Con la categoria dei barbieri per festa di San Martino de Porris
Abbiamo ascoltato come la parola di Dio ci trasporta in un mondo singolare di grandezza, di gloria.
Vi trovate qui per onorare il vostro sano protettore, come una categoria particolare che ha un suo posto nella società, che ha i suoi pregi, i suoi meriti, la sua funzione. Per questo la chiesa vi ha concesso avere anche il santo che onorate come protettore: san Martino de Porris. La preghiera, che insieme abbiamo rivolto a Dio fa risultare come questo giovane prima monaco abbia poi, raggiunto la santità attraverso un umile servizio verso il prossimo. Ma nessun servizio é umile. Ogni servizio che si presta ai nostri fratelli anche se il mondo lo considera umile o non lo considera addirittura, agli occhi di Dio é un’altra cosa.
San Martino de Porris é giunto alla santità proprio perché ha compiuto il suo servizio, ha esercitato professione sotto lo sguardo di Dio, come Dio concepisce le cose. Egli aveva ben capito la parola di nostro Signore Gesù; Cristo che dice: In verità vi dico, tutte le volte che farete qualche cosa a uno di questi miei fratelli, fossero anche i più piccoli, l’avrete fatto a me.
Avete mai pensato che nell’esercizio della vostra professione, tutto ciò che fate – certo qui il realismo potrebbe essere in contrasto, o urtare con la nostra sensibilità – a quelli che chiamate i vostri clienti , é come se lo faceste a nostro Signore Gesù Cristo ?
Lo potete fare come lo fareste a nostro Signore Gesù Cristo ! Scusate i particolari: forse Gesù non andava a farsi radere la barba. Lo immaginiamo sempre con la barba! Si faceva i capelli? Il vangelo riporta che la Maddalena ha unto i capelli di Gesù con un profumo prezioso. Dunque, anche nostro Signore Gesù Cristo nella sua persona, ha accolto un servizio come quello che voi prestate ai vostri clienti.
E nostro Signore Gesù Cristo vi assicura che tutto quello che fate, se lo fate scoprendo nel prossimo non delle semplici persone ma dai figli di Dio, e se questo voi lo fate come figli di Dio, tutto è fatto a nostro Signore Gesù Cristo e tutto diventa un’azione santa, un’ azione santificatrice. Vi potete fare santi come il vostro santo protettore proprio nell’esercizio della vostra professione.
Ritorniamo alle belle parole di san Paolo: voi tutti siete figli di Dio in forza della fede nel Cristo Gesù. Se vi trovate qui è, perché avete fede in Gesù Cristo, se vi trovate qui é perché – per lo meno- siete stati battezzati nel nome di Gesù Cristo, allora per questo fatto voi tutti siete figli di Dio. Ecco dove consiste la nostra vita.
Direte: fare il vescovo, è fare altre cose che agli occhi del mondo possono sembrare grandi, invece, fare il barbiere è solo un povero servizio! Davanti a Dio é la stessa cosa. Voi tutti siete figli di Dio in forza della fede in Cristo Gesù. Se il vescovo ha molta fede nel Cristo Gesù è molto figlio di Dio. Se il vescovo avesse poca fede nel Cristo Gesù sarebbe poco figlio di Dio. Siamo tutti figli di Dio allo stesso titolo perchè: quanti foste battezzati nel Cristo, rivestite Cristo.
Rivestire il Cristo! La Scrittura esprime questo concetto anche con altre parole: siamo innestati in Cristo come il tralcio nella vite, siamo stati immersi nel Cristo per attingere dalla sua vita, siamo stati uniti al Cristo come le membra al suo corpo, allora: per il fatto di essere stati battezzati in Cristo e perciò di avere rivestito Cristo, non c’é più distinzione tra noi. Davanti a Dio, nella chiesa santa di nostro Signore Gesù Cristo, siamo tutti uguali. Abbiamo tutti la stessa dignità che ci viene dal fatto di avere ricevuto, per grazia, una vita nuova che eleva la nostra dignità di semplici creature umane all’altissima e indicibile dignità di figli di Dio.
Ci pensiamo a questa realtà della nostra vita religiosa?
A questa realtà della nostra persona segnata dal contatto vivo, vitalizzante con la persona di nostro Signore Gesù Cristo ?
Quando diciamo la nostra preghiera insegnataci da Gesù: “Padre nostro che sei nei cieli” pensiamo che siamo figli di questo Padre che ci ama infinitamente e che per salvarci ha dato il Figlio Gesù Cristo?
Pensiamo che per amore di questo Padre noi siamo figli suoi accanto al primogenito, il quale da fratello veramente buono ha dato la sua vita per noi per la nostra salvezza?
Questo vuol dire possedere una coscienza cristiana: sentirsi fratelli intorno a nostro Signore Gesù Cristo , figli di un Padre che sta nei cieli e ci ama con la potenza infinita del suo amore.
Conseguentemente dobbiamo cercare di corrispondere a questa vocazione di figli di Dio. Dobbiamo mantenerci in questa condizione di figli di Dio. Da bambini, abbiamo imparato che si rimane nella condizione di figli di Dio evitando il peccato soprattutto quello mortale, che distrugge la grazia: questo dono di Dio. Ma non basta. Se Dio é nostro Padre e noi siamo suoi figlioli dobbiamo accontentarci di offenderlo. Dobbiamo impegnarci a volergli bene in un modo concreto. Come si può volere bene ad un padre?
Si vuole bene veramente ad un padre quando si vuole bene ai suoi figli: ai propri fratelli. Uno non può dire di volere bene al padre suo quando non é in buoni rapporti con i propri fratelli, così é nei riguardi del Padre nostro che sta nei cieli: dobbiamo essere in buoni rapporti con tutti i nostri fratelli.
Questo é il momento del nostro servizio verso il prossimo. Qualsiasi servizio é sempre un servizio di figli di Dio a dei figli di Dio. Per la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, in virtù della fede che abbiamo verso nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo esprimere il nostro amore al Padre con il nostro amore ai fratelli, manifestato in qualsiasi servizio che noi facciamo verso il prossimo: Come versare il balsamo profumato sul capo di nostro Signore Gesù Cristo .
Voi siete in una condizione singolare – lo ho fatto notare a chi é venuto per invitarmi- voi accostate le persone in momenti di distensione, in uno stato d’animo particolare che giunge fino alla fiducia e alla confidenza. In quelle condizioni particolari potete intervenire, magari nei propositi delle persone e delicatamente persino a correggere i sentimenti delle persone, a suggerire un pensiero buono. Lo fate da figli di Dio verso altri figli di Dio che non devono perdere la loro dignità.
Quante volte, alcune persone, proprio quando sono da voi, possono essere nell’atteggiamento di chi vuole approfittare, per esempio del dono della bellezza non per essere un figlio di Dio più bello agli occhi di Dio, ma per servirsene per il male, per il peccato. E’ delicata la vostra funzione presso le persone! Si possono aiutare a ricordarsi della loro dignità, a desistere dal male e a fare il bene attraverso quelle espressioni di bellezza che acquistano uscendo dal trattamento delle vostre mani.
Se mi avete inteso non avete inteso me.
Avete inteso la parola di Dio, le cose della nostra fede.
Avete scoperto come mai il santo che onorate, compiendo il vostro stesso lavoro si é fatto santo e come potete meritare la sua protezione imitando il suo esempio.
Questo prega il vescovo, di tutto cuore, per ognuno di voi.
OM 117 Martino de Porris 68 – in Sant’Andrea 6 Maggio 1968