Bancole, 29 agosto 1970 ore 21 per la festa di san Luigi
Direttore spirituale a Stazzano.
Carissimi, il nostro incontro, stasera, non é semplicemente un incontro di parole, non é una conversazione come quella che abbiamo tenuto nel vostro salone parrocchiale alcuni minuti fa. E’ un incontro di preghiera ed é un’incontro di preghiera mentre la vostra fede, la vostra devozione vuole onorare un santo mantovano così vivo nella tradizione cristiana specialmente in mezzo ai giovani perché é un santo giovane: San Luigi Gonzaga.
Dinanzi alla figura di San Luigi, specialmente i giovani di oggi, possono rimanere ad una certa distanza, possono guardarlo anche con un certo distacco e, non voglio pensare, con indifferenza perché specialmente attraverso le raffigurazioni che ci sono nelle chiese,
san Luigi ci è presentato come un giovane devoto, un giovane privo delle caratteristiche dei giovani: la virilità, la forza, il coraggio, l’ardimento ed altro che definiscono l’età giovanile.
In occasione del centenario questa figura del nostro santo mantovano che é riconosciuto in tutto il mondo, é stata riscoperta. Negli ultimi cinquanta anni, c’é stata una campagna denigratoria nei confronti di San Luigi. Le “compagnie di San Luigi” erano molto fiorenti e, poiché c’erano dei regimi politici che volevano distogliere la gioventù dalla chiesa, hanno gettato lo scredito su San Luigi proprio per distogliere i giovani dalla devozione del loro santo protettore e allontanarli dalla fede.Per quanto popssibile.
In questi ultimi tempi le cose si sono rimesse a posto.
La figura di San Luigi ci appare dai documenti della chiesa, dalla iconografia, dai dipinti dell’epoca, in tutta la sua integrità e autenticità. Così che ci troviamo davanti un giovane che non tiene sempre gli occhi verso terra, ad un giovane che non ha soltanto l’amore per il nascondimento e la preghiera, ad un giovane che ha tutte le aspirazioni i sentimenti e le inclinazioni dei giovani e in particolare dei giovani della famiglia Gonzaga, la quale se ha saputo lasciare momenti insigni della sue capacità ha lasciato anche tristi ricordi in quanto a moralità.
Non che Luigi non fosse un giovane a posto moralmente, ma anche lui aveva tutte le inclinazioni dei giovani, soprattutto, si trovava nella possibilità di assecondare tutte le inclinazioni. Poteva accontentare il suo orgoglio: gli spettava di diritto il titolo di principe. Poteva soddisfare la brama di piaceri perché le occasioni non gli mancavano. Poteva fare della sua vita un godimento continuo perché aveva tutte le disponibilità materiali e sociali. Ma, nella vita di questo giovane c’é stata qualche cosa.
Molto presto, per l’educazione ricevuta da sua madre, ha ricevuto qualche cosa che lo ha reso riflessivo. Gli ha fatto considerare ciò che gli proponeva la famiglia e quello che gli proponeva la fede in nostro Signore Gesù Cristo. Non più bambino, non più adolescente, ma ormai giovane capace di prendere una decisione seria rinuncia tutte le possibilità a cui aveva diritto, civilmente parlando, per abbracciare uno stile di vita tutto contrario a quello che gli offriva la sua condizione sociale, per seguire nostro Signore Gesù Cristo e per seguirlo non in un modo qualsiasi, ma nella compagnia di Gesù che era, ai suoi inizi, un ordine molto austero, molto serio, molto impegnativo.
Questo non lo realizza con facilità, dall’oggi al domani. Lo può realizzare dopo aver superato resistenze fortissime da parte della sua famiglia, in particolare dal padre che si specchiava in questo figliolo nel quale aveva una fiducia grandissima e una grande confidenza. Lo può realizzare dopo avere superato l’ostacolo dei parenti influenti quali erano i duchi di Mantova. Lo può realizzare dopo avere superato gli ostacoli che gli hanno opposto anche gli ecclesiastici i quali volevano accertarsi della sua vocazione. Egli ha superato tutti e si é dedicato totalmente a nostro Signore Gesù Cristo.
Miei cari siamo dinanzi al significato di una esistenza, in particolare della esistenza di un giovane che ha creduto, che ha creduto non perché era ignorante, non perché era credulone, non perché tutti facevano così. Ha creduto contro tutti, perché ha capito. Che cosa aveva capito? Aveva capito che la sua esistenza vissuta secondo le esigenze proposte da nostro Signore Gesù Cristoha più valore, é più bella, é più entusiasmante, é più ricca di una vita spesa comunemente come la maggior parte, anche, dei cristiani. Egli ha inteso le parole di Gesù che anche noi abbiamo ascoltato questa sera: ” amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto te stesso”
E, San Luigi era come noi. Non é che San Luigi ha toccato Gesù Cristo con le mani e lo ha visto con gli occhi! San Luigi ha visto e scoperto Gesù Cristo nella fede e l’ ha scoperto con sicurezza; San Luigi era sicuro di Gesù Cristo, si fidava di Gesù Cristo fino al punti di rinunciare tutte le possibilità umane per stare con Gesù Cristo unico sostegno della sua vita. Questa é fede. Questa é fiducia. Perché ha fatto tutto questo?
Ha scoperto che: Gesù Cristo é Dio, che Gesù Cristo è il tutto, che Gesù Cristo gli vuole bene, che Gesù Cristo lo può salvare in questa vita e nell’altra.
Comunemente vediamo le immagini di San Luigi con il crocifisso in mano. Non é che sta con il crocifisso in mano per fare il sentimentale, per sospirare e versare lacrime di sentimento. No. Considera nostro Signore Gesù Cristo e nel suo spirito si fa chiara questa certezza: ecco uno che ama veramente, ecco uno che mi ama seriamente; neppure mio padre e mia madre, forse, avrebbero il coraggio di morire così in piena libertà, unicamente per amore, unicamente per me. Questo è il motivo della fede e quindi delle decisioni di San Luigi.
Ecco perché Luigi é santo. Notate: San Luigi non ha compreso l’amore per nostro Signore Gesù Cristo come una corrispondenza al suo Dio e Signore, ma come una corrispondenza a tutta la volontà del suo Dio e Signore.
Abbiamo ascoltato che cosa dice Gesù ai farisei. Il dottore della legge lo interroga per sapere qual é il comandamento più importante. Gesù risponde: amerai il Signore tuo Dio … poi dà la risposta ad una domanda che non era stata fatta il secondo comandamento é simile al primo, amerai il prossimo come te stesso.
Sappiamo come San Luigi ha amato il prossimo. Ha amato il suo prossimo facendosi religioso con l’intenzione di partire missionario e quindi di andare verso i suoi fratelli più abbandonati – oggi si direbbe: nel terzo mondo – per portare la luce del vangelo e insieme alla luce del vangelo tutto quello che il vangelo porta con sé di veramente umano e di veramente civile. Il suo sogno non si é potuto realizzare ma non ha perduto tempo. Mentre a Roma infieriva la peste si è dedicato totalmente per i fratelli ammalati.
San Luigi non é il giovane che sta in chiesa solo per pregare.
San Luigi non é il giovane che sta davanti al crocifisso per sospirare.
San Luigi é un giovane che sa muoversi concretamente tra coloro che sono nella sofferenza e nel pericolo;
San Luigi è un giovane che si è mosso a suo rischio perché la peste, a quei tempi, era facilissima da prendersi.
Egli non guarda a se stesso ma all’amore che gli ispira nostro Signore Gesù Cristo che aveva detto:” Qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi miei più piccoli l’avrete fatto a me”. Nei sofferenti, negli ammalati, nei poveri San Luigi vede nostro Signore Gesù Cristo e per amore suo esprime il suo grande amore verso i fratelli che hanno bisogno .
Noi a volte concepiamo i santi come persone speciali che fanno cose straordinarie. No, il santo é colui che ama Gesù Cristo più di qualsiasi altra persona o cosa al mondo, il santo é colui che per amore di Gesù Cristo é capace di fare qualunque sacrificio, il santo é colui che per amore di nostro Signore Gesù Cristo é disposto a sacrificare tutto se steso.
Ecco, miei cari, un breve ritratto di San Luigi che, corrisponde in pieno alle esigenze del vangelo. che è proposto a noi che celebriamo la sua festa, che deve rimanere nei vostri cuori per ripensare, riflettere e pregare, perché San Luigi dia qualche cosa a ciascuno di voi per la vostra fede, per il vostro amore a Gesù Cristo, per il vostro amore ai fratelli!
OM 318 Bancole 70 – Bancole, 29-8-1970, ore 21