Abbiamo tutte le grazie per vivere
da figli di Dio
e da fratelli di tutti gli uomini
Carissimi, è la prima volta che c’incontriamo, però sono già stato a Quatrelle. Avevo già visto la vostra bella chiesa. L’avevo vista in occasione della mostra di pittura dei vostri bambini e bambine, una coincidenza fortunata, una cosa singolare che ha fatto parlare di Quatrelle non soltanto nei dintorni ma anche molto lontano.
Dice il Signore: e tu Betlemme così piccola. Possiamo ripetere: e tu Quatrelle così piccola! Le parrocchie non si misurano dalla grandezza del territorio, dall’imponenza della chiesa, dal numero degli abitanti. Le parrocchie si misurano dalla presenza del Signore in mezzo a noi. Tutte le parrocchie sono grandi, tutte sono ugualmente importanti perché tutte sono un luogo di salvezza.
Questa mattina, mentre ci apprestiamo a celebrare la Cresima, celebriamo la festa della natività di Maria santissima, la madre di Gesù, e ci rallegriamo perché, con la maternità di Maria santissima ha avuto inizio la salvezza, il più grande e decisivo evento della nostra vita. In che cosa consiste questa salvezza che si offre in tutte le parrocchie? Consiste in questo. Noi, per il peccato, siamo figli della condanna e non siamo nella condizione di raggiungere la statura conveniente alla dignità della nostra persona; noi per il peccato non possiamo raggiungere il fine ultimo della nostra esistenza, il premio eterno. Invece, per la salvezza che ha inizio con la maternità di Maria santissima, cioè, con la venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi, cambia tutto.
In che senso tutto cambia?
E’ il nostro essere che è trasformato, è lo scopo della nostra esistenza che raggiunge una possibilità di attuazione. L’inizio della salvezza coincide con la maternità di Maria santissima quando il Figlio di Dio si è fatto uomo. Da quel momento, tutti gli uomini hanno la possibilità di non essere più i figli dell’ira e della condanna ma di essere i figli di Dio. Che cosa sono mai le altre condizioni sociali in confronto a quella di figlio del creatore del cielo e della terra? In confronto ad essere figlio di Colui che è il tutto in grandezza, in potenza, in intelligenza e soprattutto in amore? Noi siamo figli di questo Dio. Questo Dio è per noi un padre. Questo Dio è nostro Padre.
Se i cristiani, tutti fratelli che sono battezzati, tutti quelli che vengono in chiesa e anche quelli che non vengono in chiesa, pensassero: Dio è mio Padre! Pensassero: dal giorno del battesimo io porto in me una vita nuova! Pensassero: porto in me una possibilità più grande e più importante che trasforma tutta la mia persona! Tutti i battezzati non hanno soltanto la prerogativa d’essere figli di Dio. Noi abbiamo anche tutte le capacità, tutte le grazie, tutta la forza per vivere da figli di Dio, per vivere da figli del creatore di tutte le cose e da fratelli di tutti gli uomini che sono, nessuno escluso, figli di Dio.
Noi abbiamo la capacità di stare al di sopra di tutte le cose, di essere signori delle cose perciò, dominatori dalle cose e particolarmente dell’interesse. Non avvenga che per l’interesse si spengano in noi i sentimenti umani. Non solo. Abbiamo la possibilità di voler bene a tutti. Che tutti gli uomini siano uguali, che tutti abbiano ciò che conviene alla dignità della persona, che tutti abbiano ciò che é il loro diritto per il loro lavoro, che tutti siano in pace tra di loro, che tutti si vogliano bene, è un’aspirazione universale.
Ma gli uomini sono capaci a volersi veramente bene? Vedete com’è difficile! Costatate come anche in famiglia è difficile volersi veramente bene! Vedete quanti screzi ci sono a causa dell’interesse e dell’egoismo per cui mancano l’accordo e la pace. Poi, a mano a mano che la cerchia si allarga, diventa sempre più difficile volersi veramente bene. Eppure la nostra salvezza consiste nel fatto che Dio ci dà la forza, la capacità di volerci bene. Ma questa forza noi dobbiamo attingerla da Lui continuamente.
Non si può essere cristiani e non stare qualche istante col proprio Padre nella preghiera. Non si può essere cristiani e non ricordare che il Padre, per la nostra salvezza, ha dato il suo Figliolo. Non si può essere cristiani e non incontrarci qualche volta con nostro Signore Gesù Cristo e quindi ascoltare la sua parola, il Vangelo, almeno una volta la settimana. Non si può essere cristiani e non partecipare, la domenica, al suo sacrificio, perché è con il suo sacrificio che egli si rende presente sull’altare ed è durante la celebrazione della Messa che ci dà la forza di fare i sacrifici che sono necessari per essere buoni, nel senso di voler bene. Non è possibile voler bene senza usare di questi mezzi.
La salvezza, la coscienza sempre più chiara d’essere figli di Dio e fratelli fra di noi, non é possibile se non togliamo l’ostacolo del peccato piccolo o grande che sia, che ci impedisce di sentire Dio come nostro Padre e di sentire gli “altri” come fratelli. Capite, come è necessario per vivere da cristiani e per la salvezza che ci ha portato nostro Signore Gesù Cristo, incontrarci con il Padre nostro, incontrarci con il Figlio suo che ha mandato su questa terra perché fosse il nostro salvatore, perché ci aiutasse continuamente illuminandoci e sostenendoci. In particolare non si può essere cristiani se non si è animati dallo Spirito stesso di Dio, dallo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo, che riassumo in una sola parola: Spirito di amore. Gesù ha detto: “In questo riconosceranno che siete miei discepoli se vi volete bene gli uni gli altri”. “Amatevi come io vi ho amato” Ecco lo Spirito di Gesù Cristo.
E siamo alla cresima. Che cos’è la Cresima? La Cresima è il sacramento attraverso il quale i vostri bambini e le vostre bambine ricevono lo Spirito Santo che li rende capaci di amare: capaci di amare Dio come loro Padre e capaci di amare gli altri come i propri fratelli. Ma guardate questi cresimandi sono piccoli anche se hanno già l’età per essere cresimati e, se non hanno accanto a loro un sostegno e degli esempi cristiani, diventeranno come certi cristiani per i quali la salvezza di nostro Signore Gesù Cristo non conta niente.
Capite, allora, come tutti siamo impegnati a realizzare in noi stessi la coscienza di essere figli di Dio, ad approfondire sempre di più in noi questa certezza anche di fronte a ciò che ci può sconcertare come lo è il dolore, e vivere come coloro che amano Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, come coloro che amano il prossimo non soltanto come se stessi ma come Gesù Cristo ci ha amato: rinnegando noi stessi, facendo tacere il nostro egoismo, pensando e volendo veramente il bene degli altri.
Questo è il significato della nostra fede, questo è il significato che si accresce in mezzo alla vostra piccola comunità per l’avvenimento della Cresima perché lo Spirito Santo sarà più presente per quel possesso che egli prende del cuore di questi bambini e di queste bambine.
OM 407 Quatrelle 71 – 8 -9 -1971, ore 10, Cresima