone, ma nell’intimo del loro cuore, e davanti al quale sentano la loro dignità, scorgano il motivo del rispetto per gli altri, e siano spinti a volersi bene come fratelli.
Oggi avete voluto il vescovo tra voi perché celebrate anche la giornata per il seminario. Voi siete tutti intelligenti e non è necessario che spenda delle parole per raccomandarvi il seminario, ma vorrei farvi capire il motivo per cui io sono qui per raccomandarvi il seminario.
Come arriva Gesù Cristo alle nostre persone per portarvi la luce del suo Vangelo, che ci rischiara il significato del mondo e il significato della nostra esistenza?
Come Gesù Cristo raggiunge ognuno di noi per portarci quella forza, quell’energia nuova che fa di noi, da semplici uomini dei figli di Dio, delle creature nuove capaci di una vita diversa da quella che esige da noi la carne e il sangue?
Come Gesù Cristo s’incontra con ciascuno di noi, come si mette in mezzo a noi, come prende il posto di ognuno di noi per renderci capaci di volerci bene?
Come fa a metterci in condizione di volerci bene gli uni gli altri?
Per mezzo del ministero del sacerdozio. Il Vangelo si sarebbe cancellato da questa terra se non ci fosse il ministero del sacerdote, umile, semplice, alle volte povero e disadorno, per mantenerlo vivo in mezzo a voi. E voi, persone adulte, capite che cosa significa il Vangelo nella nostra vita. Ci rende subito diversi. Permettete che vi dica, miei cari, che il Vangelo non lo devono imparare soltanto i bambini quando li mandate al catechismo. Il Vangelo è un contenuto di verità che, dovete apprendere ed approfondire soprattutto voi adulti.
I tempi cambiano. Non bastano più le tradizioni. Ci vogliono delle convinzioni personali e, se diventiamo più istruiti in tutte le cose, dobbiamo diventare soprattutto più istruiti nelle cose della vita, nelle cose che riguardano il senso dell’esistenza, il valore della nostra persona. A tutti questi interrogativi risponde il Vangelo ma bisogna accostarsi al Vangelo.
Stamattina siete tutti presenti e attenti alla predica del vostro vescovo. Siete sempre presenti e attenti, così, alla predica del vostro parroco? Voi mandate i bambini a dottrina ma quanti uomini vengono a dottrina? e di giovani? e di donne? Il ministero del sacerdozio – capite dove voglio arrivare- rende presente, attuale, efficace l’opera di nostro Signore Gesù Cristo, allora accostiamoci a questa sorgente unica di salvezza che è nostro nostro Signore Gesù Cristo, frequentiamo il ministero del sacerdote nelle sue varie manifestazioni. Non dobbiamo vedere il sacerdote soltanto per il battesimo, per la prima comunione, per le nozze. In tutta la nostra esistenza abbiamo bisogno che il sacerdote ci accompagni e ci faccia incontrare con nostro Signore Gesù Cristo.
Capite la funzione del seminario, che prepara il sacerdote di domani? Voi siete tanto esigenti, voi volete che i sacerdoti siano buoni, istruiti, pronti, generosi, moderni, volete che capiscano i tempi di oggi. A tutto questo tenta di assolvere il seminario. Allora il seminario è qualche cosa che interessa voi. Io a volte dico: anche se non ci sono più giovani in seminario, anche se non ci saranno più preti giovani, uno che mi dia l’assoluzione in tempo di morte, spero ancora di trovarlo. Quindi, il sacerdote non è interesse mio ma di tutti. Allora bisogna che tutti prendiamo a cuore il seminario come di un’istituzione che ci riguarda, bisogna che conosciamo i problemi del seminario.
Preparare i sacerdoti oggi è molto più difficile di ieri. Sapete come sono i bambini d’oggi e conoscete i problemi dei giovani d’oggi. Questi ragazzi e giovani che si trovano in seminario per diventare sacerdoti, sono i vostri ragazzi e i vostri giovani, che devono operare nella loro persona quella trasfigurazione per presentarsi davanti a voi come sacerdoti. Ci vuole la grazia del Signore.
Molti di voi dicono: poi il vescovo ad un certo punto ci dice di tirare fuori i quattrini per aiutare il seminario. I giovani che si preparano a diventare preti non si preparano con i soldi. Coi soldi si preparano i muri, il pranzo, il riscaldamento, ma ci vuole qualche cosa d’altro. Ci vuole la vostra preghiera, ci vuole la grazia di Dio. Ci vogliono le vostre preghiere, bambini e bambine. Ci vogliono le vostre preghiere o gioventù benedetta, gioventù dei bar e delle balere. C’è un’altra gioventù che si sacrifica per essere domani accanto a voi e portarvi nostro Signore Gesù Cristo. Ci avete mai pensato? Papà e mamme, che siete preoccupati per l’educazione dei vostri figlioli e volete che il sacerdote s’interessi dell’educazione dei vostri figlioli, che cosa fate per quelli che si preparano a studiare per diventare i sacerdoti di domani?
Vi lascio con quest’interrogativo.
OM 204 Schivenoglia 69 – Domenica 2 Marzo l969 ore 11 Trasfigurazione e giornata per il Seminario