Giorno di San Giuseppe in Duomo a Mantova
La Chiesa presenta San Giuseppe alla nostra venerazione come l’uomo fedele, come l’uomo giusto: fedele perché mantiene gli impegni che si assume nei confronti di Dio; giusto perché vive di fede nell’ambito in cui lo pone la Parola di Dio, la volontà di Dio. Per questo é detto “giusto” ed é chiamato “fedele”.
Ma, la sua fedeltà e la sua giustizia nei confronti di Dio non é “qualche cosa” di generico come può avvenire in molte situazioni di vita, per cui si crede che c’è Dio, che Dio é al di sopra di noi, che Dio é più grande di noi e che Dio merita il nostro rispetto e la nostra obbedienza.
La fede in Dio per San Giuseppe, é qualcosa di molto concreto, che lo impegna in circostanze ben definite della sua esistenza, che lo mette nella condizione di dovere decidere del resto della sua vita, e quindi delle conseguenze che ne derivano, proprio perché egli accetta o non accetta la Parola di Dio. Cioè, la sua fede si traduce praticamente in un atto di adesione alla volontà di Dio, in un atto di abbandono di tutto se stesso e di tutta la sua esistenza nelle mani di Dio, sulla Parola di Dio.
Le circostanze di vita in cui si viene a trovare questo uomo fedele e giusto sono state descritte dal Vangelo che abbiamo appena udito. Giuseppe deve prendere Maria come sua sposa, ma scopre che é madre prima di essere sua sposa; nasce un dubbio fondato e concreto: Giuseppe si trova sempre davanti ad un fatto concreto che ha delle conseguenze. Maria, secondo la legge, trovandosi in quella condizione doveva essere lapidata e ancora secondo la legge, chiunque ne fosse stato a conoscenza aveva l’obbligo di denunciarla, pena le conseguenze di legge che vi erano annesse. Giuseppe si trova quindi nell’alternativa di abbandonare Maria o di denunciarla.
Nel dubbio, nell’angoscia e nella incertezza trova la risposta nella Parola del Signore: ” Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria con te come tua sposa, perché ciò che é stato generato in lei é opera di Spirito Santo”.
Quale prova aveva che le cose stavano proprio così?
C’era di mezzo soltanto la Parola del Signore indirizzata a lui per mezzo di un Angelo. E Giuseppe decide secondo questa Parola, andando incontro a tutte le conseguenze che ne potevano derivare e accetta liberamente di conformarsi a questa Parola. Ecco l’uomo giusto e fedele, colui che vive di fede, colui che pone, come motivo delle sue decisioni la Parola del Signore, e di questa Parola si fida. E che fiducia! Insisto, miei cari, non é la fiducia generica che Dio può aiutare; é un abbandono sicuro e tranquillo: accada quello che accadrà, ma sono nelle mani di Dio, é Lui il mio Padre, è Lui che mi vuole portare verso la salvezza, e mi condurrà anche se non comprendo.
Questi personaggi che entrano nella storia della salvezza, Iddio non sono suscitati unicamente per comporre una storia, ma perché siano vivi e presenti, nella storia che continua in tutti i tempi in cui egli vuole operante la salvezza, perciò, la figura di San Giuseppe uomo fedele e giusto, che impegna tutto il suo avvenire sulla Parola di Dio, é suscitato perché dica una parola per noi, oggi. Anzi, ogni personaggio della storia sacra diventa una parola. San Giuseppe, per noi é una Parola di Dio. San Giuseppe – per così dire- è per noi la sintesi finale di tutto l’Antico Testamento che si può descrivere come un grande atto di fede che incomincia da Abramo, percorre tutta la storia di Israele, nell’attesa che si realizzi la promessa di Dio, che si é impegnato a salvare il suo popolo.
Noi, oggi, siamo il popolo che Dio vuole salvare. San Giuseppe uomo giusto e fedele, ultimo dell’Antico Testamento e primo del Nuovo Testamento, é per noi la parola di Dio, espressa nella sua persona, che ci dice come la disposizione fondamentale dei nostri rapporti nei confronti di Dio: é la fiducia in Lui, è disporre le cose della nostra esistenza secondo la sua Parola, è accettare la sua Parola con le conseguenze concrete che la Parola stessa comporta, con la fiducia assoluta che Egli ci porta verso la salvezza, verso il bene, verso l’autentico bene per la nostra vita presente e per la vita definitiva nella eternità.
Noi che onoriamo San Giuseppe, non lo dobbiamo considerare soltanto un protettore o il protettore universale della Chiesa, ma lo dobbiamo guardare come l’esemplare della nostra vita religiosa, che deve avere a fondamento la disposizione di metterci totalmente, con un abbandono assoluto, nelle mani di Dio per lasciarci portare da Lui nelle circostanze concrete dell’esistenza; circostanze che possono essere sconcertanti e scoraggianti, circostanze che possono fare nascere dei dubbi, che possono avere l’apparenza di essere contrarie alla volontà di Dio. E, lasciarci portare dalla volontà del Signore nelle circostanze di esistenza in cui ci troviamo, sicuri, se ci appoggiamo alla sua Parola, perché la sua Parola non é soltanto una indicazione della sua volontà, ma anche una forza di vita comunicata alle nostre persone, perché camminiamo verso la salvezza.
Esprimiamo la nostra fede nel nostro Dio, che ci salva in unione alla fede di San Giuseppe che oggi onoriamo, con la recita del Credo
OM 094 San Giuseppe 68 – Duomo- ore 17,30