Mantova Duomo 18 Marzo ore 17 per la festa di sant’Anselmo
In ogni celebrazione religiosa, ma particolarmente in questa, che riveste un carattere quasi straordinario, viene spontanea, a chi la presiede, di rivolgere un invito prima di tutto a se stesso e poi ai suoi fratelli, di prendere coscienza della natura di una celebrazione liturgica. Questa sera noi siamo sollecitati a fare questo perché il carattere particolare della celebrazione è posto in maggiore evidenza da una concelebrazione – tutti insieme! – così singolarmente espressa dai numerosi sacerdoti che stanno intorno al vescovo.
Il popolo di Dio, i sacerdoti, il vescovo, che si trovano qui per onorare il loro patrono S. Anselmo vescovo, sono invitati a ad approfondire e diventare più coscienti di questa realtà che ci definisce come cristiani: come seguaci di nostro Signore Gesù Cristo, come membri della Chiesa. La parola di Dio che abbiamo ascoltato insieme porta la sua nota di insistenza perché noi comprendiamo tutto questo. Noi ci troviamo questa sera in chiesa perché celebriamo la festa di S. Anselmo, per esprimere ciò che siamo davanti a Dio e tra di noi: per esprimere davanti a Dio che siamo il suo popolo, che siamo i suoi figlioli, per esprimere tra di noi che siamo fratelli.
E in tutto questo che cosa c’entra la festa di S. Anselmo? Ogni protettore che ogni chiesa particolare o ogni comunità ecclesiale si sceglie, ha qualche cosa di caratteristico. In S. Anselmo c’è una santità che si è espressa nella persona di un Vescovo, c’è una sua esemplarità di vita che viene posta a noi nella persona di un vescovo, c’è un’amicizia con Dio che lo rende particolarmente gradito a Dio come nostro protettore, in quanto ha realizzato la sua santità come vescovo.
S. Anselmo ha realizzato la perfezione della vita cristiana: la perfezione della sua vocazione nell’esercizio del sacerdozio dando lode a Dio e riconciliando i suoi fratelli con Dio e tra di loro. Qual è la lode che sale a Dio dal ministero di un vescovo? Dal ministero sacerdotale che diffonde quello del vescovo? Non è la lode che viene dalla sua persona o semplicemente dalla sua santità, ma è la lode perfetta che viene dalla presenza di nostro Signore Gesù Cristo nella chiesa: è la lode perfetta che, per il ministero dei suoi vescovi e dei sacerdoti, Gesù Cristo esercita nella chiesa, è la riconciliazione a favore dei propri fratelli in quanto Gesù Cristo ci riconcilia con Dio e ci riconcilia con noi.
Tutti noi, ognuno di noi che sta intorno all’urna di S. Anselmo deve capire che: questo nostro fratello che ci ha preceduto nel segno della fede, questo nostro fratello che è membro del popolo di Dio già entrato nella gloria di Dio, è santo ed è nostro protettore, perché, qui in terra, ha compiuto il suo dovere di rendere presente Gesù Cristo sacerdote del Padre, pontefice perfetto che ci congiunge con Dio, che ci mette in colloquio con Dio come un padre con i propri figli, per mezzo del ministero della parola. Quanto è stato eloquente S. Anselmo, e con la parola e con lo scritto, per dire le cose di Dio al suo popolo, per mettere Dio in comunione con i suoi figli, in dialogo con i suoi figli, perché conoscessero le cose di Dio!
Questo ministero, oggi diventato patrocinio, continua. Se noi siamo qui, è perché c’è la continuità di questo ministero per rendere presente Gesù Cristo che ci dice le cose del Padre, che ci mette in comunione, in dialogo, in colloquio col Padre, perché noi ascoltiamo le cose di Dio. Lo facciamo questo nella nostra esistenza di cristiani di accogliere la parola di Dio: perché le cose di Dio diventino le nostre cose, perché i desideri di Dio siano le necessità della nostra esistenza, perché la sua volontà si compia in noi? Il ministero di S. Anselmo si è esercitato rendendo presente l’atto con cui nostro Signore Gesù Cristo ci riconcilia con il Padre. Noi siamo peccatori, noi tendenzialmente andiamo lontano da Dio, noi forse ci troviamo lontano da Dio. Gesù Cristo é venuto per essere il “punto” che ci congiunge a Dio. Gesù Cristo ha voluto diventare la sorgente della vita di Dio in mezzo agli uomini perché gli uomini vivessero la vita stessa di Dio e fossero i suoi figli.
Questo ministero, che oggi è un patrocinio, continua nella chiesa. Noi qui dove è presente nostro Signore Gesù Cristo nella celebrazione liturgica, nella celebrazione eucaristica in particolare, siamo aperti a questa riconciliazione con il Padre? Siamo nell’atteggiamento di coloro che riconoscono il proprio peccato, che riconoscono di avere bisogno della misericordia di Dio, che hanno bisogno di entrare in amicizia con Dio? Ci teniamo a questa amicizia con Dio e ci disponiamo a ricevere questa grazia della riconciliazione attraverso l’azione liturgica, attraverso il ministero dei sacerdoti nel sacramento della penitenza?
Cosi noi rendiamo presente con la nostra fede e con l’impegno della nostra vita cristiana il nostro protettore, così ha senso la protezione del nostro S. Anselmo nei nostri confronti: perché continua in noi quello che ha fatto su questa terra e quello che può fare più efficacemente ora che siede accanto al pontefice eterno nostro Signore Gesù Cristo. S. Anselmo ha esercitato il suo ministero diventando pastore del suo gregge, cioè, rendendo presente in mezzo al popolo di Dio, Gesù pastore divino che conduce le sue pecorelle ai pascoli salutari: alle cose sostanziose che danno vita e nutrimento allo spirito.
Ma è Gesù il buon pastore che va davanti alle sue pecorelle come una guida perché percorrano le strade giuste, le vie della giustizia, è Gesù il pastore che dà la propria vita per le sue pecorelle perché si faccia un unico gregge di Dio, l’unico popolo di Dio, l’unica famiglia dei figli di Dio, perché ognuno di noi sia riconciliato con i propri fratelli, perché ognuno di noi sia un figliolo di Dio che voglia bene a tutti i figli di Dio: un figlio di Dio che onora il proprio Padre volendo bene a tutti i figli del Padre.
Ecco miei cari, questo è qualche cosa del significato della celebrazione che stiamo compiendo insieme, qualche cosa dell’attualità di S. Anselmo in mezzo a noi, qualche cosa della continuità del suo ministero, perché c’è un grande fatto, ed è il fatto centrale della celebrazione, br> é Gesù Cristo in mezzo a noi per la nostra presenza. Gesù Cristo per il ministero insostituibile dei suoi ministri è presente: per essere il nostro maestro, il nostro riconciliatore, il nostro pontefice, il nostro pastore.
L’invito è rivolto a tutti. Tutti indistintamente siamo discepoli di questo maestro che è nostro Signore Gesù Cristo che continua a parlare nella sua chiesa particolarmente per il ministero dei suoi sacerdoti. Tutti indistintamente abbiamo bisogno di essere riconciliati con il Padre e tra di noi. Tutti dobbiamo accogliere nostro Signore Gesù Cristo pastore eterno che, per il ministero dei nostri sacerdoti, ci guida, ci conduce ai pascoli buoni, ci riunisce tra di noi per un servizio di carità che è un aiuto dato alla nostra debolezza perché tutti possiamo entrare nel grande atto di obbedienza a Dio, che ha mandato in mezzo a noi il suo figliolo fatto obbediente fino alla morte.
Continuiamo la nostra concelebrazione. Avverto la presenza di molti fedeli oltre che dei sacerdoti, del vicariato di Asola. Siete una porzione della diocesi che oggi rappresentate tutta la diocesi, qui intorno al vescovo, davanti all’urna di S. Anselmo. Portiamo insieme la responsabilità di una testimonianza davanti a tutti i nostri fratelli,portiamo la responsabilità di una preghiera particolare per i fratelli della nostra chiesa mantovana e per tutta la chiesa santa di Dio.
OM 207 Sant’Anselmo 69 – Duomo, 18 Marzo, ore 17